martedì 28 dicembre 2010

AFFILIAMO LE ZANNE !

La tentazione di utilizzare questo blog per sputtanare talune persone é stata forte ma impegnandoci a rimanere ancorati ai valori della Scuola di Mistica Fascista preferiamo glissare che già di tempo perso in polemicuccie da quattro soldi ne é stato speso veramente troppo.
Sul nostro sito ufficiale la chiarezza degli intendimenti  é certificata ed alla luce del sole come piace a noi.
Sarà bene invece concentrarci non solo sulla concretizzazione delle azioni prossime venture della Confederazione di Comunità di Popolo che con altre realtà andremo a consolidare ma soprattutto sui temi dell'attualità sociale, economica e politica - non solo di casa nostra - che stanno minando di fatto il vivere quotidiano della gente nel suo complesso laddove il sistema liberalcapitalista e la sua arrogante presunzione di inattaccabilità distrugge ogni minima certezza fin qui faticosamente mantenuta dal sacrificio di ogni singolo individuo.
La gravità delle affermazioni del presidente dell'Inps che prelude allo scempio del diritto pensionistico dei cittadini italiani; l'insipienza dei governi succedutisi negli ultimi 16 anni che non hanno saputo porre termine ad una perenne emergenza rifiuti nell'area campana (ma non solo....); la crisi generazionale di una gioventù posta senza paracaduti sul baratro della precarietà senza fine; la perenne minaccia del sionismo nel Vicino Oriente; la palpabile perdita di libertà di pensiero che vagheggia nell'intera Europa sotto scacco di "presunte minacce terroristiche"; la distruttiva volontà padronale in stile Marchionne di impedire ogni rappresentanza sindacale la dicono lunga sul periodo incerto in cui si vive.
Ed allora lasciamo macerare nelle filosofie del nulla chi vuole rimanere appeso alla corda dell'impiccato.
Noi preferiamo affilare le zanne !

lunedì 27 dicembre 2010

"IL NATALE DI SANGUE" E LA NOSTRA CONTINUITA' IDEALE.

«Il delitto è consumato. Le truppe regie hanno dato a Fiume il Natale funebre. Nella notte trasportiamo sulle barelle i nostri feriti e i nostri morti. Resisitiamo disperatamente, uno contro dieci, uno contro venti. Nessuno passerà, se non sopra i nostri corpi. Abbiamo fatto saltare tutti i ponti dell’Eneo. Combatteremo tutta la notte. E domani alla prima luce del giorno speriamo di guardare in faccia gli assassini della città martire.» (Gabriele D' Annunzio – Il Natale di sangue”)

