venerdì 27 febbraio 2009

IL PAPA SI SCOPRE SOCIAL NAZIONALE?


(ANSA) - ROMA, 26 FEB - Il Papa punta il dito contro 'avarizia' e 'idolatria del dio Denaro', responsabili del crollo delle banche Usa e della crisi economica. Benedetto XVI si rivolge ai parroci della diocesi di Roma nel tradizionale incontro annuale in Vaticano e parla a braccio affermando che la Chiesa 'ha il dovere di denunciare' i problemi economici e sociali' e spiegare che al fondo del discorso economico c'e' quello del peccato originale: la ragione 'e' oscurata alla radice dall'egoismo e dall'avarizia'.
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E bravo il tedesco !
Tra i vari capi di stato il Papa e' stato l'unico a puntare il dito con decisione e senza peli sulla lingua su un modello di civilta' che ha fatto del denaro un dio, che ha esaltato l'avere al di sopra dell' essenza umana.
In un certo senso Gesu' Cristo e' stato il piu' grande socialista della storia e, tralasciando gli aspetti puramente religiosi, e' stato colui che ha rivoluzionato il senso del'UOMO come centro dell'azione politica ed etica dello Stato.
L'uomo come punto centrale, punto di partenza attorno al quale deve ruotare l' economia, l'eguaglianza, la sussidiarieta' : questo e' il messaggio piu' intimamente rivoluzionario e socialista del cristianesimo.
Il Papa si e' fatto carico in modo oltremodo esplicito di questo messaggio e in poche parole ha saputo evidenziare il fallimento che TUTTI i modelli economici, che hanno sino ad ora amministrato il mondo, hanno avuto proprio perche' hanno posto l'uomo in secondo piano rispetto agli aspetti puramente materiali.
In questa ottica ,dire che il Papa merita la "tessera " di social nazionale non credo sia una eresia.

mercoledì 25 febbraio 2009

Partito Popolare europeo; no grazie !


Finalmente il M.S.I. divenuto AN morirà con l'ultimo congresso di marzo antecedente di una settimana quello costitutivo del Popolo delle libertà, con cui avviene - de facto - l'ingresso nel Partito Popolare Europeo e dunque il superamento del perimetro "destra" per allargarsi alla posizione centrista del contenitore che fa da contrappeso al suo omogeneo contraltare del Partito Socialista Europeo. Dunque il bipartitismo "perfetto" della democrazia assembleare così come é concepito in questa ottica atlantista diventerà anche in Italia un fatto compiuto con l'affermarsi di un "partito democratico" (di ispirazione nominalistica socialista) componente del concetto europeo "riformatore", e dell' alternante (e non certo alternativo !) "partito del popolo o popolare" (di ispirazione nominalistica liberaldemocratica) componente del concetto europeo "conservatore". Ma ritorniamo al gaudio con cui salutiamo l'uscita di scena dell'ambiguo "missinismo" che tanto ha contribuito non già al recupero dei valori fascisti ma all'affermazione totalizzante dell'antifascismo tanto che possiamo ben dire oggi che i più efficaci "agit-prop" dell'antifascismo così come é oggi inteso non sono stati i veteronostalgici del massimalismo giacobino ma le "neofascisterie" prodotte dalla classe dirigente che ha teleguidato un certo Gianfranco Fini nella sua scalata ai vertici della cosiddetta "politica istituzionale" italiana. Agit-prop che una volta dismessi gli abiti cuciti loro addosso dal sistema hanno santificato (si fa per dire !) la loro carriera al servizio diretto degli interessi filo-capitalisti, filo-atlantici e filo-sionisti senza più avere bisogno di camuffare il loro volto.
Ora perciò che la colossale truffa é terminata sarebbe assurdo che si lasciasse il campo a novelli "agit-prop" - peggiori pure dei primi perché senza nemmeno né arte, né parte - per perseverare in antichi vizi, il che sarebbe - a questo punto - da considerare persino "diabolico". Anche perché un certo margine di manovra entrambi i bi-partiti se lo vogliono mantenere nella visione strategica dei "savi anziani" tanto é vero che da un lato si mantiene viva una certa "sinistra radicale" a supporto, così come dovrebbe essere e fungere la Lega (forse senza nemmeno più il suffisso "nordico") dall'altra e ogni altra forma di "indipendenza collegata" verrà sicuramente cassata sul nascere nonostante qualche "anima bella" tenti di convincere i gonzi del contrario.
Il campo va preso in termini totalmente "ALTERNATIVI" e "ANTAGONISTI" non già dunque rincorrendo vacui fantasmi ma opponendosi in modo globale e totalizzante al sistema nel suo complesso travalicando ogni confine e occupando la cosiddetta "terra di nessuno". Questa "terra di nessuno" oggi é identificabile secondo parametri ben precisi; contrasto al modello di sviluppo economicista globalizzato, recupero dei valori dell'umanesimo consapevole, lotta allo stato di "diritto" per il ripristino dello stato "etico", riappropriazione della identità "sanguinis", ricerca dell'unione continentale euroasiatica di tipo federativo-nazionalista in indipendenza da ogni ingerenza extra-continentale, mercato autarchico-economico della Federazione Europea dei Popoli, visione comunitaristica di popolo in contrasto ad ogni meticciato cultural-mondialista. Questi principi fondativi di un progetto ed un modello di sviluppo ALTRO (dove é il lavoro dell'uomo nel suo insieme coeso in entità superiore che dà l'esatta percezione dell'aspettativa e della dignità del singolo individuo) rispetto all'omologazione imposta dalla volontà usurocratica del predominio finanziario di tipo edonistico e sopraffattore della persona intesa come semplice "tubo digerente" in quanto "numero di consumo" devono sposarsi nella concretezza di un'azione rivoluzionaria costante e pratica. E molti segnali positivi in questo senso si stanno attivando in seno a diverse realtà e differenti gruppi al momento non sincronizzati in un unica traccia.
Da qui il desiderio di vedere realizzata l'idea di un socialismo nazionale propriamente detto e concretizzato in un contenitore capace di raccogliere in un unico alveo tutte le pressioni rivoluzionarie; probabilmente i tempi non sono maturi considerato il silenzio assordante con cui (NON !) é stata accolta la ventilata proposta di mettere in campo da subito un fronte patriottico socialista. Preso atto di ciò é bene però che ognuno allora si intersechi nelle diverse iniziative su piazza che trova effettivamente alternative non già preoccupandosi che etichetta abbiano ma chi sono gli uomini che portano avanti le iniziative e soprattutto la concretezza rivoluzionaria dell'iniziativa a cui si prende parte. Altro non ci interessa, non ci può interessare: questa volta il motto "é morto il re, viva il re" non ci deve fregare; per cui "morto il MSI, viva un neo "msi" (o AN2) non ...................s'ha da fare !

