domenica 31 maggio 2009

PALINGENESI DI UN SOGNO


" Nondimeno, se nasceva una discussione, bastava un anarchico, sia pur l’ultimo e analfabeta, ma non erano quasi mai analfabeti anche se facevano un mestiere, per tener testa a un gruppo di socialisti.
“È vero o no” gli dicevano a che più si combatte insieme e più s’avvicina il giorno in cui ci sarà un mondo senza classi, senza più sfruttati e senza più sfruttatori?”.
“Poniamo di si” l’anarchico rispondeva.
“Come poniamo? Il numero fa o non fa la forza?”.
“Il numero fa gregge. Collettive sono le pecore che hanno sempre bisogno di tre cose: del pastore, del cane e del bastone.
L’individuo è libero e arbitro di tutte le sue azioni”.
“Parli come un capitalista”.
“E vojaltri come dei preti”.
E venivano alle mani.
E nel migliore dei casi; “Con te non si può discutere. Voi anarchici siete dei Poeti”. ( Vasco Pratolini )
Mi sono imbattuto in queste frasi colorite e con un sapore ottocentesco, parole dette alla luce di una lampada ad olio, risuonanti negli anni densi di mille speranze per quel popolo di lavoratori che, contribuendo alla realizzazione della rivoluzione industriale, s'attendeva il cambiamento delle proprie condizioni di vita.
Fare il parallelo con un precario di oggi e' una naturale conseguenza e la diversita' angosciante e' che, mentre quegli uomii di ieri, pur contriti in miserevoli condizioni di vita e di lavoro, coltivavano nel cuore una speranza, una possibilita', un sogno ardito che li rendeva per l'appunto tutti poeti, tutti sognatori, TUTTI LIBERI, il precario di oggi, il disoccupato, il pensionato al minimo sociale, non ha via di scampo, non ha diritto neanche alla speranza ed al sogno, il suo domani e' destinato ad infrangersi nel cupo di una depressione senza prospettive.
Gia', le prospettive.... le stelle polari dei nostri sogni, la politica, la dignita', il rispetto, la gioia, la vittoria, il sangue : nulla di tutto cio' esiste piu', tutto e' omologato e conforme, tutto e' razionalizzato e precotto.
Il SISTEMA ha provveduto a disarticolare le speranze , a conculcare i sogni inducendo gli oppressi ad una lotta fratricida.
" E venivano alle mani".....una frase semplice ma rivoluzionaria, che ha un sapore di schiettezza e di verita' di sentimenti.
Una frase senza deleghe ma che impone a ciascuno di farsi carico delle proprie responsabilita' e di concorrere come parte attiva al cambiamento della societa'.
Questa forza oggi e' stata sottratta all'operaio, al precario, all' uomo nella sua accezione universale e il Sistema gli concede al massimo di esporre le sue istanze attraverso il meccanismo ASETTICO , NEUTRO e INUTILE del voto.
S'attua cosi' una specie di riflesso pavloviano e con il tracciare una croce su una scheda multicolore l'uomo , il cittadino, il depresso, lo sfruttato, crede di fare la propria rivoluzione, crede davvero di avere, apponendo quella croce, l'energia morale sufficiente a scardinare le catene che lo inchiodano ad una vita in gabbia.
Cosa rappresentano quei simboli multicolori e confusi sulla scheda elettorale ormai non e' piu' chiaro a nessuno.
Le identita' e i messaggi politici sono mescolati alla bisogna, il nemico di ieri e' l'amico di oggi e nessun confine e' certo poiche' a nessuno piu' interessa l' essere depositario di una speranza di rivoluzione , ma tutti i partiti sono concordemente e tenacemente proiettati in una dimensione artificiale lontanissima dall'angoscia del quotidiano.
Tra una settimana ci potra' essere il resettamento di tutto il sistema politico italiano, ci potra' essere quel terremoto che il Sistema stesso ha previsto, al fine di restringere la cerchia di coloro che sono chiamati a gestirsi il potere ed i suoi lussi.
L'oligarchia cantera' il suo trionfo e ai miseri partecipanti di questa sceneggiata non restera' che la via dell'oblìo.
NOi quel giorno nasceremo, noi saremo sulle barricate al primo albeggiare, sventoleremo le nostre bandiere cullate dalla brezza del mattino e richiameremo all'unita' tutti gli uomini di buona volonta', tutti gli oppressi, tutti i vinti, tutti i cuori indomiti.
Non guarderemo al colore politico, non ci cureremo del rosso o del nero : ci metteremo la mano sul cuore e ci guarderemo negli occhi.
Le nostre parole diveranno le parole di tutti, saranno la speranza che come lama di spada fende la nebbia ostinata calata nelle coscienze.
Questa e' la lotta politica, questo e' il sogno, questa e' la storia che dobbiamo scrivere tra la gente e per la gente.
Saremo l' esaltazione dell' egoismo individuale traslato in una funzione di amore collettivo.
“Con te non si può discutere. Voi anarchici siete dei Poeti”.... e noi faremo della poesia un moto interiore di liberta' e di vita oltre ogni confine ideologico, oltre ogni IERI , oltre ogni rancore passato, in una visione condivisa per ottenere un futuro da uomini liberi.
In alto i cuori !

