sabato 8 agosto 2009

IN NOME DELLA LEGGE


La produzione normativa delle Istituzioni cosiddette "democratiche" di questo paese chiamato ancora Italia (camera, senato, regioni, province, comuni - senza contare gli ukase della commissione europea), é maniacale e parossistica. E' il segnale più evidente della impotenza di attuare e far rispettare le leggi che già ci sono. Siamo alle grida di manzoniana memoria o agli editti della Roma papalina ! All'origine di un fenomeno così deleterio c'é un'incultura giuridica che caratterizza l'attuale classe politica che, ai vari livelli di competenza, ha però il potere di emanare norme cogenti per il cittadino-suddito. Si cerca in tal modo di regolamentare l'intera vita del cittadino anche nei suoi aspetti più intimi e personali e della stessa società, restringendo tutto nelle maglie della norma scritta e nulla più lasciando al costume, alle tradizioni, all'autodisciplina. Questo frenetico, schizofrenico moto perpetuo legislativo é aggravato da gnoranza, superficialità e faziosità con cui questa classe dirigente legifera. Ecco poi che sono necessari regolamenti attuativi, norme esplicative, circolari ministeriali degli organismi coinvolti se non addirittura altre leggine interpretative. Con gli organi istituzionali così combinati, con esecutivi in evidente stato confusionale, in competizione fra di loro nella ricerca spasmodica dei più disparati "divieti", ogni paradosso, ogni assurdo, ogni oscenità diventa possibile. Siamo arrivati al punto in cui é necessario elencare solo ciò che é ancora permesso, dal momento che tutto il resto é VIETATO. Questi ultimi anni ci insegnano che l'attuale sistema politico può tranquillamente essere classificato come una "democrazia dittatoriale" e stiamo sperimentando sulla nostra pelle che si tratta del sistema più odioso che la storia ricordi anche perché sopravvive sulla base pedagogica della irresponsabilità. Ogni episodio della vita sociale é preso a motivo per invocare norme eccezionali e repressive con la complicità degli stessi cittadini-sudditi ormai perfettamente integrati nel sistema. Ai padroni del regime, un regime vassallo dei poteri usurocratici sovranazionali, non pare vero di poter controllare e mettere in trappola tutti i dissenzienti e, quindi, uomini ancora liberi da condizionamenti mentali e materiali e noi coinvolti nel perverso meccanismo della corruzione sistemica purché, ovviamente, IN NOME DELLA LEGGE. In tale contesto, il movimento alternativo di rsistenza all'attuale regime, dovrà assumere come elemento identificativo il motto futurista: "VIETATO VIETARE !".