martedì 24 febbraio 2009

Ronchi dei salivari : " Israele e' come il Fronte della gioventu' "

"Israele è come il Fronte della Gioventù". Con questi vocalizzi emessi tra la saliva, il più mediocre dei ministri in carica ha preteso di equiparare i giovanissimi Caduti per la libertà, che non esitarono a mettere in gioco le loro vite contro una prepotenza diffusa e un nemico impari, a chi la libertà e la dignità altrui le calpesta ogni giorno. Non si vede proprio cosa possa accomunare i sedicenni, diciassettenni, ventenni, immolati per fierezza e dignità a una potenza che occupa, taglia viveri e medicinali, blocca l'acqua, fa morire le puerpere, massacra vecchi e bambini. Forse il ministro confonde e voleva parlare non dei militanti ma dei vertici, di quelli che prima ancora di lui fecero una carriera sul sangue di quei Ragazzi e che non esitarono a compiere cinici mercimoni. Allora farebbe bene a chiarirlo per non insultare la memoria dei Caduti. Ma, così facendo, a pensarci bene insulterebbe gli israeliani. Infatti se un Olmert si vedesse paragonato a un Ronchi, o un Barak a un Fini non è che lo prenderebbero proprio come un complimento coloro che tanto al ministro preme compiacere.
http://www.noreporter.org/dettaglioArticolo.asp?id=12799
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Bene, anzi, male !
L' "omo ministrus appecoratus " e' una specie animale che ormai conosciamo diffusamente e di cui nulla piu' ci stupisce.
Al contrario ci meraviglia il SILENZIO ASSORDANTE proveniente da destra, dai missini, dai fascisti, dai camerati, da coloro che "teoricamente" sono usciti da AN ma che , se non hanno sentito la necessita' di fare un fiato in risposta alle amenita' di questo personaggio , dimostrano di avere con il medesimo un cordone ombelicale assai ben saldo.
Il sangue, l'onore, il sacrificio dei ragazzi del Fronte della Goiventu' e' stato profanato dal ministro Ronchi e la disamina accorata e feroce che ne fa l'articolo di noreporter mi sento di sottoscriverla lettera per lettera e, in aggiunta, mi viene da inorridire al pensiero che coloro che si ergono a testimoni viventi di quel sangue non abbiano avuto il cuore di mandare a quel paese il mollusco vestito da ministro.
Forza, forza, daje , daje con la destra intrallazzona che si mette le belle vesti del passato solo per fare meglio la mignotta !