lunedì 25 maggio 2009

BERLUSCONI NON E' IL MIO PRESIDENTE !

BERLUSCONI NON E' IL MIO PRESIDENTE !

Se il MDAP avesse le risorse per poter far uscire un manifesto sui muri d' Italia, mi piacerebbe che vi fosse scritta questa frase.
Un motto intorno al quale , se e' vero che il 40% degli italiani vota il PDL, un restante 60% potrebbe trovare le giuste motivazioni per serrare le fila e provare a togliersi di torno questo cesare con i tacchi.
Premetto che non sono affatto "antiberlusconiano", anzi come persona come imprenditore, faccendiere, sono pronto a riconoscerne tutte le indubbie capacita', ma come presidente del consiglio di una nazione pseudocivile, ho forti perplessita' a compiere tale riconoscimento.
E, per forza, mi direte, tu sei evoliano, jungeriano hai una visione nobile ed aristocratica della funzione dello Stato, come fai a farti piacere l'emblema del neopaganesimo arcoriano?
In fondo che cosa c'e' di malvagio nell'essere un CORRUTTORE ?
Berlusconi non e' UN corruttore ma e' IL corruttore e , badate bene, non sto parlando di Mills e di quei quattro soldi, che sono l'unica corda rimasta alla sinistra con la quale presto impiccarsi per pagare il fio della propria inadeguarezza politica, sto parlando della corruzione MORALE di una intera nazione.
L' Italia in questi 15 anni di nuova religione liberista, liberalcapitalista e' stata profondamente modificata, alterata...appunto CORROTTA nei suoi valori fondanti, nelle sue cellule morali, nelle sue priorita' esiziali.
Oggi e' "normale" che una famiglia venda la figlia minorenne al Re in cambio di notorieta' e successo nel mondo patinato delle veline, e' un peccatuccio veniale che il virus della lussuria a gettone sia condiviso dai maggiori organi di stampa ( da quelli che una volta erano giornalisti e ora - essendo stati corrotti essi stessi- ammiccano, difendono, sminuiscono pronti a saltare sul chi va la' ad ogni stormir di foglie che possa ledere il loro padrone).
A tal proposito mi sento di dover citare il titolo odierno di Libero che in prima pagina scriveva: " NOEMI ? E CHI SE NE FREGA ! "
MAh, boh.....il ME NE FREGO di autarchica memoria aveva tutta un'altra significazione.
Potrei stupirvi mostrandovi un sms di circa un anno fa inviatomi da un caro amico che, dopo una "cenetta ad Arcore" alla quale parteciparono le aspiranti veline per il programma STRISCIA LA NOTIZIA ( pare cooptate e selezionate da tale UMILIO FEDE un ex-giornalista che ora sembra faccia il ruffiano a tempo pieno) mi scriveva il nome e cognome di colei che sarebbe stata la futura velina in quanto si era particolarmente "distinta" in certe pratiche di carfagnana memoria.
E' il paese ad essere corrotto, nei suoi meccanismi essenziali, nelle sue istituzioni: il parlamento e' diventato una assemblea pletorica e per forza, mi viene da dire, con un cosi' nutrito stuolo di insignificanti elementi nominati per meriti fisico anatomici piu' che per altro.
Al Parlamento cambiamo il nome, chiamiamolo HAREM... che tanto dii eunuchi a guardia delle vergini del sultano ne e' pieno Montecitorio.
Torniamo al 60% di Italiani che qualche domanda ancora se la pongono e proviamo a scommettere se riusciranno anche a darsi qualche risposta perche' il tempo e' poco, la classe dirigente dell'opposizione merita una vacanza premio ad oltranza, purche' ce li togliamo di torno.
Il primo e piu' grande peccato commesso dalla sinistra e' quello di non aver contrastato la deriva dell'educazione del popolo, lo sfacelo morale.
Sfacelo che, spiace dirlo ma e' chiarissimo, faceva, ha fatto e fa comodo ad un sacco di gente che, seppure sotto le insegne del PD , campa di compromessi e corruttele con il PDL.Insomma cari compaesani, se la nostra speranza e' che a questo circo sia messa fine da parte di Franceschini o del buon Tonino ...eheheh stiamo freschi !
L' IDV cosi' agguerrita, cosi' virilmente OPPOSIZIONE, cosi' cagneschi e feroci, è in realta' un' altra creatura di quella cupola massonica che , attraverso il dipietrismo , ha frantumato il PD e la pseudosinistra, garantendo al piccolo Cesare anni di fulgido ed imperituro governo.....alla faccia nostra.
Bene anche stasera la nausea sale, la mia Italia in mano alla mignottocrazia e gli italioti stanno al mare a cuocersi le chiappe, me ne torno in trincea a mangiar fagioli ma , ricordatevi : BERLUSCONI NON E' IL MIO PRESIDENTE ! "