A novant'anni dai tragici avvenimenti passati alla storia come il “Natale di Sangue” ossia da quegli scontri armati avvenuti fra il 24 e il 29 dicembre 1920 fra “legionari dannunziani” e truppe dell'esercito regio, al soldo dei poteri forti internazionali, il nostro ricordo va ai caduti per la causa di Fiume Italiana.
L'eroica impresa di Gabriele D'Annunzio e dei sui legionari che arrivati a Fiume proclamarono l'annessione della città al Regno d'Italia il 12 settembre 1919, giurando di non mollare fino a quando anche Zara e la Dalmazia non sarebbero state annesse all'Italia secondo il principio dell'autodeterminazione dei popoli, (principio stralciato a Versailles, nel quale incontro si negò all'Italia zone a tutti gli effetti italiane, decisione indegnamente acconsentita dal “governicchio italiano” sotto la guida di Nitti ribattezzato “Cagoia” da D'Annunzio), missione condivisa anche dal capo dei nuovi Fasci di Combattimento, il quale non esitò a fornire aiuti al Vate attraverso finanziamenti raccolti dal suo quotidiano “Il Popolo d'Italia”, rappresentò oltre ad un ritrovato orgoglio nazionale, una vera impronta sociale incancellabile nella storia d'Italia.
Dopo un anno dall' annessione l' 8 settembre 1920 Gabriele D'Annunzio sentore di quello che stava tramando il governo italiano ora passato sotto la direzione di Giovanni Giolitti, contro i “ribelli” di Fiume, proclama la Reggenza Italiana del Carnaro, a cui sarà affiancata l'omonima “Carta del Carnaro” stesa dal sindacalista rivoluzionario già membro dei Fasci di Combattimenti Alceste De Ambris, che aveva seguito il vate a Fiume. Tale proclamazione della costituzione fiumana possiamo affermare che rappresentò il primo esempio concreto di Socialismo Nazionale, nutrito di corporativismo e collaborazione sociale di cui la successiva Carta del Lavoro del 1927 ne riprese il valore rivoluzionario.
Con l'ignobile “Trattato di Rapallo” del 12 novembre 1920, Giolitti al servizio della cupola usurocratica internazionale capeggiata dalle pressioni di Gran Bretagna e Francia, si affrettò a liquidare quella presenza sempre più scomoda, le cui proposte altamente sociali si stavano diffondendo in tutto il Paese.
Nella notte del 24 dicembre 1920 dopo il rifiuto di un ultimatum nel quale si invitava D'Annunzio a lasciare la città, la Regia Marina cannoneggia indiscriminatamente Fiume, dal quale nascerà un sanguinoso scontro fratricida.
La resistenza dei legionari e volontari dannunziani pronti a difendere fino alla fine la causa di Fiume italiana, e le importanti conquiste in campo sociale fu durissima. Gli scontri contro l'esercito regio- giolittiano comandato dal generale Enrico Caviglia iniziarono il 24 dicembre 1920 e durarono ininterrottamente per ben cinque giorni: il lasso di tempo definito dallo stesso Vate “ Il Natale di Sangue”. Alla fine si contarono ben 22 caduti fra i legionari dannunziani, e 17 fra l'esercito giolittiano, più 5 civili.
Un orrenda carneficina di cui le responsabilità dovranno ricadere sul governo italiano “fantoccio”di allora.
Il 29 dicembre D'Annunzio fu costretto ad abbandonare la città, riannessa all'Italia successivamente nel 1924 dopo la salita al potere di Benito Mussolini.
Così noi oggi tramite il nostro spirito libero e ribelle che ci contraddistingue, e ci lega indissolubilmente agli eroi del passato, vogliamo ricordare i caduti dell'impresa fiumana, i primi caduti per quella causa del socialismo nazionale e dell'eterna battaglia del Sangue contro l'oro che doveva svilupparsi impetuosamente nei radiosi decenni avvenire, e che noi oggi nel solco della continuità ideale proseguiamo. Quis contra nos?

GIACOMO CIARCIA.

giovedì 23 dicembre 2010

NATIVITA'.


martedì 21 dicembre 2010

LA STORIA MAESTRA DI VITA.

