mercoledì 28 aprile 2010

Perché l'alienazione filosoficamente recepita da Marx e fortemente mercatista del lavoro schiavo del profitto ha avuto solo una opzione per divenire Valore Etico rendendo l'individuo Comunità.

Con il sopraggiungere delle ultime giornate di aprile in cui tragicamente termina il percorso terreno delle Menti lucide delle Rivoluzioni sociali e nazionali europee del XX Secolo, e la coda avvelenata dell'occupazione "alleata" d'Europa trafigge i Popoli, diventa ancora più necessario ribaltare l'assordante clima "festaiolo" della celebrazione della giornata del Lavoro del 1° maggio ad uso e consumo di chi ha vilipeso questo vocabolo nella sua visione contrapposta ma speculare dell'economicismo (alienante o da ubriacatura collettivista) e che ci ha portato per un verso e per l'altro alle condizioni disastrose in cui ci dibattiamo proprio noi cittadini del continente.
E non possiamo che essere Noi a voler sventolare nuovamente e con ancora più convinzione il vessillo della DIGNITA' DEL LAVORO inteso come Valore Etico che promuove l'individuo a elemento unico ed organico della Comunità nella completezza delle diversità e dei meriti.
Non aggiungiamo altro questa volta; vogliamo che siano gli interventi nel blog a dare sostanza da qui al prossimo primo maggio alla locandina dell'Uomo Lavoratore appena abbozzata nel nostro manifesto......

lunedì 26 aprile 2010

Egemonia o sopravvivenza.


Ma di che cosa vogliamo discutere ?
A guardare i "morti viventi" nelle passerelle istituzionali di ieri a ricordare una data che in ogni altra parte del mondo una Nazione seria, almeno per pudore, avrebbe da serbare commossa in silenzio trattandosi del momento in cui ha perso la sua sovranità per divenire colonia eterodiretta, e accorgersi che ancora ci sono emeriti imbecilli che ancora si perdono dietro al nemico "civetta" mentre il Vero NEMICO continua a depredare anche loro del futuro, della dignità e del lavoro, viene proprio da farsi quella domanda.
La situazione economica continua a scivolare verso la sofferenza generale, il disagio sociale di conseguenza - ma non solo - é ormai a livello di vero e proprio allarme e vogliamo stare a guardare chi é contro chi nel "palazzo" ?
Mi cresce giorno dopo giorno dentro una insofferenza totale verso chiunque ci considera dei fastidiosi "rompicoglioni" non certo perché non lo siamo (orgogliosamente, anzi !), ma per le motivazioni che vengono edotte da certi emeriti incoerenti che tentano di arrampicarsi su vetri scivolosi pur di convincere (forse convincersi) che appoggiare in qualche modo la realtà politica rappresentata attualmente da Berlusconi sia la vera soluzione dei problemi italici.
A noi non interessa più nulla dare ragione "al meno peggio" perché questo peggio é comunque un male per noi ed i nostri connazionali e le Genti del continente di cui siamo parte, e ciò ci basta per avere la certezza che con il nemico non ci può essere nessun contatto; mai più.
E' questione di sopravvivenza per tutti, e l'istinto di sopravvivenza, fortunatamente, non fa calcoli e non vive di ipocrisie.

giovedì 22 aprile 2010

Una scelta ideologica.