mercoledì 20 maggio 2009

Mistificazioni ad uso e consumo dell'antifascismo istituzionale

ALLA DIREZIONE della Rivista
"Storia del Novecento"
Mensile di Storia contemporanea Arezzo, 19 maggio 2009

Gentile Direttore,
chiedo ancora ospitalità per diritto di replica a quanto continua ad affermare il signor Bertotto il quale basa il suo assunto sul fatto che Mussolini abbia "messo volutamente ai voti l'ordine del giorno" (non la mozione !) presentato da Grandi, insinuando così una implicita adesione dello stesso Mussolini. Risulta che anche in una riunione condominiale se viene presentato un O.d.G. questo debba essere messo ai voti e solo il sig. Bertotto trova del tutto nuova tale prassi per quel "tipo di riunione". Comunque, a parte questo dettaglio che - ai fini di una valutazione storica della dinamica degli avvenimenti é, dal sig, Bertotto, inserito nel contesto del tutto pretestuosamente - resta il fatto incontrovertibile che il risultato della votazione dell'O.d.G. Grandi dette l'avvio e la giustificazione politica alle procedure del programmato da tempo colpo di Stato eterodiretto (la lettera di John McCaffery, tra le altre, ne é la prova !), colpo di Stato effettuato con la complicità di diverse componenti interne tra le quali non é possibile escludere i membri del Gran Consiglio del Fascismo che votarono a favore di Grandi. Lo stesso Grandi, uscito dalla riunione all'alba del 25 luglio, era atteso dal Ministro della Real Casa Acquarone, regista ufficiale della congiura. Alle ore 06.30 sempre del 25 luglio, il re riceve Acquarone il quale lo informa della visita di Grandi e delle decisioni del Gran Consiglio. Il signor Bertotto continua a sostenere che "Giuridicamente i firmatari dell'ordine del giorno Grandi non erano penalmente perseguibili". Al momento dell'incriminazione e alla luce degli avvenimenti (colpo di Stato, arresto del Capo del governo, resa senza condizioni, tradimento dell'alleato, provata collusione col nemico, ribaltamento delle alleanze) motivi di colpevolezza di rilevanza penale oltre che politica, ne esistevano ormai a sufficienza, al di là di ogni sofisma dialettico che si possa oggi sollevare sulla consapevolezza o meno di alcuni imputati.
Il Partito Fascista - ripeto - aveva il diritto-dovere di processare e condannare, in primis sul piano politico, i responsabili ed é storicamente provato che il Partito ha tenuto volutamente e pervicacemente fuori dal processo ogni e qualsiasi intervento dello stesso Mussolini anche in considerazione della particolare situazione familiare che lo vedeva tragicamente coinvolto in prima persona. Ma non solo per questo; venne tenuto conto della funzione preminente di Mussolini quale Capo della Repubblica Sociale Italiana, quello Stato repubblicano che il signor Bertotto - anche a distanza di tanti anni e nonostante che l'esperienza repubblicana sia oggetto di studio e di approfondimento a livello accademico in vari paesi del mondo - non riesce proprio a digerire.
Provi, il signor Bertotto, ad immaginare per un momento l'Italia post 8 settembre senza Mussolini e senza la Repubblica Sociale Italiana. Tornando in argomento, é accertato documentalmente che il Partito Fascista Repubblicano, nella sua interezza, volle assumersi direttamente la responsabilità morale e politica del processo e delle condanne a morte. Per il signor Bertotto si é trattato di vendetta. E' una sua opinione.