La storia ci insegna che quando il disagio sociale passa alla competenza del Ministero degli Interni, tutto questo é il sintomo di un malessere diffuso difficilmente controllabile. Una classe politica responsabile dovrebbe saggiamente riflettere sulle cause profonde che hanno determinato questa situazione e non, viceversa,  predisporre provvedimenti repressivi o addirittura preventivi di natura poliziesca che altro non sono che dimostrazioni di paura e debolezza e che possono addirittura innestare reazioni ancora più violente dal momento che rispondono alla logica di volere spengere l’incendio con la benzina.
La manifestazione di protesta dei giovani e meno giovani che hanno recentemente dimostrato a Roma, é la rappresentazione di una rabbia a lungo repressa da parte di più generazioni alle quali é stata tolta ogni aspettativa di vita lavorativa,  generazioni che vivono il presente con l’angoscia di non poter sognare un avvenire,  generazioni che non hanno rappresentanza,  generazioni che a questo punto hanno il dovere di ribellarsi per riconquistare il loro diritto cittadinanza. Come possono, queste generazioni di italiani di nazionalità italiana, sperare di essere ascoltati da un ministro degli Interni “lombardo-veneto” che si comporta come un ottuso funzionario dell’ “imperial regio governo” ?  Come possono trovare comprensione e ascolto in. soggetti intellettualmente “malnati” al servizio di poteri sovranazionali e che si ritrovano casualmente in posti
di comando e di potere preoccupati solo di difendere i loro privilegi di casta ?  Queste sono le circostanze in cui il meccanismo quantitativo dei numeri non è sufficiente a legittimare il potere. Questi sono i momenti storici in cui la massa dei cosiddetti “moderati” e “benpensanti” alla quale i detentori del potere (di governo e di opposizione, sia ben chiaro !) rinchiusi nei palazzi istituzionali fanno appello per legittimare le loro decisioni e le loro inique iniziative o per giustificare le loro apparenti diversità,  non conta,  non incide negli avvenimenti,  non può incidere. Nei momenti della verità la storia dei popoli e delle nazioni l’hanno scritta le avanguardie, non possono scriverla gli attendisti, coloro che stanno nascosti dietro le persiane, le maggioranze. silenziose, i cosiddetti eroi della. “sesta giornata” anche se rappresentano i più.  E’ il vento inarrestabile della Storia che si è rimesso in moto e che sta risvegliando i popoli europei invitandoli a ribellarsi alla dittatura usurocratica della cupola finanziaria apolide. Un solo suggerimento a tutti coloro che, indipendentemente dall’anagrafe, decideranno di unirsi ai “ribelli “e scendere in strada insieme a loro: viso scoperto faccia al vento e mani libere da spranghe e martelli. Nessuna insegna di parte ma solo il TRICOLORE, che é un simbolo unitario e unificante di identità nazionale e di riscatto sociale. Sono certo che, in tale contesto i poliziotti in divisa non impugneranno i manganelli e addirittura si metteranno alla testa dei cortei perché consapevoli che la violenza, quella vigliacca ma non meno devastante, quella che copre le stragi di Stato su mandato dei soliti noti, é nei palazzi istituzionali ormai ridotti al servizio dei poteri sovranazionali.
Nel 150° anniversario dell’unità d’Italia ritengo che sia più
che legittimo lottare per rivendicare il pieno e sostanziale riconoscimento di quanto era già previsto nell’art. 24 dello Statuto Albertino, riconfermato ed ampliato con l’art. 3 della Costituzione.
Data la situazione é pertanto più che
logico e naturale che il Movimento di Liberazione Nazionale contro i nemici di dentro e di fuori, nasca spontaneo in piazza e senza alcun tipo di regia occulta o palese; solo cosi potrà fallire l’ignobile tentativo di scatenare lo scontro tra gli italiani che giustamente si ribellano allo sfruttamento usuraio di stampo ipercapitalistico e i proletari in divisa.

(Stelvio Dal Piaz)

lunedì 20 dicembre 2010

SOLSTIZIO.

giovedì 16 dicembre 2010

RAGAZZI SIAMO CON VOI MA ......CUORE CALDO E MENTE FREDDA !

"Ho visto agenti in borghese e qualche ragazzo di destra, qualche gruppo non organizzato. Qualcuno ha pensato fosse l'occasione giusta per fare casino. Ma l'esplosione della rivolta è stata l'espressione di un'esasperazione di massa". 

Questo é stato detto in un'intervista da un ragazzo coetaneo di quelli fermati dopo quanto accaduto a Roma nel giorno del voto di fiducia che aveva partecipato ai cortei ma non alle successive fasi di guerriglia urbana.
E' la dimostrazione palese che la frattura tra partitocrazia del "palazzo" e la gente (e tra questi ovviamente i giovani, i più colpiti da una situazione economica e sociale disastrosa) é ormai vicina al punto di non ritorno.

Ora é necessario un colpo d'ala responsabile da parte di tutte le realtà antagoniste al fine di evitare che i più sprovveduti vadano al massacro delle repressione del sistema spinti solo dalla fase emotiva per organizzare seriamente e con ogni cautela l'alternativa possibile e responsabile per un cambiamento radicale di un modello di sviluppo che porta solo alla definitiva "macelleria sociale".