domenica 22 febbraio 2009

IL CAPITANO ACHAB E LA GRANDE BALENA BIANCA


Sono iniziate le grandi manovre e s'annunciano movimenti ciclopici.
La grande balena bianca democristiana si traveste da araba fenice ed e' pronta a risorgere dalle ceneri del PD con una consapevolezza nuova della propria forza aggregatrice e del suo antico retaggio.
Tutto si sta sfaldando ( non che fosse mai stato veramente coeso) ma la caduta di Veltroni e' il danno maggiore che il cavaliere mascherato potesse augurarsi.
Accade infatti che il richiamo della balena centrista, come canto di sirena ammaliatrice giunge alle orecchie di tutti gli esuli democristiani presenti sia a destra che a sinistra, sia del PD che del PDL.
Non lo aveva considerato il cavaliere, aveva sottovalutato l'animo autorigenerante di costoro che sono i figli negletti di un redivivo Prometeo e del divo Giulio.
La frana ormai irrefrenabile del PD, il cui trapasso nell'oblìo della storia e' stato affidato al NON segretario Franceschini - palesando anche ai piu' inetti che le anime che componevano il PD ormai sono assorte in una riflessione autoconservativa che va ben oltre la pochezza del disegno veltrusconiano- e' ormai un dato di fatto oggettivo .
Il corpaccione democristiano, mimetizzatosi in mille sigle, spaccato dalla vicenda Eluana - che non pochi mal di pancia etici ha causato ai cattocomunisti- si scrolla di dosso le macerie della devastazione veltroniana e chiama a raccolta tutti gli accoliti dello scudo crociato.
Le risposte non hanno tardato ad arrivare e coinvolgono tutti : da Rosy Bindi a Rutelli, da Casini a Rotondi.... e sarebbe quello che ci si sarebbe aspettato ma i fatti vanno ben oltre e le anime centriste del PDL hanno sentito fortissimo il richiamo della balena e le aperture al nuovo progetto sono venute sia da forze interne a Forza Italia ( assai limitate ad onor del vero) ma ..udite udite... anche da una quota maggioritaria di AN.
In buona sostanza il grande centro va configurandosi come polo aggregatore di tutte quelle forze che , pur liberali e moderate , ne hanno le scatole piene dell'arcoriano.
Si configura una fitta trama politica che porterebbe l' antifascista moderato PPEllino Fini addirittura a prendere e pretendere la leadership del nuovo soggetto politico .
Il progettino non e' privo di ambizione e, sopra ogni cosa , coglie due risultati importantssimi:
Fini diventa il deus ex machina centrista che con le proprie mani prima manda al macero il federalismo leghista sabotandone la data referendaria e poi mette in minoranza il buon Silvio che, a quel punto deve passare la mano obbligatoriamente decretando la fine del berlusconesimo entro la fine dell'anno.
Risultato di non minor possanza e' la definitiva marginazione della sinistra radicale e il decantamento del sorgente dipietrismo che - venendo a mancare il cavaliere si sciogliera' come neve al sole.-
E la destra?
Cosa succedera' a destra?
Il microcosmo finira' di sfasciarsi?
Ci sara' un inno all'unita' per rimanere sulle ultime trincee in difesa di una storia gloriosa ma che in sostanza non ha saputo produrre un fico secco?
I segnali provenienti dalle dichiarazioni di Storace ieri in cui si pronuncia la sentenza definitiva ad un isolazionismo pauperistico " La Destra correra' in Europa con le sue liste! " , fanno intuire che la voglia di fare politica cede il passo alla voglia di un contentino in spiccioli.
E noi, i camerati, gli irredenti, i combattenti di una Idea, che fine faremo?
Ai posteri l'ardua sentenza ed il pallino in mano a dirigenti che , una volta nella vita almeno, potrebbero dimostrare competenza , saggezza e lungimiranza politica che sappia andare oltre una "trimestrale di cassa".
In alto i cuori.....non c'e' rimasto altro.

sabato 21 febbraio 2009

RIFLETTIAMO A SINISTRA.......(dal sito di sinistra critica)