E' l'ora della chiarezza come abbiamo sempre ripetuto e forse, per molteplici ragioni, questa volte forse ci siamo.
Non entriamo nel merito delle diatribe tra "badogliani" della prima e della 25ma ora che si consumano nel caravanserraglio di faraone silvio e accenniamo invece appena a ciò che abbiamo compreso - e che in fondo viene confermato leggendo un paio di riflessioni sul blog personale di Puschiavo della segreteria nazionale di fiamma tricolore - essere il motore prossimo venturo di tutte le varie carriole destrorse che si accapigliano per rincorrere il caravanserraglio di cui sopra. Lo facciamo perché sia finalmente evidente il messaggio ideologico che vogliamo lanciare nel momento in cui la resa di chi ha professato sempre a parole una "continuità" appare miserevolmente evidente a tutti.
E lo vogliamo fare proprio in prossimità del 25 aprile (che ricorderemo con il nostro stile e sobrietà solo nel sito ufficiale del Centro Studi),  non per rilanciare "l'agiografia patinata dei santini unti di nostalgia", come direbbe il buon Paolo Signorelli, ma per ridare slancio e forza all'unica realtà ALTERNATIVA al decadere di questo mondo concepito secondo un modello di (sotto)sviluppo non più sostenibile e che imploderà (o, peggio, eploderà !) con fragore provocando, come già ha provocato, milioni di vittime inermi nelle categorie sociali dei "non garantiti" CERCANDO INVECE DI FAR SALVARE POCHE MIGLIAIA DI INDIVIDUI DI CASTA E SOTTOCASTA nell'ultimo rigurgito di superbia e prepotenza.
Dunque le "destre" sono una realtà netta e incontrovertibile come é ormai incontrovertibile che esse, più o meno con distanza, distinguo, ipocrite riluttanze o amorevole servilismo, TUTTE (da CPI, a FN, a FT, a "areadestra" e suoi convitati ad altre sigle più o meno note o conosciute) perseguono senza tante perifrasi l'accettazione di un appoggio, se non addirittura di una convergenza programmatica o - ancor più - una vera e propria confluenza al partito denominato "Popolo delle Libertà" che é parte costituente del PARTITO POPOLARE EUROPEO.
Con tutte queste DESTRE senza altra ideologia che una spolverata di "sociale", di "tradizionale", di "identitario", di "nazionalista", secondo il collaudato "schema spezzatino" con cui ed in cui si nascondono le proprie incongruenze di fondo affidandosi di volta in volta al protettore di turno come fanno le peripatetiche, completamente avulse dall' Idea Forza del FASCISMO (tanto per essere chiari e senza peli sulla lingua) costruita attorno alla Dottrina del Socialismo Nazionale e che non ha nessuna attinenza con la storiografia del "neofascismo" (di cui pure non rinneghiamo averne fatto parte indipendentemente dal come), ormai consegnato al periodo buio degli anni in cui le condizioni geostrategiche e politiche erano completamente differenti, NOI NON POSSIAMO AVERE ALCUN RAPPORTO TATTICO-STRATEGICO e tutt'al più possiamo dibattere (come per esempio faremo a Locorotodondo (Ba)  il prossimo 1° maggio con un nostro referente regionale) su temi specifici e pertinenti.
Dunque il Progetto da portare a compimento in un "fronte di liberazione" rimane l'unica strada percorribile per chi non vuole cedere né alla Reazione nel senso compiuto del termine, né confondersi con il filone "costituzionalista antifascista" di una giacobinismo che é e sarà sempre uguale servitore di interessi apolidi ed usurocratici.
A questo Progetto non chiederemo patenti e carte di identità a NESSUNO purché siano consapevoli che il riferimento culturale, storico, dottrinario ci perviene da una Storia complessa che nasce 2.763 anni fa senza soluzione di continuità con il fulcro della sua modernità nell'apice - per il momento - del 1943-45.
Chi non lo capisce, chi non lo vuol capire, chi é stolto, chi é fazioso, chi é rinnegato, chi é semplicemente stupito (o peggio, stupido) può anche girare al largo; non cerchiamo "molti", cerchiamo Uomini.

venerdì 16 aprile 2010

Noi non abbiamo timore di dibattere.

Ho voluto estrapolare alcune affermazioni ben costruite dal giovane Antonio Del Prete, che credo sia di Bologna ed é un dirigente penso del settore pertinente de La Destra, perché ritengo che il dibattito possa essere portato avanti in senso generale al di sopra di ogni sigla (anche perché queste riflessioni sono seminascoste nel notiziario telematico di destra news  - presi come sono più dalle richieste del PM contro il segretario Storace per il noto caso "laziogate"......)
Mi sia permesso però di sottolineare alcune cose al giovane Del Prete che sarà il benvenuto qui nel nostro blog se volesse intervenire lui come altri suoi coetanei.