Per Stelvio Dal Piaz si é trattato di giustizia anche se parziale dal momento che dei responsabili si erano dati prudentemente alla latitanza. Sarebbe doveroso e corretto che il signor Bertotto - per rispetto della verità storica - lasciasse fuori del processo di Verona Mussolini e la volontà di Hitler (che poteva pure coincidere con quella dei Fascisti !) alla quale lo stesso Mussolini si sarebbe sottomesso facendo "assumere all'esecuzione di Verona il lugubre carattere delle indiscriminate purghe staliniane". E' ormai chiaro -anche sulla base di altri suoi scritti apparsi sia sulla Rivista che sul quotidiano "Rinascita", - che il signor Bertotto, perfettamente integrato nel filone di un antifascismo di ritorno, sia alla ricerca di notorietà mediatica e di legittimazione antifascista attraverso la vivisezione ossessiva del personaggio Mussolini che, in un sistema di mercato qual'é quello attuale, é sempre e comunque un prodotto commercialmente molto appetibile e di sicuro successo indipendentemente dall'ottica con cui viene presentato. Ma tutto questo, con la ricerca storica, ha poco da spartire. si tratta di operazioni che nascono dal desiderio piccolo borghese di legittimaziona politica da parte dell'antifascismo doc, di quell'antifascismo che fu inventato dalla propaganda del Komintern intorno al 1930 e che é stato diffuso e reso popolare in tutto il mondo dagli ambienti demoplutocratici e massonici di Hoolywood e di New York.
si é trattato, in concreto, di quella operazione congiunta -COMUNISMO & LIBERALDEMOCRAZIA - attraverso la quale si é riusciti a coinvolgere in una generale accusa di oscurantismo ogni forza europea capace di reagire al disegno mondialista di quella cupola usuraia che ha la sua sede logistica ed operativa negli Stati Uniti.
In Italia, in Europa e nel mondo - voglio affermare - l'uomo che ha impersonato questa forza, che ha saputo incarnare ed interpretare l'esigenza posta dalla cultura del suo tempo - superare l'ideologia borghese scientista ed egualitaria del XVIII secolo - é indiscutibilmente Mussolini il quale - come ebbe a scrivere Adriano Romualdi - "ha dominato il suo tempo per lunghi anni, ha suscitato una nuova speranza, ha infuso forza, fede, energia ad un popolo vecchio, scettico, sfiduciato. E' stato un antico romano in mezzo a degli italiani. E' stato il migliore di noi
". Nell'attuale contesto é ancora troppo facile denigrare Colui che - come lucidamente ebbe ad affermare sempre Adriano Romualdi - "in un momento di tramonto e di decomposizione, nel grigio orizzonte della modernità razionalistica ed economicistica, da autentico rivoluzionario, rimise in movimento la ruota della Storia2.
Prendo atto che il signor Bertotto,bontà sua, mi grazia da considerazioni di carattere ideologico che, sempre secondo lui, non porterebbero a chiarire la "dinamica" della controversia. Non é mia abitudine innescare polemiche, ma non posso tacere sul tentativo di dividere i Fascisti veri tra "moderati" ed "intransigenti", tra i "rivalutati" dalle istituzioni democratiche ai quali sembra siano state intitolate addirittura vie e piazze, ed i "reietti" unici rappresentanti del "male assoluto".
E' un tentativo che fa parte di un ben noto disegno di cosiddetta "pacificazione" sulla base di una "memoria condivisa" costruita a tavolino per motivi di carattere contingente. In risposta a tale tentativo, del quale non é certamente autore il signor Bertotto, faccio mia - come metafora - una riflessione del più volte citato Adriano Romualdi, noto intellettuale Fascista della generazione post-bellica, purtroppo prematuramente scomparso:
"Quel che non perdono al mio tempo non é quello di essere vile, ma di dover costruire ogni giorno l'alibi della propria viltà diffamando gli Eroi".
Grazie per l'ospitalità e cordiali saluti
Stelvio Dal Piaz
Arezzo