11 PUNTI PER UNA NUOVA SINISTRA. DI CLASSE E ANTICAPITALISTA
La sinistra tutta sta discutendo della sconfitta, spesso in modo scomposto, opportunista o con ipotesi "nuoviste" e dissolutorie. Per parte nostra vogliamo provare a offrire una riflessione di merito, indicando quali sono, secondo noi, prima ancora che i contenitori o le formule le idee su cui deve camminare la costruzione, da capo e su basi realmente inedite, di una nuova sinistra.
1.La perdita della rappresentanza parlamentare costituisce il culmine del fallimento della sinistra italiana, dopo la fine del vecchio Pci. A essere spazzata via è stata l'illusione di poter vivere di rendite elettorali, senza un radicamento autentico, senza progetto, con un vecchio modello di partito non più in grado di conquistare la sua posizione nel corpo sociale. Non si può escludere che la sinistra recuperi in altre scadenze elettorali almeno parte dei voti persi. Non sarebbe per questo cancellata la sconfitta, figlia di un patrimonio di voti senza radici e senza sostegni nel lavoro subalterno e nella società. Una nuova sinistra si ricostruisce innanzitutto azzerando i vecchi gruppi dirigenti, responsabili della disfatta, ma soprattutto iniziando a comprendere perché malgrado l'evidenza del problema da risolvere, non solo esso non viene risolto ma si manifesta con maggiore gravità a ogni svolta della vicenda politica italiana.
2.Più che di ricostruzione pensiamo sia necessario parlare oggi di costruzione, davvero su basi nuove, di una sinistra anticapitalista e di classe. Il radicamento si è rivelato impossibile perché – nel contesto della globalizzazione e della dissoluzione del movimento operaio del Novecento – privilegiare il solo orizzonte istituzionale e l'eredità burocratica hanno reso vano ogni sforzo. Radicarsi in una società comporta un lavoro lungo, faticoso e oscuro che non necessariamente paga a breve termine sul piano elettorale. Per ceti politici, mossi da esigenze personali di agi e poteri, la via più facile è rimasta la conservazione di posizioni nelle istituzioni e i percorsi necessari a raggiungerli del tutto diversi da quelli indispensabili al radicamento. Anche per questo non ci interessa il riassemblaggio di gruppi dirigenti consumati e sordi alla realtà. Neppure forme identitarie o furbizie opportunistiche per recuperare qualche seggio in parlamento. Ci interessa un “nuovo inizio”, cominciare da un'altra storia, liberarsi dai postumi della burocrazia del Novecento per aderire al presente e recuperare l'immaginazione e i moventi con cui un’altra sinistra può costruire se stessa.
3.Una nuova sinistra di classe o è anticapitalista o non è. Le donne, gli uomini e il pianeta non reggono più il peso del dominio assoluto dell'interesse privato, le pulsioni al riarmo e alle guerre, le allucinazioni regressive che lo stato delle cose produce. Questo, banalmente, significa opporsi al capitalismo. Meno banalmente significa comprendere che governare con i suoi rappresentanti e guardiani impedisce la rinascita di una sinistra che il mondo lo voglia trasformare davvero. Non è solo una prospettiva rivoluzionaria a suggerire un'adeguata distanza dai governi. Anche un'autentica volontà riformista dovrebbe prendere atto che governare con gli attuali rapporti di forza non è più possibile.
4.Noi proponiamo di ricominciare da l’elogio dell’opposizione. Non per vocazione minoritaria ma semplicemente perché a questo sistema sociale si può reagire solo evocando e organizzando l’opposizione politica e sociale, attraverso movimenti, conflitto, autorganizzazione diffusa. Dall’opposizione il movimento operaio del ‘900 ha ottenuto conquiste rilevanti; dall’opposizione oggi si può organizzare una resistenza diffusa e proporsi di strappare conquiste e diritti per dare sostanza ad un’ipotesi di alternativa. Per questo non è possibile governare con il Pd né a livello nazionale né a livello locale, nel senso che non è possibile governare con chi nella migliore delle ipotesi difende l’esistente, ha una concezione amministrativa e autoritaria della politica e così facendo spiana la strada alle destre. Il caso di Roma parla chiaro.
5.La vittoria di Berlusconi e della Lega realizza sul piano parlamentare il progressivo spostamento a destra del paese e il deterioramento ventennale di rapporti di forza sociale già deteriorati. Il Pdl si sforzerà di costituire una destra di governo “seria e responsabile” ma anche radicata socialmente, con un suo blocco sociale di riferimento che non abbandona i caratteri populisti e reazionari, vedi il comportamento di Fini. Allo stesso tempo cercherà di essere utile a una Confindustria che vuole attaccare in profondità i diritti acquisiti del lavoro, a cominciare dal contratto nazionale, e su questo piano cercherà l’apporto di un Pd che segue la stessa linea. Per questo andrà avanti il tentativo di stabilizzare la “bipartitizzazione” della politica italiana. A questa situazione si risponde non con operazioni di alchimia politicista ma con l’individuazione di un blocco sociale di riferimento, di soggettività che vengano coinvolte in un quadro unitario delle lotte e in un’ipotesi comune di alternativa. Per questo la rifondazione del sindacato di classe – a partire da una chiara e forte opposizione in Cgil e da una progressiva unità di azione del sindacalismo di base – rappresenta un tassello decisivo. E’ l’orizzonte principale entro il quale si inscrive qualsiasi progetto per una nuova sinistra anticapitalista: un ambito unitario delle lotte e dei movimenti è oggi indispensabile per resistere alle destre e realizzare un avanzamento nella costruzione di una sinistra di classe.
6.La nuova sinistra non può essere mono-identitaria. Ci sono eredità del passato che non bastano più a dare senso alla rappresentanza politica e che hanno bisogno di incontrarsi e dialettizzarsi. Noi pensiamo a una sinistra anticapitalista, ecologista, comunista e femminista; non per assemblare indistintamente soggettività diverse ma per trovare insieme un quadro unitario di riferimento e un comune progetto di lavoro. Questa identità multipla non la si può però proclamare soltanto. Occorre praticarla: una sinistra femminista è una sinistra che accetta al suo interno il protagonismo delle donne e quindi anche il conflitto; ecologista significa disporsi a nessuna mediazione sul terreno della salvaguardia ambientale; comunista significa continuare a battersi per rompere con l’attuale sistema sociale e costruire, davvero, un movimento reale che abolisca lo stato di cose presenti. E serve anche una sinistra internazionalista che sappia costruire un progetto internazionale fatto di elaborazioni e pratiche comuni. Per questo guardiamo con attenzione all’esperienza della Sinistra anticapitalista europea.
7.La democrazia assoluta sarà la pratica decisiva per costruire un nuovo inizio. Non possiamo più accettare, e non costruiremo, nessuna sinistra basata su leader carismatici, su gruppi dirigenti infallibili, su burocrazie inamovibili, su carrierismi scandalosi, su derive istituzionaliste. Vogliamo una sinistra basata sulla partecipazione e su regole democratiche. Non bastano solo congressi regolari o statuti trasparenti, servono vincoli precisi: rotazione rigorosa degli incarichi a qualsiasi livello; stipendi parametrati sui salari italiani medi; la parità di genere; rispetto degli orientamento sessuali; autofinanziamento dell’attività politica. Ai leader e ai dirigenti inamovibili occorrerà sostituire un collettivo militante a tutti i livelli: territoriale, tematico, nazionale.
8.La sinistra si costruisce nel vivo delle contraddizioni e dello scontro sociale, non nei palazzi o, peggio, nei salotti. E’ un lavoro “corpo a corpo” che va recuperato, fatto di mutualismo, utilità sociale, prossimità ai bisogni, organizzazione del conflitto, vittorie. Servirà il radicamento sociale, non generico o astratto, ma rapportato alle nuove realtà e in particolare al nuovo proletariato, alla nuova composizione del lavoro contemporaneo, a partire dai, dalle migranti. Occorre ragionare sulle forme dell’autorganizzazione sociale e sul tipo di insediamento politico che le classi subalterne possono darsi. Non lo si può fare con apparati burocratici e cristallizzati ma contando sull’apporto di militanti desiderosi, desiderose di non rassegnarsi. Questo è il compito che ci attende. La radicalità, innanzitutto una radicalità di classe, è oggi il linguaggio chiave per rendere una politica di sinistra credibile e coinvolgente.
9.La sinistra si ricostruisce anche con una discussione approfondita, non rituale ma rigorosa, sulla società che vogliamo, sui grandi orizzonti. Pensiamo a una società democratica e socialista, autogovernata, centrata sui bisogni e non sugli interessi privati, sulla proprietà sociale dei principali mezzi di produzione, ecologica, sessuata, libertaria. Non a un modello astratto da calare dall’alto ma a un movimento che trasformi la realtà, che guadagni legittimità e forza nel vivo dei conflitti e del cambiamento. C’è la necessità di ripensare e costruire un’organizzazione politica che lavori e lotti per questo obiettivo senza pensare di essere l’unica depositaria di una verità presunta, senza scimmiottare esperienze passate, senza replicare ruoli o schemi di potere. Serve un’organizzazione che legga la realtà per contribuire a trasformarla. Noi non vogliamo autoproclamare questo soggetto ma costruirlo davvero, per questo siamo un Movimento politico. Questo non significa rinunciare ad organizzarsi o a dotarsi di un progetto collettivo; rafforzare Sinistra Critica significa anche questo.
10.Una nuova sinistra si costruisce nell’oggi, nel presente, nell’urgenza di una realtà dominata dal berlusconismo e dall’adattamento pragmatico del Partito democratico. La priorità è l’organizzazione di un’opposizione sociale non retorica ma modellata sui bisogni reali. I temi di questa opposizione per noi restano: la lotta alla precarietà, per continuare a chiedere l’abrograzione della legge 30, del pacchetto Treu o del pacchetto Welfare; la lotta per un Salario Minimo Intercategoriale (Smic) di 1300 euro e un salario sociale di 1000 euro; per la difesa del contratto nazionale; la lotta contro la guerra e le missioni militari siano esse in Afghanistan o in Libano, contro le basi, a partire da Vicenza, e le spese militari; la lotta per la difesa ecologica dei territori contro le Grandi Opere inutili e dannose e le privatizzazioni; la difesa dell’autodeterminazione delle donne, della 194 per una moratoria sull’obiezione di coscienza; la piena libertà di orientamento sessuale per la conquista delle unioni civili; la lotta contro il razzismo, l’isteria securitaria, la nuova xenofobia anti-rom. Una battaglia che deve puntare ancora all’abrogazione della Bossi-Fini e della Turco-Napolitano, all’unità di classe tra lavoratori migranti e italiani, a nuovi diritti di cittadinanza, alla regolarizzazione permanente,alla chiusura dei Cpt, alla libertà di circolazione. Sarà questo il banco di prova principale dell’opposizione alle destre, il terreno su cui tutte le forze politiche dovranno misurarsi, e su cui i movimenti dovranno dotarsi rapidamente di strumenti adeguati di riflessione e di mobilitazione.
11.La costruzione della sinistra anticapitalista di cui c’è bisogno sarà il frutto dell’impegno di una nuova generazione politica, che non porti sulle spalle le responsabilità delle macerie. Una nuova generazione politica non combacia necessariamente con la vulgata giovanilista che ha caratterizzato anche le ultime elezioni ma dovrà rappresentare l’espressione più genuina dei nuovi protagonismi sociali e delle lotte che continuano a svilupparsi in questo paese, dai “cittadini ribelli” di Vicenza o della Val di Susa agli operai che resistono all’asprezza della lotta di classe; dalle neofemministe che non vogliono padroni né limiti alla propria libertà ai, alle militanti lgbtq che non si arrendono ad una vita di serie B imposta dal Vaticano o ai, alle migranti che si battono per i nuovi diritti. Una nuova generazione politica, cresciuta senza modelli da rincorrere ma che non si rassegna a pensare che questo sia il migliore dei mondi possibili e che è disposta a battersi perché un altro mondo, un’altra società sia ancora possibile.Il Coordinamento nazionale di Sinistra Critica10 maggio 2008