- Perché partire sempre dalla costruzione del movimento mentre non si vuole ancora capire che PRIMA si deve costruire un progetto da affidare poi ad un eventuale strumento o mezzo che dir si voglia....!? e non come al solito creando strutture senza contenuti.
                                                      - Perché l'antagonismo non può essere "barricadiero" !? Ciò dipende semmai dalle circostanze e non da una imposizione di fondo, a meno che non si é servilmente proni intellettualmente già all'idolatria della "democrazia importata". E' evidente che tutti sperano sempre in una costruzione alternativa allo statu quo lungo un percorso istituzionalizzato (forse che questo non avvenne già in Germania nel 1933 !?) ma si può fare con uomini coerenti e senza ipocrisie di fondo e/o interessi personalistici e - soprattutto - se il "sistema" lo permette; altrimenti.....ognuno si assume responsabilità precise di azioni e contro-reazioni e la Storia decide chi ha ragione.
                                                       - Il Capo della R.S.I. Benito Mussolini certo lasciò testimonianza (perché ometterlo, mica ti arrestano Del Prete se lo menzioni per esteso !), come descritto, ma c'é un piccolo particolare non insignificante da sottolineare: le leggi "da rispettare" di questa repubblica, la stessa (questa) repubblica, sono state fatte SENZA l'apporto di tutti coloro che hanno coerentemente seguito sino alla fine il Capo della R.S.I. e dunque realizzate senza l'INTERO CORPO VIVO (vincitori e vinti) della Nazione proprio seconda la logica di quella "conventio ad excludendum" che, solo per citare un esempio attualissimo, é la medesima che impedisce all'Irak di essere pacificamente governata. E dunque perché mai chi vuole mantenere Continuità IDEALE con un modello di sviluppo "alternativo" a quello imposto con le armi dagli aggressori della Nazione italiana, dovrebbe rispettare "A PRESCINDERE"......... chi...... NON RISPETTA PER PRIMO NEMMENO L'ONORE DELLE ARMI !?
Per ora mi fermo a questo punto lanciando il dibattito che qui é sicuramente e veramente libero; da altre parti non so................


Eccoci qua. Tutte le tornate elettorali, che come ostacoli si sono frapposte lungo il cammino del partito, sono ormai alle spalle. Ora davanti ci sono tre lunghi anni nei quali poter davvero costruire.........
......Non basta però mettere in piedi l’organizzazione o il partito, che al di là della teoria e della carta si troverebbero a fare i conti con carenze numeriche. Occorre costruire il Movimento, chiarendo prima ancora quale funzione si voglia attribuire al partito. D’ora in poi, infatti, non ci sarà più l’alibi delle elezioni a giustificare un partito senz’anima; il quale, peraltro, non sopravvivrà cercando consensi solo sulla base di alleanze “utili” e vischiose, di un nome inflazionato, di un Tricolore sempre più umiliato o di una fiaccola inscritta in un cerchio blu. Essa non affascinerà più nessuno se quel fuoco, privo di passioni che bruciano, si dovesse spegnere per sempre.
Occorre innanzitutto comprendere se vogliamo farci portabandiera di un riformismo di destra (sociale), finalizzato a scalfire un poco il totalitarismo mercatista con proposte estemporanee (ma giustissime) come quella sul mutuo sociale .........; oppure, se intendiamo costruire i presupposti intellettuali per una rivoluzione graduale, che lungi da uno sterile antagonismo barricadiero, incarni una missione storica attraverso cui giungere per passaggi cadenzati e coerenti al sistema/modello agognato.
Scegliendo la seconda opzione, è necessario, tuttavia, dotarsi di una visione politica. La rappresentazione, cioè, dell’idea di società da perseguire. Un’Italia sociale e giusta, che si progetta di costruire accettando finalmente quella odierna con le sue istituzioni. A nulla serve, infatti, continuare a sputare su questa Repubblica in nome del passato, se non a sabotare qualsiasi progetto di rinnovamento quand’anche ispirato dall’Idea di quello stesso passato (“[…] Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare nel più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal basso”........
.....Non basta ovviamente – come fatto in questa sede – tratteggiare sinteticamente il profilo delle questioni. Bisogna, pertanto, creare ed alimentare quotidiani dibattiti sui temi più disparati.....
.........Questo è senz’altro uno dei modi con i quali creare il Movimento, che crescerà per l’adesione di persone con culture e idee diverse. Esse, d’altra parte, in assenza di dibattito interno, trovandosi a confrontarsi soltanto con le scelte politiche, rischierebbero nel dissenso di sentirsi corpi estranei..............
Antonio Del Prete (tratto dal sito http://www.ladestranews.it )