domenica 17 maggio 2009

DIGNITA' RESIDUALE

La lettura e' stata rapida, famelica , anche se pagina dopo pagina la nausea esplodeva contorcendo le viscere.
" La pelle" di Curzio Malaparte e' un romanzo in cui viene descritta la perdita di ogni dignita' residuale di un popolo vinto che si prostituisce per il puro istinto di sopravvivenza.
E' una denuncia lucida e forte di quello che fu il degrado morale del popolo italiano, comprato da pacchetti di sigarette americane e stecche di cioccolata.
Il nichilismo trionfa in un aberrante scenario che vede gli italiani vinti, asservirsi completamente al vincitore saziandone completamente i vizi e le bramosie.
Malaparte descrive le donne di Napoli che nella speranza di sopravvivere persero ogni freno morale vendendo ai soldati americani la loro carne e i loro figli.
Il degrado morale lo si potrebbe definire pasoliniano, ma la forza della narrazione e' ancora piu' feroce e assai meno poetica.
Malaparte ha in mano un pennello con il quale disegna scene di annichilimento morale che trovano nell'oggi la loro piena realizzazione profetica.
Siamo giunti al velinismo, al grande fratello , alla smania di emergere dal nulla della propria esistenza , cooptati da una serie di pseudovalori morali importati dal simbolismo made in USA.
L'autore denuncia con esplicita forza che quando un uomo ( un popolo) perde la propria anima, la propria dignita' morale, e' disposto a tutto per salvare la pelle ( intendendo quella che fisicamente ricopre le ossa) , ultimo baluardo tra la vita e la morte.
Cio' rende accettabile l'idea di prostituirsi, di vendere i propri figli al piacere dell'invasore, cio' rende possibile l'impossibile.
Solo la salvezza della propria anima permette ad un essere umano di salvare se stesso e di mantenere in piedi quel costrutto morale che e' proprio di una CIVILTA'.
E la domanda che sorge è: come reagiremmo noi oggi ad una prova così forte?
Malaparte non ha dubbi ed afferma che un giorno i nostri figli saranno venduti per molto meno che per la salvezza della pelle (forse per la salvezza dei nostri “vizi“ di società degradata).
Ora accendete la televisione e provate a guardare un qualsiasi programma di tv spazzatura e se un senso di nausea , una voglia di rivolta , non vi sorge nel cuore, allora vorra' dire che la vostra anima e' ormai morta, la vostra dignita' e' un residuo, un inutile orpello e che non vi resta che asservirvi al SISTEMA per salvare illusoriamente la vostra pelle.
Noi rifiutiamo la morte delle nostre anime, difendiamo i nostri figli , la nostra identita', non ci pieghiamo all'invasore, rinunciamo alle sigarette e alla cioccolata e nudi, famelici e raminghi, presidiamo la nostra foresta nella consapevolezza che solo l'integrita' delle nostre idee puo' regalarci la salvezza ed il nirvana.
Non lottiamo per noi stessi, lottiamo per il domani dei nostri figli, affinche' sia riconosciuta loro dignita' di uomini e non di schiavi del sistema.
Siamo soli e contro il mondo, ma noi siamo vivi e gli altri hanno rinunciato a sentir fluire nelel loro vene il sangue puro dell'idea.
Buona visione a tutti.

mercoledì 13 maggio 2009

ACRAZIA E LOGOS : LA MIA ANARCHIA


ACRAZIA E LOGOS : LA MIA ANARCHIA

Anarchia ( dal greco: senza governo ) e' una parola misteriosa, affascinante, che esalta la concezione assolutista dell'uomo nella sua piena realizzazione razionale e nella sua liberazione da qualsivoglia dogmatismo.
L'uomo nella concezione anarchica viene assunto egli stesso a DOGMA.
E' una visione politica, economica, umana di infinita bellezza e di ancor piu' aspra realizzazione pratica ma il suo essere una utopia ne incrementa il fascino agli occhi di chi, come me , nutre una smisurata fiducia nella capacita di autodeterminazione e di autogoverno del singolo individiuo all'interno di una struttura sociale in cui la liberta' e' l'unica legge vigente e degna di essere rispettata.
Il carattere utopico non e' tanto nella concezione anarchica, quanto nella inadeguatezza dei soggetti umani che compongono la societa'.
E' proprio la massa, la folla, la moltitudine che non ha ferree regole morali, che non ha capacita' di autorganizzazione, che non e' in grado di autolimitarsi a rendere utopico il sogno anarchico.
Non e' questa paginetta il luogo ove spendersi in una dissertazione storica sul movimento anarchico ma e' piuttosto l'occasione per verificare cosa vi e' all'interno della parola anarchia nella sua primigenia significazione.

« [...] Ti sto dando la mia seria e ponderata professione di fede. Sebbene un fervente sostenitore dell'ordine, io sono - nel più forte significato del termine - un anarchico." »

« La democrazia parlamentare è sconfitta [...] Democrazia è Demopedia, l'istruzione del popolo" » (Pierre-Joseph Proudhon)

In queste due frasi si concentra gran parte dello spirito anarchico che non e' affatto lo stereotipo al quale ci hanno abituato a pensare gli anarchici di oggi.
Il pensiero di Proudhon e' avvincente nella sua schiettezza, e' disarmante nell'impegno morale che ne viene al singolo individuo.