venerdì 20 febbraio 2009

MARCIAMO ACCANTO AI CAMERATI DI FORZA NUOVA

Forza Nuova si mobiliterà sabato 21 febbraio in 100 citta' italiane per contrastare la piaga che sta colpendo gli Italiani ledendone la dignità e l' onore:le violenze contro le donne perpetrate da stranieri e rom.Il Movimento è solidale in tutta Italia con la cittadinanza colpita quotidianamente da atroci crimini. La convivenza civile del nostro paese sarà possibile solo se il popolo reagirà con forza , coraggio e determinazione a questa ondata di barbarie.
Forza Nuova da anni sostiene che l'immigrazione sia un fenomeno negativo che danneggia e minaccia soprattutto le fasce più deboli, i meno abbienti , i quartieri popolari, i bambini e le donne.
Solo Forza Nuova sostiene che:
1) il trattato di Schengen debba essere sospeso a tempo indeterminato, visto che solo nel2008 - grazie ad esso - abbiamo subito l'invasione di oltre 257 000 rumeni. Il trattato comunque prevede che in circostanze eccezionali, come questa, possa essere sospeso.
2) tutti gli stranieri che entrano illegalmente in Italia debbano essere rimpatriati immediatamente senza indugi,appelli o altri escamotage burocratico-legali
3) nell'attuale fase di crisi economica e grave recessione debbano essere soppresse le annuali quote di stranieri previsti dai cosiddetti 'decreti flussi' considerato l' aumento della nostra disoccupazione e la preoccupante deriva criminale che gli stranieri disoccupati potrebbero seguire come si sta evidenziando anche analizzando l'elevatissima incidenza degli stranieri nel compimento di crimini.Pertanto Forza Nuova propone che tutti gli immigrati irregolari vengano immediatamente rimpatriati attraverso un semplice provvedimento amministrativo. Forza Nuova chiede infine che alla luce della grave situazione di allarme sociale che attraversa l'Italia, gli stessi immigrati regolari siano espulsi qualora anche nel passato abbiano commesso crimini.