mercoledì 14 aprile 2010

Mesi.


Mesi di aprile e di maggio. Mesi infausti.
Mesi che ci ricordano efferate mattanze in nome della "illuminata libertà", che ci ricordano esausti la fine di un sogno che era quasi riuscito a travolgere il vecchio mondo scemo della vanità.
Mesi che ci fanno riaffiorare nel cuore e nella mente ricordi di Uomini e Donne Combattenti "andati avanti", mesi che portano commozione e malinconia a Uomini e Donne Combattenti che ancora soffrono in queste "terre liberate" in attesa di raggiungere già riuniti nello Spirito della Rivoluzione sociale e nazionale tutti i Camerati.
Mesi in cui ci domandiamo quanto siamo stati indegni, noi nati dopo la grande Battaglia di Berlino, rispetto ad una generazione che si é immolata per l'Europa delle Nazioni, stritolati come siamo da questa eurolandia degli gnomi e  dei cialtroni.
Mesi in cui rimembriamo quanto nulla siamo riusciti a portare oltre sangue e lacrime negli anni settanta per difendere Valori che ci sono stati scippati da infami, rinnegati, manutengoli e bari.
Mesi in cui ci domandiamo quanto ancora valga la pena lottare ed urlare al vento se la maggior parte dei giovani si trastulla con destre e sinistre oppure vagheggia un "estremocentroalto".
Mesi in cui tutti dicono e parlano di area ed unione quando sarebbe ora di trovare il modo di riportare unito un Popolo che sarà travolto.
Mesi in cui c'é chi s'attacca al Cristo, chi s'attacca al Profeta e chi si attacca agli Dei, mentre il "popolo di dio" c'attacca tutti quanti senza che noi insieme si sia capaci di avere un solo volto.
Mesi in cui sarebbe ora di mandare tutti a fare in culo !

sabato 10 aprile 2010

Riformiamo i "riformatori"......

Invece di parlare di riforme del sistema bancario (sovranità monetaria), di riforme sulla forza militare (abbandono della NATO e relativo ricerca di costituire con altre Nazioni continentali un proprio autodeterminato modello di difesa comunitaria), di riforma della rappresentanza del Lavoro (socializzazione delle imprese), cosa si stanno inventando i "mandarini" della decadenza repubblicana antifascista servi dell'occupante plutocratico ?
La RIFORMA della "costituzione", cioé di quella carta strutturata da una assemblea costituente priva di una parte di italiani (quelli considerati "vinti") perché o morti ammazzati o incarcerati o - al meglio - SENZA DIRITTI CIVILI sulla base di quel trattato di resa firmato a Cassibile dai traditori monarchici di cui molti sono ancora i punti tenuti secretati (anche perché fino a prova contraria la Repubblica Sociale Italiana NON HA FIRMATO ALCUNA RESA a tutt'oggi anno domini 2010).
Tra l'altro una carta anche disattesa in alcuni suoi punti fondamentali non essendosi realizzate leggi sui principi enunciati, soprattutto guarda caso proprio quelli più "sociali".
E che cosa si vogliono inventare con questa riforma ?: praticamente l'ulteriore disgregazione nazionale perseguendo il disegno eterodiretto di rendere attive tre o quattro "macroregioni" possibilmente spartite in un contesto lottizzatorio dove forse potrebbe anche rientrare a pieno titolo LA MAFIA (che di fatto tra l'altro controlla già fortemente il territorio meridionale).
Se questo sembra un commento fantapolitico vuol dire che non si vuole aprire gli occhi.
Per quanto ci riguarda siamo pronti ad ogni possibile e futuribile scenario perché non pensino gli stolti e i manutengoli che chi Pensa non sappia anche Agire.
Eja !

