mercoledì 9 settembre 2009

Dove va il Centro Studi.


E' in arrivo un autunno molto incerto e di difficile decifrazione riguardo agli sviluppi socio-economici - e dunque anche politici - che potranno esserci nella nostra nazione anche in relazione a quello che avverrà nel resto d'Europa e in concomitanza a situazioni geopolitiche alquanto tempestose soprattutto rispetto all'evoluzione militare nel vicino Oriente.
E da qui in avanti dobbiamo perciò anche noi tenere in mano la bussola per non cadere nell'imprecisione di un percorso che abbiamo sempre detto e ripetuto deve essere innanzitutto "lineare" e perseguire e rimanere su una precisa LINEA RETTA.
Non é più tempo, per capirci, di guardare solo la volta stellata del cielo ma utilizzare strumenti maggiormente precisi per non sbagliare via e evitando così di percorrere sentieri tortuosi che mal ci si addicono.
Dunque é arrivato il momento in cui formalizzando il nostro Centro Studi diventa imprescindibile anche dichiarare esattamente dove vogliamo andare ed eventualmente quale "mezzo" utilizzare ammesso e non concesso che qualcuno o qualcosa ci possa o ci voglia fornire l'eventuale passaggio o un posto riservato.
Per il Centro Studi é fuori discussione:
- qualsivoglia rinnegamento della Storia e delle Radici da cui traiamo la linfa vitale della nostra esistenza, umana e metapolitica, in Continuità Ideale con una Dottrina, prima ancora che un progetto, che viene coesa dalla convergenza tra pensiero socialista, sindacalismo rivoluzionario, nazionalismo interventista che dopo e con il peso ed il sacrificio (non solo morale) di tre anni di guerra di trincea porterà alla nascita dei Fasci di Combattimento;
- alla necessità di autodifesa delle Squadre di Azione;
- alla conquista rivoluzionaria del potere con le camicie nere simbolo iconoclasta dell'Arditismo combattente;
- al rinnovamento sociale della Nazione nel consolidamento del regime autoritario fino al sussulto di orgoglio ed onore della difesa del Terra de Padri dall'ignominia del sabotaggio plutocratico unito allo slancio moderno di una visione statuale innovativa che fu esperienza breve ma intensa, Repubblicana e socializzatrice.
Certamente non si può e non si deve rimanere fermi nostalgicamente a ciò che é stata Storia perché nella sintesi di "pensiero ed azione" ciò sarebbe paradossale e dunque bisogna proseguire con tenacia il cammino ma provando ad evitare una volta per tutte di continuare a girare intorno allo stesso albero, di perdersi dietro le frasche o - peggio - inciampare nei tanti rami secchi che abbondano.
Questo lo si può fare analizzando senza retorica e mitizzazioni inconcludenti i 60 anni e passa di ciò che é stato il "neo-fascismo" poi diventato "missinismo" e sfociato nei mille rivoli del delta paludoso della attuale "destra" italiana in cui la dispersione e lo "spezzatino" del Fascismo (per cui ognuno si prende un pezzo ritenendolo migliore del boccone preso dall'altro !) ormai la fa da padrona ed in cui tanti "capi" non riescono nemmeno a comandare qualche volta la loro stessa intelligenza.
Il Centro Studi ha convintamente pensato e pensa che un movimento di azione popolare basato su un progetto credibile ed attualizzabile di democrazia diretta in cui sia possibile la convergenza di esperienze diverse che hanno in comune l'aspirazione al promuovere un cambiamento ALTERNATIVO all'attuale modello di sviluppo liberista può avere successo se é capace di:

- eliminare qualsivoglia recriminazione antitetica rispetto al Fascismo nella sua totalità
- realizzare una composizione dell'organizzazione basata sul merito del lavoro militante in ambito di realtà territoriali omogenee raccordate tra loro e che promuovano la formazione di una nuova giovane classe dirigente locale che aspiri, nell'unione spirituale di una mistica rinnovata che miri evidentemente non al proprio interesse personale ma a quello supremo dei propri connazionali, ad essere la realtà di riferimento e dominante di una nuova Etica di comportamento e di funzione.
- dimostrare nei fatti e con diretta esposizione del concreto ciò che può essere formulato per ridare dignità al Lavoro, dignità alla Persona, dignità alla Identità di Appartenenza, giustizia nella Sicurezza, aspirazione alla serenità del Futuro per sé ed i propri discendenti, ricerca della Pace Sociale, autodeterminazione ed autonomia del nostro Popolo in pari considerazione alle autodeterminazioni ed alle autonomie di tutti gli altri Popoli, autonomia da qualsivoglia ingerenza religiosa nell'ambito della regolazione dei rapporti tra individui pur nella correttà libertà di etica individuale all'aspirazione morale purché non contrastante con le necessità e le regole del convivere sociale comunitario.

Sta ora a questo movimento dimostrare che ne é capace e se avvenisse che esso si spostasse dall'asse direzionale collimante con il Centro Studi evidentemente noi, rimanendo in cammino sempre e solo sulla linea retta, non potremo fare altro che guardare avanti. Anzi ci auguriamo addirittura che oltre al mdap altre realtà organizzate nella politica trovino nel loro zigzagare un momento collimante con il nostro essere metapolitica per aumentare tutti insieme la portata rivoluzionaria di un fiume che potrebbe rompere gli argini del conformismo, dello schematismo obsoleto, del pagnottismo, dell'immobilismo e riprendere il mare aperto della innovazione ed evoluzione rappresentata nel suo insieme più vasto dal socialismo nazionale che pur perdente nell'accezione bellica della sua esperienza é oggi il vero vincitore con il suo ESSERE tra le rovine di un mondo ormai perso solo dietro ai meccanismi perversi ed idolatri dell' AVERE.

Il Centro Studi dunque va non dove porta il cuore sic et simpliciter ma continua a marciare in avanguardia per rendere praticabile a molti il sentiero di un ordine rinnovato e ridonato alle ataviche aspirazioni di un Popolo, di una Nazione., attraverso gli strumenti che gli sono propri,
formazione dottrinaria, storico-culturale. mistica nel solco della Tradizione.
Agli altri il complemento delle alleanze, delle tattiche, dei "ludi cartacei" e di tutto ciò che la pratica e le regole del gioco impongono.

Chi ci considera inconcludenti non comprende che i soldati politici non hanno velleità di "mostrarsi" ma solo rispondere "presente" quando lo scontro (politico, civile, bellico non importa) lo richiederà perché ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno ovunque la Storia lo chiede.

Se poi avverrà che alla luce di prossimi avvenimenti o nuovi scenari sarà necessario per noi praticare anche la "Politica" oltre la metapolitica non ci tireremo indietro, nemmeno se fosse necessario anche ridare corpo a squadre di azione che nascano non per volontà utopica di uno ma nell'incontro tra tante decise volontà disposte al sacrificio ed alla sacrosanta RIBELLIONE.

Eja