NAZIONALIZZIAMO O SOCIALIZZIAMO?

I nemici del momento, pochi ci riflettono sopra, sono le BANCHE.Tutti i giorni, i mesi, questi soggetti ci dominano la vita.In un momento di crisi come questo, le Banche cercano di impadronirsi di più della nostra vita, delle nostre famiglie, delle nostre aziende.Si spacciano come salvatrici di situazioni difficili, ma in verità speculano anche sulle disgrazie di tutti.Hanno iniziato, con la famosa direttiva BASILEA 1 per poi ulteriormente infierire su tutto e tutti con BASILEA2 mettendo in crisi create da loro migliaia d’aziende,e questo è il massacro finale. Possiamo affermare che tra le troppe tasse dello stato le banche ci hanno messo la loro buona parte con costi assurdi interessi quasi da strozzini ,interessi al limite dell’usura.In Italia dove omai la sinistra è perdente su tutti fronti, gli Italiani devono capire che il vero pericolo alla democrazia non sono più i comunisti e i loro fratelli ma il pericolo è lo strapotere del capitale bancario.A conferma di questo ci sono i famosi prodotti derivati che hanno minato tutti se non molti comuni italiani………Qualcuno è finito in galera per questo?NO.La violenza è inqualificabile, ma in sud America quando le violenze dello stato,delle banche colpisce la gente LE BANCHE VANNO A FUOCO.Altro temperamento da noi Italiani.Se dobbiamo dire che questo ci dispiace ,forse sarebbe una grande bugia…..anzi certamente!

DAL BLOG DEGLI AMICI DI "DESTRACRITICA"

giovedì 19 febbraio 2009

Ci siamo rotti le palle.


Sinceramente non se ne può più di verificare quanto stiano diventando sclerotici i partiti cosiddetti "antagonisti al sistema"; a sinistra come a destra. Ed il bello é che i cosiddetti dirigenti neanche si accorgono più della loro comicità. E' sufficiente leggere talvolta i blog che pullulano "ad personam" (perché così é la politica politicante, oggi, baby ! non contano le Idee ma il "capo", il "leader", il "boss" in senso lato e non.) dove ci sono i "pretoriani" di turno (ma scusandomi con i pretoriani di antica memoria é meglio chiamarli con il loro vero nome, cioé leccaculo) e quelli che provano a dissentire proponendo o ponendo l'accento sulla coerenza ideale subito tacciati dai primi di essere...........................................sabotatori (ma de che !?).

Tutto questo dovrebbe portare a far pensare a molti di noi che forse non vale più la pena perdere il tempo dietro a chi non ha occhi ed orecchi per intendere e volere e concentrarsi meglio e di più a costruire qualcosa di nuovo attraverso l'organica partecipazione delle categorie del Lavoro che perciò prescinde da una forma partitica classica ma ha la necessità di essere movimento in azione.

Per fare questo bisogna essere intelligenti e lungimiranti e soprattutto scevri da sclerotizzazioni di "parte" laddove il futuro non vedrà la lotta politica di una destra versus una sinistra ma la "liberazione nazionale" versus i "colonizzati".

venerdì 13 febbraio 2009

Berlusconi e Napolitano sono dei “patrioti”


Le cose, in Afganistan, vanno male. E, se nel passato, si diceva che “Karzai era il Sindaco di Kabul”, gli ultimi avvenimenti dimostrano che “Karzai non tiene neppure Kabul”. E, difatti, i Talebani spingono i loro attacchi dentro Kabul (1). La NATO prende atto della “situazione sul terreno”. E, se prima parlava di “terroristi” e di “Talebani”, da un certo tempo ha preso a parlare di “insorti”. Sono sempre loro, ma l’ipocrisia occidentale ha le sue regole: i Talebani e i terroristi vanno sempre combattuti, ma con gli insorti si può trattare (2).
In questi frangenti Barack Obama telefona a Berlusconi (3). Inutile dire che il nostro, vedendosi dire “c’è Obama al telefono”, si è sfilato i pantaloni ed è scattato sull’attenti. Non mi credete? E allora leggete cosa scrive Maria Antonietta Calabrò: “Il premier ha assicurato il presidente USA che, nel caso fosse richiesto, l’Italia potrebbe impegnarsi maggiormente in Afganistan” (3). E poi…..
E poi, volendo confermare la sua disponibilità, ha chiesto: “Eccellenza, mi calo anche le mutande?”. Continuate a non credermi? E io vi riporto le parole testuali di Maria Antonietta Calabrò: “Ha poi ribadito tutta la sua preoccupazione per la possibilità che l’Iran possa offendere Israele” (3). E non venitemi a dire che sono due cose diverse. Intanto Maria Antonietta Calabrò è una “signora” e scrive sul “Corriere”. Io, invece, sono un “becero fascista” e scrivo sul giornalaccio “Ciaoeuropa”. E poi, scusatemi, è meglio se Berlusconi offre il suo culo oppure il culo degli Italiani? La brava giornalista non ci fa sapere cosa ha risposto Barack Obama. Ma io, tramite la mia rete di corrispondenti, posso integrare la notizia: “Al momento no, perché sei basso, vecchio e pelato e mi fai schifo. In ogni caso, se Michelle dovesse scioperare, terrò conto della tua offerta”.
Convengo con voi: manca l’entusiasmo. Vuoi mettere quando gli Italiani, andando in Abissinia, cantavano “faccetta nera”? Tenta di alzare il morale Ignazio La Russa, notorio caporione della “destra neofascista” (4): i soldati facciano “fitness”. Se poi una maggiore prestanza fisica sarà utile a convincere le Afgane io non so. So solo che La Russa consiglia il fitness ai soldati; ma lui, Ignazio La Russa, resta in Italia. In Afganistan ci manda i soldati italiani.
Potreste obiettarmi: non hai saputo che, recentemente, in occasione della vicenda di Eluana Englaro, Napolitano e Fini, Veltroni e Di Pietro si sono opposti ai voleri di Berlusconi? Vi risponderei: siete in arretrato, fermi ad “Arlecchino, servo di due padroni”. I nostri politici litigano sulle piccole cose della piccola Italia, ma…. Ma, quando c’è da servire la Patria (USA/Israel), sono tutti “allineati e coperti”. Tutti pronti a spendere le vite e i soldi degli Italiani al servizio degli usurai della terra.
Antonino Amato
Direttore Responsabile di Ciaoeuropa