Da ora in avanti deve diventare questa una priorità del nostro Centro Studi che necessariamente andrà a ricercare non più solo sul piano metapolitico ma anche strettamente sul quello politico una convergenza di azione con ogni formazione, movimento ed associazione che ritiene un dovere la salvaguardia della Comunità di Popolo - che identifichiamo nella Nazione - rispetto all'arroganza mista a inconsistenza e insipienza delle oligarchie di potere tra loro in conflitto solo su meriti di interesse economicisti e di propensione al servilismo alle centrali internazionali dell'usura e delle rispettive "logge" in barba ai reali interessi delle "Genti" d'Italia.

Per ricordare come - qualche anno fa.......-  una gioventù europea aveva già capito..................



martedì 14 dicembre 2010

Comunicato stampa del Centro Studi SN

Voto di fiducia; il centro-destra riesce a mantenersi in sella con soli 3 voti di differenza ma non raggiungendo la maggioranza parlamentare conclamata di 316.

Come previsto si sono scatenate le tifoserie, con quelle berlusconiane esultanti e quelle opposte rabbiose ma é tutto e sempre il solito gioco delle parti in commedia, che ricordiamo essere – nessuna esclusa – soggette ai voleri della cupola plutocratica usuraia ed apolide anti-nazionale ed anti-europea.
Che questa agonia continui comunque a questo punto – per noi – non può solo che aiutarci ad aumentare il branco per quando sarà inevitabile la necessità di un cambio epocale che non sarà più procrastinabile non già per lungimiranza del “palazzo” e dei “burattinai” ma per la definitiva rabbia popolare.
Alle prossime elezioni politiche generali ogni NON-VOTO in più accrescerà la misura che la partitocrazia é prossima al suo definitivo tramonto.

La Presidenza del C.S.S.N.

domenica 12 dicembre 2010

IL PALAZZO FACCIA QUELLO CHE CREDE; UNA RISATA LI SEPPELLIRA'.

Il prossimo 14 novembre la vita degli Italiani purtroppo non cambierà né se andrà in un modo piuttosto che in un altro nel "palazzo". Per gli "italioti" invece inizierà il solito "tifo da stadio" senza costrutto.
Ci riaggiorniamo dopo tale data per un commento più compiuto; certamente intanto lo spettacolo delle diverse "destre" non é edificante prese come sono da un lato dal parossismo di partecipare a qualche carovana, dall'altro dalla confusione del loro agire; e non avendo altro da fare spesso si inerpicano in polemiche verso i "duripuri" (termine che non é appropriato se non accompagnato dalle motivazioni di una coerenza intransigente non fine a sé stessa o per presunzioni personali  ma dalla necessità di rimanere "liberi", "sociali" e"nazionali" !).Peccato non facciano mai nomi e cognomi ,probabilmente perché sarebbero smentiti e sputtanati da un contradditorio diretto.
Ma come si dice:.........guarda e passa.......
Mala tempora currunt.

giovedì 9 dicembre 2010

ABBIAMO INVIATO ANCHE NOI QUESTA MAIL......

L'Ufficio Segreteria Nazionale dell'Associazione Terra Nostra ha inviato questa mail al Ministro Tremonti. Chi conosce la problematica sulla giacenza dell'attuazione della L.262/05 ( Banca d'Italia di proprietà dello Stato) è invitato a fare altrettanto indirizzando la mail a : ufficio.stampa@tesoro.it


Non ci tiriamo certamente indietro e l'abbiamo inviata anche Noi.



Alla cortesa attenzione dell' on. Ministro Giulio Tremonti:

In considerazione dell'attuale stato dell'economia globale ,ed in particolare dell'insistente volontà di voler offrire la premiership italiana ad un governo non legittimamente eletto e sopratutto espressione di "poteri" e "forze" economico-finanziarie sovrannazionali, [così come dimostrano le varie dichiarazioni di leaders di partiti dell'attuale opposizione (FLI incluso)] che sempre più spingono verso il nome di Mario Draghi o chi per lui rappresenta i medesimi interessi bancari, la nostra associazione riconoscendole il merito delle sue dichiarazioni del 2008 ,nonchè la valenza di alcuni passi del suo recente libro e le interviste al Tg1 diretto da Riotta, sulla mancanza di Sovranità Monetaria dello Stato , La invita a voler riaffermare, nella prossima seduta del 14 dicembre p.v., quanto da Lei precedentemente dichiarato contro il sistema dei banchieri. In funzione della deriva dello Stato che un'eventuale crisi di governo porterà in mani di lobbies e faccendieri che Lei ben conosce, è necessario che l'intervento che le sollecitiamo sia focalizzato  alla denuncia pubblica dei mandanti dell'attuale crisi politica nazionale e della mancata attuazione dell'Art 19. co. 10  L.262/05, che sancisce il ritorno delle quote private di Banca d'Italia sotto il controllo del Ministero del Tesoro
.
Certi della Sua "buona fede" e dell'attenzione che porrà alla ns. richiesta, attenderemo il Suo intervento in parlamento e le auguriamo Buon Natale.


La Presidenza del Centro Studi Socialismo Nazionale

lunedì 6 dicembre 2010

La cittadella fortificata.

Il mondo sta collassando ma paradossalmente dobbiamo augurarci che ci metta ancora del tempo per il "grande botto" definitivo e per una ragione operativa molto semplice; non siamo pronti !
Purtroppo le ragioni sono molteplici e non vogliamo qui ed ora fare l'analisi puntuale delle situazioni - spesso anche contingenti - che hanno permeato i sessanta anni e più passati di una Comunità umana che dopo la sconfitta tutta militare e non certo delle Idee Forza che la contraddistinguevano non ha saputo trovare il bandolo della matassa.
Il Nemico é stato abile da una parte come dall'altra noi tutti (di ogni generazione, una dopo l'altra) siamo stati spesso ingenui per usare un eufemismo.
Ma siccome l'energia vitale che ci proviene dalla nostra Storia non é affatto sopita non dobbiamo continuare a piangerci addosso e riprendere viceversa pazientemente il filo d'Arianna per riuscire alfine a trovare l'uscita dal labirinto.
Questo implica del tempo necessario ed utile per riorganizzare la Resistenza provando a ritrovare dentro ognuno di noi la Volontà che serve per costruire una cittadella fortificata mirando a ricercare ciò che unisce piuttosto che perdersi nella differenze - spesso anche meschinamente piccole - che troppe volte hanno diviso l'unica possibile e praticabile reale alternativa al modello di (sotto) sviluppo che ha invaso l'Italia e l'Europa con i suoi carri armati e con i suoi bombardieri (grazie anche ai collaborazionisti sabotatori imbarcati nelle sue fila).
Il Centro Studi Socialismo Nazionale crede di aver individuato in altre realtà consimili l'opportunità di formulare attraverso una sinergia federativa un processo rigenerativo ed attualizzabile, nel contesto del nuovo millennio, di quel grandioso disegno socializzatore che mira all'esclusione dei disvalori economicisti nella sintesi di una collaborazione organica e disciplinata dei reali valori dell'Uomo quale elemento fondativo di ogni ascesa trascendente che mira al "bene dell'Essere" contro ogni tentazione dell' "egoismo dell'avere".
Il tempo stringe e non possiamo più attardarci; ora é il momento o mai più.

sabato 4 dicembre 2010

UNA VOCE CONTROVENTO.

giovedì 2 dicembre 2010

ONORE A PAOLO SIGNORELLI.

Nel ricordo del Suo coraggio e della Sua fierezza, nel momento della lotta  politica e nel momento della sofferenza fisica, abbruniamo le insegne. Domani ci saremo a Roma per salutare il tuo viaggio ai Campi Elisi.

Paolo Signorelli: Presente ! 


mercoledì 1 dicembre 2010

SEMPRE PIU' EVIDENTE LA NECESSITA' DI UN ESERCITO INTEGRATO DELL'EUROPA NAZIONE.

In altri tempi un esercito di volontari di tutta Europa dimostrò il suo Valore..........; oggi invece...
 