Tutti i partiti senza eccezione, nella misura in cui si propongono la conquista del potere, sono varietà dell'assolutismo", "Il governo sull'uomo da parte dell'uomo è la schiavitù", "Chiunque mi metta le mani addosso per governarmi è un usurpatore e un tiranno: io lo proclamo mio nemico" - Pierre-Joseph Proudhon

Il concetto base dell' anarchia e' la liberta' : solo la liberta' puo' generare liberta'.Solo la consapevolezza di sè genera consapevolezza e rispetto dell'altro in un meccanismo automatico di esaltazione del singolo individuo integrato in una collettivita' armonizzata e solidale.

Il pensiero anarchico sceglie una struttuora sociale organizzata in modo pienamente ORIZZONTALE, nella quale gli individui si relazionano per cio' che essi sono in una serie di rapporti non-autoritati bensi' interazioni condivise e paritetiche.
In una società anarchica si rifiutano quindi leggi, comandi, imposizioni, principi fondati sul volere della maggioranza, rappresentanze, discriminazioni, guerre come metodo per risolvere contrasti, realizzando la gestione ed il superamento dei conflitti attraverso assemblee di comunità o chiarimenti ed accordi tra i diretti interessati.
L' Anarchia si presenta, a livello teorico, come idea di Società ideale, in quanto considera l'uomo come essere evoluto, intelligente e responsabile a tal punto da non aver bisogno di leggi.
L'uomo e la donna nella loro concretezza individuale sono il bene assoluto dell'anarchico, il quale fonda nella necessita' di abolire qualunque sovrastruttura gerarchizzata poiche' la loro esistenza non solo e' inutile ma e' limitante del concetto di liberta' individuale.
Il potere costituito, infatti, in tutti questi secoli ha dato ampia prova della sua inadeguatezza generando falsa giustizia, falso ordine, falso spirito sociale e trasformando, mascherandoli, gli interessi di pochi detentori del potere in interessi propri di una intera collettivita' spesso inconsapevole.
La gerarchia anarchica non la si deve cercare al di fuori di se stessi ma deve essere parte integrante dell' Io di ciascuno di noi.Il Movimento di Azione Popolare e' dunque anarchico?
A mio giudizio lo e' e lo e' in modo quasi istintivo e inconsapevole in quanto vuole porre il potere nelle mani della collettivita' rifiutando il concetto di partitocrazia funzionale alla gestione del potere.
Coloro che attraverso il MDAP ( che e' e resta un moto popolare profondamente democratico ) avranno la delega a gestire una qualunque forma di potere, non lo faranno per affermare il proprio IO sopra la moltitudine che li rappresenta, ma saranno impegnati a dare una forma fisica, spirituale e giuridica alle istanze comuni a tutti nel disegno progettuale di costruire una societa' che abbia nella giustizia vera e nella esaltazione dell'interesse collettivo il proprio fondamento.
Immaginare la voce di un intero popolo che si diffonde attraverso la bocca di una sola persona delegata e che sia chiamata ad esercitare la pura funzione di strumento attuativo di un indirizzo collettivo, e' una idea che esprime una grande Forza, uno stimolo potente all'agire.
Ancora molto abbiamo da costruire.....