mercoledì 11 febbraio 2009


martedì 10 febbraio 2009

L'UNIONE SENZA REGOLE PORTA SOLO CONFUSIONE



Qui di seguito abbiamo riportato per dovere di cronaca la risposta pubblica che uno dei chiamati in causa dà a Tomaso Staiti di Cuddia (non conosciamo a tutt'oggi le risposte - se ci sono state - degli altri interlocutori), e non vogliamo entrare in sterili polemiche circa il ruolo che fu inutile allora dell' unità per la costituente perché appartengono a ieri tra noi e Cospito e siamo propensi invece a guardare all'oggi e soprattutto al domani. Potremmo oggi dichiararci anche d'accordo con Nicola ma rimaniamo ancora perplessi perché nessuno parla di "CODICE DI COMPORTAMENTO". E siccome siamo "eretici", "Canaglie" e pure "rompicoglioni" "che vogliono dare un calcio in culo al sistema", insisteremo fino alla noia su questo punto senza il quale tutto rimarrà un esercizio di ortografia ma senza alcun valore contenutistico. E lo riproponiamo in attesa che Tomaso, Nicola, Luca, Teodoro, Roberto, Adriano, Francesco lo sottoscrivano e lo attuino facendo immediatamente dopo un passo indietro lasciando in testimonio quel codice condiviso- insieme allo spazio per portare avanti la rivolta - ai Giovani.
Maurizio
CODICE DI COMPORTAMENTO PER FUTURI SCENARI - http://www.socialismonazionale.net/codicecomportamento.pdf

lunedì 9 febbraio 2009

MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE

L’INTELIGHENTIA DELLA DESTRA ITALIANA RACCOGLIE LA PREGHIERA DI STAITI….
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Caro Tomaso,
in merito alla tua lettera indirizzata a noi del Movimento Nazional Popolare come a Francesco Storace (La Destra), Roberto Fiore (Forza Nuova), Luca Romagnoli (Fiamma Tricolore), non posso che manifestarti la nostra disponibilità a raccogliere il tuo appello per l’organizzazione di un’assemblea costituente che ponga le basi di un Movimento Politico capace di imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica, di raccoglierne il disagio crescente e di rappresentarne le istanze a tutti i livelli e in tutte le sedi.Del resto ti è noto, come lo è a tutti coloro che ci seguono, che il Movimento Nazional Popolare ancor prima della sua nascita, come Collegio per l’unità dell’area, ha sempre proposto l’idea dell’Assemblea Costituente come strumento per superare la diaspora e il frazionamento seguiti al tradimento di Fiuggi e all’involuzione rautiana e come momento decisivo per l’uscita dal guado e la riunione in un’unica formazione di tutte le forze che intendono battersi per la rinascita e il rinnovamento di questo nostro disgraziato paese dilaniato dal partitismo liberista sotto tutti i profili, morale, economico, organizzativo e politico.Mi corre comunque l’obbligo di sottolineare però che, dato quanto accaduto in questi ultimi anni ad alcune delle formazioni cui tu ti rivolgi, e cioè il loro allearsi, sia pure sotto il profilo elettorale, con il centro-destra berlusconiano che noi del MNP individuiamo come il principale nemico del nostro paese e della sua sovranità nazionale, affinchè il progetto abbia tutte le carte in regola per essere coronato dal successo, dovrà sussistere dal primo momento la massima chiarezza dei contenuti e delle linee programmatiche sia in politica interna che estera, oltre ovviamente al rispetto dei principi fondamentali della lealtà, dell’onore, della fedeltà e dell’onestà intellettuale, principi che impediscano il ripeterrsi di tristi esperienze del passato nelle quali il primato dell’Idea e il bene della nostra Comunità sono stati calpestati e schiacciati dall’interesse personale e dal cinismo di taluni.Il ripudio chiaro e netto del berlusconismo a tutti i livelli, il rifiuto di alleanze, anche occasionali, con il Popolo delle Libertà, fatto questo indispensabile a che si acquisisca una netta e precisa identità di fronte agli italiani che non devono vederci subalterni a nessuno, la rivendicazione della sovranità nazionale e il controllo del territorio, sono per noi condizioni e premesse indispensabili per l’azione politica che troverà la sua dignità nel non fermarsi alle scadenze elettorali. A questo vogliamo aggiungere la ripresa di un’opposizione sociale forte ed efficace, aperta anche a forze trasversali ostili al liberismo, al potere della finanza, all’ideologia neocons che stanno trascinando il mondo nel baratro. Il nostro progetto, infine, non dovrà esaurirsi nella riedizione di un vecchio MSI magari riverniciato a nuovo, ma dovrà avere le ali per volare alto, a rappresentare qualcosa di nuovo e di autenticamente diverso rispetto al passato. Un progetto nazionale, popolare, sociale e rivoluzionario che abbia tutte le caratteristiche indispensabili per liberare gli italiani dagli attuali partiti/comitati d’affari che hanno spolpato e disarticolato il nostro paese e per rifondare una Nazione degna di tale nome. Un progetto di ampio respiro che anche sotto il profilo della denominazione sappia evocare non sentieri interrotti ma chiamare gli italiani alla rivolta indicando strade nuove e affascinanti.Questo è ad avviso mio e del MNP quanto ci chiedono i militanti piu consapevoli, questo è quanto si aspettano gli italiani che vogliono tornare a sperare.
In alto i cuori !
Nicola CospitoUfficio Politico del MNP
Roma, 8 febbraio 2009.