lunedì 5 aprile 2010

Logocrazia

La nostra analisi ci porta adesso ad estendere il ragionamento sull'estrema pericolosità di lasciare all'interpretazione del "grande fratello" il significato delle parole e delle definizioni fino al punto che tale interpretazione diventa poi verità incontrovertibile accettata da quella maggioranza anonima ed indifferenziata che la assume come dogma perché ormai conquistata a quel "pensiero unico" che rappresenta la più aberrante delle dittature possibili. Si pensi - per esempio - a due parole chiave divenute in questo periodo storico proprietà assoluta dei gruppi di potere dominanti: DEMOCRAZIA e LIBERTA'.
Si pone quindi - per i gruppi antagonisti - il problema di affermare con fermezza la precisa caratterizzazione semantica delle definizioni in modo da evitare il pericolo di una dicotomia tra "significante" e "significato" cioé tra espressione linguistica e contenuto concettuale. Sappiamo per esperienza che proprio in questo varco possono inserirsi le interpretazioni di comodo, spesso arbitrarie e contraddittorie e non sempre disinteressate, per cui il linguaggio, anziché veicolo di comunicazione può divenire strumento di confusione e di disinformazione o addirittura di prevaricazione e di intolleranza.
E' attraverso questo meccanismo che nascono i pericolosi e duri a morire "luoghi comuni" ai quali i gruppi "antagonisti" debbono opporre unitariamente un linguaggio chiaro, univoco e preciso, evitando che - anche all'interno dei gruppi - partano informazioni errate o imprecise sia sul piano concettuale che su quello terminologico, avendo sempre ben presente che é alla base di questo perverso teorema che nasce la cosiddetta filosofia della "CONVENTIO AD EXCLUDENDUM" che il sistema dominante utilizza per emarginare, ghettizzare, perseguitare, demonizzare.
Viviamo in un particolare momento storico in cui l'abuso del linguaggio e l'abilità nella sua distorsione, nonché l'impossessamento di alcune parole chiave da parte di gruppi di potere, di lobbies e di conventicole, possono rappresentare micidiali mezzi di penetrazione, di condizionamento, di persuasione o di distorsione fino a provocare quel fenomeno definito "INSIGNIFICANZA". Le parole, cioé, vengono svuotate di una rispondenza al reale. I concetti vengono slegati da ogni riferimento al vero ed all'esistente; le parole diventano codice e segnali per una serie di metafore che, a differenti livelli ed a seconda delle circostanze, evocano significati del tutto autonomi.
Recentemente é stato addirittura coniato un termine "LOGOCRAZIA", che significa potere della parola, per cui comanda e si impone chi é pienamente padrone del linguaggio, signore del "verbo".
Ecco perché i "gruppi socialisti nazionali", antagonisti ed alternativi al sistema dominante, devono necessariamente trovare anche nel linguaggio un motivo unificante e non solo sui principi, sul progetto e sugli ideali, in modo da poter lanciare all'esterno un messaggio chiaro, univoco e determinato senza possibilità di interessate interpretazioni di comodo.
Noi, quindi, padroni del "verbo" affinché il "nostro" linguaggio rappresenti uno dei segnali distintivi della nostra specificità e della nostra diversità.