giovedì 13 gennaio 2011

DICIAMO NO ALLA MACELLERIA SOCIALE !

L'Italia é sospesa in un vuoto cosmico nelle attese inconcludenti di una politica tutta presa dalle liturgie classiche della democrazia assembleare; direzioni di partito, congressi imminenti, litanie parlamentari, "talk show". E nel mezzo la diatriba tra poteri dello stato l'un contro l'altro a seconda degli schieramenti di comodo e di riferimento.
Con tutto questo l'economia reale va a rotoli mentre l'Economia tecnocratica ed oligarca detta l'agenda (e Fiat ne é la dimostrazione lampante) attraverso atti di forza in cui le rappresentanze sindacali (da quelle d'impresa a quelle di categoria a quelle del lavoro diendente) giocano il solito ruolo stanco di "controparte" (se non addirittura ormai di "parte collusa" !) che il sistema ha loro delineato come parti in commedia.

La macelleria sociale invece rulla e schiaccia sempre più violentemente ogni debole resistenza dei singoli cittadini talmente impecoroniti e disillusi che non sembrano esserci margini concreti di una ribellione non diciamo rivoluzionaria ma almeno di carattere sdegnoso e di questo passo corriamo veloci verso la catastrofe del punto di non ritorno.

Rispetto alla fotografia istantanea che abbiamo descritto ci vorrebbe un colpo di reni; un'azione congiunta di tutte le realtà antagoniste e libere per dare battaglia a furor di popolo (almeno di quello che ancora si ritiene un popolo e  non un'accozzaglia multietnica di individui) alla casta ed ai suoi minuetti e lo si può fare anche partendo dal virtuale perché comunque dietro al virtuale della comunicazione digitale ci sono persone in carne ed ossa, ma sembra mancare non solo il coraggio ma soprattutto l'intelligenza.

L'intelligenza di non temere di fare i conti con la propria Storia perché senza radici nessuna linfa può scorrere in qualsiasi organismo, soprattutto quando quelle radici hanno dimostrato di essere state le uniche capaci di sgretolare le convinzioni e le convenzioni  borghesi per dare una nuova struttra alla società, al rapporto tra individui, al rapporto tra popoli.

Siamo ancora tutti presi alla gola dalla falsa mitologia propagandistica che divide ed etichetta le esperienze tra "bene" e "male assoluto" laddove la prima é definita "democrazia" e la seconda "tirannide" mentre nessuno spiega ai molti che partecipazione organica é vera democrazia e che il controllo oligarca del profitto é la vera limitazione della libertà, e su tale perverso assioma ci si accartoccia senza trovare una salda unità d'intenti.

Qualcuno però é testardo (noi per esempio) ed allora non smettiamo di credere che presto la ragione dovrà prevalere sulle isterie singole e di gruppo; sarà veramente il momento quello per dimostrare " che il sole invitto non muore mai".