sabato 7 febbraio 2009

NASCE IL PARTITO UNICO .PROVE DI RINASCITA



Cari Camerati,

e' con gioia che vi metto al corrente di quanto si va compiendo attraverso l'unificazione dal basso di militanti provenienti da tutti i partiti di area e da associazioni e gruppi che si rifanno alla nostra Tradizione e alle nostre idee.
Fra pochi giorni vi sara' una conferenza stampa ufficiale che annuncera' la nascita di questo nuovo soggetto politico che si e' formato spontaneamente nel tentativo di FARE PIAZZA PULITA di partitini personali e di tutte quelle divisioni artificiose che per decenni hanno tenuto all' angolo la nostra politica, sacrificata sull' altare del personalismo e dei compromessi e Dio solo sa quanto e' stato prezioso lo sbarramento al 4%.
Facce nuove, questa e' nostra priorita' : presentarsi ai milioni di Italiani che non votano e che non contano con una immagine rinnovata e non confinata nell' angolo di uno stereotipo preconfezionato che , di fatto, ci ha sempre ghettizzato , ne' sciorinando pezzi di casta come fossero i nostri gioielli di famiglia.
Cio' che posso dire sin da ora e' che ci sara' uno statuto condiviso e sara' la sintesi tra gli statuti di FT e FN, ci sara' un programma politico che e' stato gia' scritto nei 18 punti di Verona e che sara' riproposto con un linguaggio aderente e spendibile in una societa' del terzo millennio.
Nessun nostalgismo , nessun folklore ma l' assoluta convinzione che le idee della nostra Storia meritino una Forza univoca e compatta, una legione che marcia per l' onore ma che e' in grado di fare politica senza giochi sottobanco e senza snaturarsi.
L'Idea merita uno spazio tutto suo e non puo' essere oscurata, confusa, vilipesa in continue mediazioni con una destra liberale che non appartiene al nostro Dna e che e' lontana dal nostro cuore.
Queste mie parole sono un appello, una preghiera, un invito - date voi il significato che volete- a tutti coloro che sono decisi ad una scelta di campo netta e definitiva.
Il mio richiamo e' ai "soldati politici" che vogliono giocare in prima persona un ruolo attivo e partecipato nella costruzione di questo partito che sara' un MONOLITA poiche' chiare e univoche sono le sue fondamenta ideologiche.
LA SCELTA e' ora nelle vostre mani e nei vostri cuori, potete con un atto di dignita' e di onore, dire BASTA ai bizantinismi di aennina memoria, potete ritrovare l' amore primigenio che esalta i nostri cuori e che non si vergogna di un saluto romano.
Il tempo stringe, il nuovo partito potra' presentarsi gia' alle prossime elezioni europee poiche' le forze che vi aderiscono hanno gia' acquisito il diritto .
Sara' una scelta di campo in grado di destabilizzare sin dalle fondamenta lo sclerotizzato scenario della nostra area e condurla ad una nuova primavera.
Non ci vuole una grande stratega a comprendere che una nascita cosi' fortemente identitaria sottrarra' consensi ed energie a quei partiti che oggi issano le nostre bandiere perseguendo fini che sono lontani dalle nostre origini e sono adusi a compromessi di potere .
E' questa la nostra lotta: affossare ogni speculazione personale, ogni prurito nel nome limpido e solenne dell' IDEA.
Non piu' servili logiche di partito, non piu' l' aria viziata da lotte intestine ma il fine comune della realizzazione dei nostri progetti attraverso la chiarezza di un manifesto fondante che non ammette perifrasi ed interpretazioni di comodo.
Amici miei, a voi la scelta di rendervi disponibili a dar vita e forma al nostro comune sogno oppure continuare ad esistere all'ombra di qualcun altro e per fini che non vi appartengono.

La mia email e' a disposizione di chiunque voglia rendersi disponibile alla lotta, la preghiera e' quella di diffondere quanto piu' possibile questa mia email ai vostri contatti perche' ogni singolo CAMERATA per noi rappresenta una valore aggiunto e forza sottratta al nemico.

In alto i cuori!

Giovanni Palombo