lunedì 24 agosto 2009

Tesseramento Centro Studi Socialismo Nazionale


Cari Camerati di trincea e compagni di Lotta, intendiamo cominciare dall'8 settembre (una data scelta NON A CASO !) il tesseramento al Centro Studi per l'anno 2010 prossimo a venire che dovrà essere foriero di uno slancio militante importante per una innumerevole serie di ragioni.
Intendiamo in questo anno rendere operativa e funzionale formalmente la nostra realtà associativa e daremo conto dell'importo del tesseramento da effettuare entro il primo trimestre 2010. Naturalmente coloro che hanno già provveduto a dare la loro pre-adesione verranno contattati per mail per avere la loro conferma di adesione invitandoli anche a promuovere ad altri questa nostra realtà associativa.
Intendiamo proseguire la nostra azione sinergica, da "cerchio concentrico", verso il Movimento Di Azione Popolare ma vorremmo anche strutturare il Centro Studi in una realtà propriamente militante sia come corsi di Formazione politica, storica e culturale, sia come azione operativa di presenza sul territorio per promuovere l'obiettivo di creare quella vera ALTERNATIVA AL SISTEMA pronta a muoversi sulla strada che porta allo STATO NAZIONALE DEL LAVORO con lucidità, con coerenza, con fermezza nell'ambito delle regole e delle leggi naturalmente ma pure senza accettare compromessi o negazione del nostro diritto di AUTODETERMINAZIONE della nostra presenza.
Una presenza che sarà ovviamente metapolitica in supporto all'azione politica del MDAP e poi valuteremo con quale impatto.
Pronti a tutto, come sempre.............. !
Eja
M.C.

sabato 8 agosto 2009

IN NOME DELLA LEGGE


La produzione normativa delle Istituzioni cosiddette "democratiche" di questo paese chiamato ancora Italia (camera, senato, regioni, province, comuni - senza contare gli ukase della commissione europea), é maniacale e parossistica. E' il segnale più evidente della impotenza di attuare e far rispettare le leggi che già ci sono. Siamo alle grida di manzoniana memoria o agli editti della Roma papalina ! All'origine di un fenomeno così deleterio c'é un'incultura giuridica che caratterizza l'attuale classe politica che, ai vari livelli di competenza, ha però il potere di emanare norme cogenti per il cittadino-suddito. Si cerca in tal modo di regolamentare l'intera vita del cittadino anche nei suoi aspetti più intimi e personali e della stessa società, restringendo tutto nelle maglie della norma scritta e nulla più lasciando al costume, alle tradizioni, all'autodisciplina. Questo frenetico, schizofrenico moto perpetuo legislativo é aggravato da gnoranza, superficialità e faziosità con cui questa classe dirigente legifera. Ecco poi che sono necessari regolamenti attuativi, norme esplicative, circolari ministeriali degli organismi coinvolti se non addirittura altre leggine interpretative. Con gli organi istituzionali così combinati, con esecutivi in evidente stato confusionale, in competizione fra di loro nella ricerca spasmodica dei più disparati "divieti", ogni paradosso, ogni assurdo, ogni oscenità diventa possibile. Siamo arrivati al punto in cui é necessario elencare solo ciò che é ancora permesso, dal momento che tutto il resto é VIETATO. Questi ultimi anni ci insegnano che l'attuale sistema politico può tranquillamente essere classificato come una "democrazia dittatoriale" e stiamo sperimentando sulla nostra pelle che si tratta del sistema più odioso che la storia ricordi anche perché sopravvive sulla base pedagogica della irresponsabilità. Ogni episodio della vita sociale é preso a motivo per invocare norme eccezionali e repressive con la complicità degli stessi cittadini-sudditi ormai perfettamente integrati nel sistema. Ai padroni del regime, un regime vassallo dei poteri usurocratici sovranazionali, non pare vero di poter controllare e mettere in trappola tutti i dissenzienti e, quindi, uomini ancora liberi da condizionamenti mentali e materiali e noi coinvolti nel perverso meccanismo della corruzione sistemica purché, ovviamente, IN NOME DELLA LEGGE. In tale contesto, il movimento alternativo di rsistenza all'attuale regime, dovrà assumere come elemento identificativo il motto futurista: "VIETATO VIETARE !".

lunedì 3 agosto 2009

Bologna agosto 1980


Redazione di “GIUSTIZIA GIUSTA”

Viale Giulio Cesare, 59 – 00192 Roma

3337409256 - e.mail: paolo_signorelli2@virgilio.it

COMUNICATO STAMPA

- Il 4 agosto 1980 Francesco Cossiga, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri, dichiarò in Parlamento che l’attentato alla Stazione di Bologna era un attentato “fascista”, sostenendo che “non da oggi si è delineata la tecnica terroristica di timbro fascista…il terrorismo nero ricorre essenzialmente al delitto di strage perché è la strage che provoca paura, allarme, reazioni emotive e impulsive”.

- Il 15 marzo 1991 Francesco Cossiga, divenuto nel frattempo per meriti di “servizi” Presidente della Repubblica, affermò davanti al Comitato per i Servizi di sicurezza di essersi sbagliato nel definire “fascista” la strage del 2 agosto e, oltre a presentare le scuse ad alcuni inutili parlamentari del Msi per aver addebitato alla “destra” la strage, sostenne che “il giudizio da me espresso allora fu il frutto di errate informazioni che mi furono fornite dai Servizi e dagli organi di polizia…la subcultura e l’intossicazione erano agganciate a forti lobbies politico-finanziarie”.

- Il 18 marzo 1991 il nostro redattore Paolo Signorelli (già incriminato e poi prosciolto per la strage) fece sapere attraverso le agenzie di stampa di non accettare le “scuse” di Cossiga ritenendole “patetiche, ridicole e volgari”, aggiungendo che le 85 vittime di un ignobile massacro di popolo esigevano che venisse fatta giustizia. “Il balbettio – aggiunse – di Cossiga a proposito di una subcultura operante sotto le direttive di certe lobbies finanziarie e politiche va trasformato in preciso atto di denuncia e di accusa. Altrimenti si abbia il coraggio di tacere”.

- Dal 1991 l’invito a parlare viene puntualmente rilanciato ogni anno in occasione della ricorrenza della strage senza che l’esimio esternatore (che pure ci ha magistralmente spiegato il modus operandi dei Servizi da lui diretti al tempo in cui era Ministro di Polizia e recentemente raccontato la sua “ verità” su Ustica e Bologna) nulla dica.

- La redazione di “Giustizia Giusta” ritiene, dunque, inaccettabile il comportamento omertoso tenuto da Cossiga che oltretutto tenta grottescamente di rilanciare il suo convincimento “innocentista” nei confronti di Mambro e Fioravanti fornendo la spalla alle iniziative di quanti a destra, anche attraverso il comitato “L’Ora della Verità”, cercano di sostenere l’improbabile tesi dello stragismo palestinese a proposito dell’attentato di Bologna, rifiutando di percorrerre altre piste che nel drammatico tic-tac Ustica- Bologna potrebbero ricondurre al Mossad.

- Il sudario del silenzio che continua a coprire ogni tentativo di ricostruire la strage del 2 agosto ha trasformato il “ragazzino” Luigi Ciavardini nell’unico vero capro espiatorio di una spirale perversa in cui si muovono lobbies di potere, apparati mai deviati e magistrati teorematici.

- “Giustizia Giusta” si farà ancora una volta promotrice di iniziative forti dirette ad ottenere la rimozione del Segreto di Stato perché si possa giungere a conoscere la verità sulle stragi che con cadenze terrifiche hanno per decenni insanguinato la Colonia Italia.