martedì 12 maggio 2009

Comunicato stampa Direzione Nazionale Movimento NazionalPopolare

Si è svolta ieri, domenica 10 maggio, a Roma Isola Farnese, la prevista assemblea del Movimento Nazional Popolare. Presenti camerati venuti da diverse parti d'Italia e delegazioni di altre comunità militanti. Aperti i lavori dal Presidente Nazionale Rutilio Sermonti, relazioni politiche sono state svolte dai dirigenti dell'Ufficio Politico Nicola Cospito, Adriano Rebecchi e Massimo Tirone i quali hanno osservato come ormai la crisi del liberismo in Italia, in Europa e nel mondo sia arrivata ad un punto di non ritorno. Tale crisi, destinata ad aggravarsi data l'insipienza dei governi incapaci di mettere mano ai provvedimenti necessari, determinerà un ulteriore crollo del potere d'acquisto dei salari, un aumento vertiginoso della disoccupazione, una crescente insicurezza nella vita dei cittadini, minacciati da una criminalità sempre più aggressiva e fuori controllo. Anche la situazione internazionale resta minacciosa davanti alle tensioni create dal governo israeliano nello scacchiere mediorientale con l'occupazione della Palestina e i continui massacri di cittadini inermi nella striscia di Gaza. A fronte del crollo del liberismo, il governo italiano appare sempre più succube dei poteri forti, dilapida il denaro pubblico in imprese senza senso come l'avveniristico ponte sullo stretto di Messina e non si cura affatto della crisi della giustizia, del caos dilagante nella scuola, dell'emergenza abitativa, di una effettiva ripresa dell'economia che offra alle giovani generazioni un futuro che non sia di miseria.
In questo senso e su questa strada il MNP si presenta come forza di opposizione totale al berlusconismo corrotto e corruttore delle coscienze, come forza antagonista tanto alla destra invertebrata neoantifascista quanto alla sinistra, anch'essa ormai espressione delle lobbies e dei potentati più o meno occulti.
Di fronte alla inutilità del parlamento europeo come istituzione, di fronte ad una legge elettorale truccata che blinda i gruppi di potere e i comitati d'affari che si autodenominano Partiti, il MNP alle prossime elezioni di giugno opterà per l'astensione, aderendo all'appello del Fronte del NO. E questo anche perchè i gruppi cosiddetti di area ancora non sono riusciti a scrollarsi davanti alla opinione pubblica italiana l'immagine di ininfluenti appendici del centrodestra. Se infatti questi gruppi alle europee corrono da soli, ben diversamente stanno le cose nelle elezioni amministrative dove gli accordi con il PdL vanificano ogni parvenza di opposizione.

Nel dibattito che è seguito e al quale hanno partecipato Pino Convertini di Locorotondo (BA), Guglielmo Lolli Ghetti di Roma, Gianni Pipi di Sacrofano (RM), Benito Sarda di Barrafranca (EN), Celsio Ascenzi di Colli del Tronto (AP), Vincenzo Russo di Civitavecchia (RM), Gero Gargiulo di Roma, Filippo Giannini di Cerveteri (RM), Giorgio Vitali di Roma, Piero Puschiavo (Fiamma Tricolore di Verona), tutti gli intervenuti, anche in varietà di opinioni sulle tattiche politiche da adottare, hanno concordato che dopo le elezioni del 6/7 giugno bisognerà guardare al futuro trovando una unità operativa capace di restituire efficacia al ruolo politico dell'area antagonista. Una unità che dovrà nascere non dalle riunioni di vertice ma nelle iniziative concrete tra la gente e per la gente, nella prospettiva dii un'Assemblea Costituente che raccolga le forze all'insegna dell'antico motto Una sola Idea un solo Movimento !
In questo senso, Cospito, concludendo la riunione, ha lanciato l'idea di due appuntamenti importanti, uno al nord, in Piemonte, il 18 ottobre, davanti alla base militare di Cameri (NO) dove è in costruzione l'F35, un pericoloso aereo da bombardamento americano ed un altro sempre nel prossimo autunno, nella città di Taranto, per protestare contro il disastro ambientale causato dagli stabilimenti del'ILVA. Taranto infatti, per la forte concentrazione di diossina, è da considerare come la città più inquinata d'Europa. Ad aderire a queste iniziative saranno chiamati tutti i gruppi e tutti i movimenti di opposizione nazionale.
Su questi appuntamenti nei prossimi giorni verranno diramati comunicati più dettagliati.

Il MNP
Ufficio Politico
11 maggio 2009

martedì 5 maggio 2009

Un vento tiepido..................

Un vento tiepido porti via in fretta questi 30 giorni di ulteriore fregatura fatta di manifesti, spot elettorali, enunciazioni e battibecchi sull'europa che é e che non sarà mai con tutti questi commedianti.
Ognuno dice di correre per un'Idea ma in realtà tutti hanno solo in mente l'idea di vincere il gran premio, di avere in mano il biglietto della lotteria che li proietti in una di quelle comode poltrone azzurrine di un conclave inutile e demagogico.
Inutile perché comunque le decisioni vere sono prese dalle commissioni di tecnocrati nominati ad personam secondo logiche interne ai governi fantoccio degli stati-membri; demagogica perché tutti si impegnano a far credere che arrivare in europa possono contare mentre sanno benissimo di mentire sapendo che la corsa é solo per attingere al finanziamento del proprio gruppo che di politico ha sempre meno.
E che scorrano veloci dunque questi giorni perché solo dalle Comunità di Popolo si potrà sperare di ripartire, dai territori, dai singoli che si ritrovano e si riuniscono per rilanciare un altro modello etico, un altro modello di sviluppo, un altro mondo valoriale.
Per rispetto per ciò all'EUROPA noi NON VOTEREMO per le europee.
Ne riparleremo dopo l'8 di giugno e dovrà finalmente essere un parlare solo tra Uomini Liberi.