Il ritorno del militare tuttofare............
L’ipotesi di impiegare i militari per gestire il caotico traffico automobilistico di Roma non si è concretizzata ma negli ultimi tempi è tornata comunque in auge la tendenza all’impiego dei militari tuttofare, soldati trasformati da forza specializzata e professionale in manodopera a basso costo a cui assegnare i compiti che altri organismi pubblici non riescono ad assolvere.
Da qualche mese, l’emergenza calamità a Reggio Calabria ha indotto a impiegare i soldati per fare la guardia al tribunale, compito che spetterebbe alle forze di polizia. Due settimane fa hanno lanciato ponti e soccorso centinaia di persone durante l’alluvione nel vicentino, da ormai due anni in molte città italiane è in atto l’operazione “strade sicure” che vede pattuglie congiunte composte da agenti e militari.
In attesa che le prime nevicate richiedano anche quest’anno il “blitz” di centinaia di soldati per spalare la neve a Milano la rinnovata emergenza rifiuti in Campania sta già mobilitando altri militari: genieri per raccogliere i rifiuti (e i 2 mila netturbini di Napoli, pagati per fare questo lavoro, che fanno?) e fanti per proteggere discariche e centri di smaltimento definiti “siti strategici”.
Mentre il bilancio della Difesa sottrae anche nel 2011 preziose risorse per l’Esercizio, cioè per l’addestramento dei reparti e la manutenzione di mezzi e infrastrutture, si sperpera denaro in iniziative di nessuna utilità pratica come la mini-naja e si impiegano i militari in compiti che hanno solo un valore d’immagine utile alla classe politica per apparire “decisionista” chiamando in causa una delle poche istituzioni che ancore gode della fiducia dei cittadini, quella militare.
Ieri il generale Leonardo Tricarico , ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e consigliere militare di tre premier, si è espresso con durezza contro i soldati-spazzini, la mini-naja e a tutti quegli ”impieghi impropri che in un contesto di rigida austerità andrebbero limitati”, così come ”le iniziative estemporanee che disperdono risorse e interferiscono con la programmazione delle attività addestrative e operative, talvolta fino al punto di snaturare il ruolo delle forze armate o di avallare l’idea che esse possano sistematicamente supplire a ogni carenza di qualsiasi altra amministrazione dello Stato”.
Secondo Tricarico, socio fondatore della Fondazione Icsa, ”la sorveglianza delle discariche campane, lo spalare la neve nel norditalia e l’impiego in attività di ordine pubblico e sicurezza ne sono alcuni esempi” così come ’’è discutibile l’utilità delle tre settimane di mini-naja, tanto più che non vi sono mai stati problemi di insufficienti arruolamenti. Quelle risorse sarebbero meglio impiegate per ampliare il contingente da arruolare o per trattenere il personale in ferma prefissata già addestrato a caro prezzo”.
“Il fenomeno del precariato militare ha infatti assunto proporzioni inaccettabili soprattutto con riferimento ad altri comparti pubblici: un solo militare su quattro oggi viene arruolato dopo aver servito senza demeritare per uno o due anni nelle forze armate, gli altri tre vengono semplicemente congedati senza appello”.
Citando il caso dell’Aeronautica Militare, Tricarico sottolinea come i fondi per  l’Esercizio siano scesi dai 948 milioni del 2003 ai 214 del 2011. Se si pensa che nel 2010 per il solo carburante l’Aeronautica ha speso 117 milioni si può capire la profondità del taglio inferto”. E ancora: ”Gli impegni previsti per legge richiederebbero all’Aeronautica un’attività annuale di 130 mila ore, ma gli stanziamenti attuali non consentono di effettuare più di 90.000 ore di volo, con la prospettiva di scendere già nel 2013 a 70.000 ore, pari di fatto alla metà di quanto richiesto per i compiti di legge.
Ad aggravare il problema finanziario e dell’impiego dei militari per attività di competenza di altri organismi pubblici contribuisce ”la tendenza, in atto da anni, al mancato rimborso dei costi anticipati per conto di altre amministrazioni: negli ultimi dieci anni, i costi non reintegrati per il solo trasporto di Stato ammontano a oltre 250 milioni. Oltre a svolgere il lavoro di altri, ai militari non vengono neppure rimborsate le spese sostenute che ricadono su un bilancio sempre più ristretto che limita addestramento e disponibilità di mezzi.