venerdì 1 maggio 2009

LETTERA DI SCUSE



LETTERA DI SCUSE

Amico mio,
oggi c'e' un bel sole che diffonde una luce chiara e colora l'aria mite con i profumi di una incerta primavera.Sono passati molti anni da quando una mano ostile ti nego' la possibilita' di vivere con pienezza le gioie dei tuoi vent'anni.
Non credo riconosceresti nulla dell'Italia che hai lasciato, nulla dei "camerati " che ti marciavano accanto.ùTutto e' stato ingoiato dalla polvere, tutto insozzato dalla febbre del potere.Non sono piu' in voga i VALORI e l' Idea non e' piu' quella che tu conoscesti e per la quale molti credettero necessario l'estremo sacrificio.
L'unica idea miserabile che e' inseguita con tenacia, da quegli stessi uomini che ieri alzavano al cielo i vessilli a te cari, e' il bisogno infinito del palcoscenico, di esistere in prima fila nell'agone politico.
Oggi, mio caro amico , la tua idea non si misura piu' con il sangue , ma con gli intrighi di palazzo, i disegni di potere e, sempre, con assegni a molti zeri.
Quei giovani, i tuoi amici, che ieri portavano con onore e dignita' il sigillo del tuo sangue sulle loro magliette, oggi che sono uomini di potere, lo disconoscono ad ogni occasione, cercano di “mondarsi” dal tuo sacrificio , di distaccarsi dalle ragioni stesse della tua vita.
Non trovo parole sufficienti a definirli ma provo un senso di nausea misto a pieta' per quegli esponenti politici che soffrono per l'esserti stati accanto, per esserti stati camerati.
Tu non riconosceresti nulla di questa societa' ormai drogata dai miti televisivi, dalle paranoie della pubblicita'; tu sei figlio di Almirante, di Berlinguer, di uomini POLITICI che nelle loro abissali. differenze ideologiche hanno sempre conservato dignita' e coerenza che oggi sono fardelli insostenibili ai carrieristi d'occasione.
In parlamento oggi seggono servi, sgualdrine, omucoli il cui brigare va nella sola direzione di un infame profitto : non esiste niente altro.
Siamo rimasti in pochi, lupi solitari nella foresta , presidiamo l' Onore pur sapendo in cuor nostro di essere senza alcuna speranza e senza nessun aiuto.
La Destra Sociale, e' e rimarra', un amaro sogno fino a quando non troveremo la forza di risorgere, fino a quando non troveremo le energie necessarie a sconfessare chi oggi arriva a vergognarsi di CIO' CHE E' STATO IERI.
Il 25 aprile appena trascorso e' stato il proscenio sul quale i saltimbanchi (eredi teorici) di quello che fu il glorioso MSI , hanno dato ampia dimostrazione del loro ESSERE IL NULLA.
Nel teatro della politica elettorale che sta per andare in scena in queste settimane, si sono preferiti i democristiani ai fratelli , si e' scelto un percorso privo di ogni stimolo identitario per approdare ad un risultato che, seppur raggiunto ,sara' senza onore e senza colore.
L' agibilita' politica e' il mito dei nostri giorni, e' la necessita' primaria che stritola ogni ricordo, ogni amore, ogni appartenenza.
ME NE FREGO !
Viene dal cuore e lo scriverei a lettere di fuoco sul Campidoglio come alla Camera dei Deputati.
Ogni mattina quando mi reco al lavoro mi aspetta una vecchietta, sciancata dall'artrite e da una vita di lavoro e sofferenza.
Porta arrotolato IL MANIFESTO sotto al braccio, si toglie di bocca l'immancabile sigaretta e mi saluta con il pugno chiuso.
Sa che non sono anti-antifascista : sa bene che sono fascista e che lo sono fieramente nelle idee, nei contenuti, nel vivere quotidiano ma senza odio e senza violenza .
Rispondo al suo saluto con un sorriso e lei mi manda un bacio: lo stesso bacio che ha dato alla foto del figlio quando l' ha tirata fuori dalla tasca e me l' ha mostrata.
Un ragazzo degli anni 70, con i capelli lunghi e l'aria sognante.
Un comunista, ucciso dai fascisti.
Un ragazzo come te morto per dare vita ad un mondo inutile che non merita certo il vostro sacrificio.
Sento il dovere morale di chiedere scusa sia a te sia a lui poiche' noi abbiamo saputo rendere inutile il vostro martirio.
Ciao Sergio.

GLI AMERICANI ! G. GABER 1976

1° MAGGIO SOCIALISTA NAZIONALE