domenica 7 giugno 2009

LA QUESTIONE ROMANA



Non é intenzione dello scrivente fare in questa sede la storia e la genesi di quella che storicamente é conosciuta come la "questione romana", ma visti certi ripetuti e purtroppo tollerati atteggiamenti da parte del Vaticano, é bene ricordare agli immemori i termini essenziali che trovarono la loro origine in due opposte esigenze: l'Italia unita aspirava legimttimamente e con tutte le sue forze ad avere Roma come propria capitale; la Santa Sede reclamava la necessità per essa di non essere sottoposta ad alcuna sovranità terrena nell'esercizio del governo della Chiesa universale. L'urto delle due esigenze dette origine alla "questione romana" che - tra l'altro - veniva utilizzata strumentalmente a danno dell'Italia a livello internazionale con l'ingerenza di non richiesti negoziatori stranieri ben sollecitati, viceversa, dalla Santa Sede. Uno dei tanti gravi problemi irrisolti che dovette affrontare da subito Benito Mussolini fu appunto quello dei rapporti fra lo Stato italiano e la Santa Sede. Occorre ricordare che la trattativa iniziata dal nuovo governo durò diversi anni e si interruppe più volte soprattutto a causa di due punti ritenuti fondamentali da parte italiana: l'educazione dei giovani, quale compito prioritario dello Stato, e il rifiuto da parte dello Stato italiano della proposta avanzata dalla Santa Sede di una garanzia internazionale nella nascita dello Stato Città del Vaticano. La nuova Italia nata con la rivoluzione delle camicie nere non poteva cedere su questi punti fondamentali ed alla fine la Santa Sede dovette convincersi che il clima era cambiato e l'era della chiamata di eserciti stranieri per la difesa del "trono e dell'altare" era ormai definitivamente e storicamente chiusa. Come pure é bene ricordare che Mussolini portò a termine la trattativa senza intoccare l'integrità del territorio italiano. Infatti, nella realtà, l'attuale territorio vaticano di fatto non appartenne mai al Regno d'Italia per quanto esso fosse considerato, in linea di diritto, come sottoposto alla sovranità italiana, questa sovranità non ebbe mai modo di esplicarsi e può dirsi che la innovazione portata dal Trattato é stata tutta e soltanto di valore giuridico. A questo punto é necessario riaffermare che lo Stato Città del Vaticano ha caratteristiche singolarissime rispetto agli altri stati. Tali caratteristiche dipendono tutte dal particolare fine riconosciuto allo Stato Città del Vaticano. Questo é uno stato la cui natura é quella di un "mezzo" per l'attuazione di un fine che lo trascende. Da questa sua fondamentale caratteristica discende anche la singolare origine dello Stato Città del Vaticano che é sorto esclusivamente sulla base di un trattato, senza che ad esso si sia giunti per movimento di popoli, per lotta di nazionalità o per la vittoria di un ordinamento politico su di un altro. Lo Stato Città del Vaticano non si é posto fra gli altri stati, come avviene generalmente per i nuovi stati, in seguito al riconoscimento di una situazione di fatti compiuti da parecchi stati, ma soltanto in seguito al riconoscimento compiuto autonomamente dallo Stato italiano. Si tratta di una origine tutta e solo fondata su di un atto giuridico con il quale lo Stato italiano lo riconosce come segno esteriore e materiale della Santa Sede per l'attuazione del governo della Chiesa universale. Tale ciò come mezzo per il raggiungimento di questo fine lo hanno voluto entrambi i contraenti degli accordi lateranensi, lo stato italiano e la Santa Sede. E' bene non dimenticare mai che questa sua particolarità non può essere strettamente collegata con la sua assoluta neutralità. Affermato quindi che lo Stato Città del Vaticano ha, per sua fondamentale caratteristica, quella di essere un mezzo per l'attuazione di un fine che lo trascende, si é anche detto che tale fine é costituito dalla libertà della Santa Sede nel governo della Chiesa universale. si comprende perciò come, la creazione dello Stato Città del Vaticano, abbia dato all'epoca la soluzione - in unione con il nuovo assetto concordatario dei rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa, rapporti anche di natura economica - a quella che era stata storicamente definita la !questione romana". Qual'é, viceversa, la situazione attuale ? A parere dello scrivente, nella sua qualità di cittadino italiano, di nazionalità italiana e di religione cattolica, il "Trattato" dovrebbe essere denunciato unilateralmente dallo Stato italiano per palesi, ripetute, gravissime violazioni da parte dello Stato Città del Vaticano. Nella circostanza non si tratta di affrontare il problema da un punto di vista "laicistico" (quello lo lasciamo ai laicisti di professione che nel frattempo hanno concesso i finanziamenti alla scuola privata ed hanno immesso in ruolo oltre trentamila insegnanti di religione !), ma di riaffermare il principio della "sovranità nazionale", almeno nei confronti del "Papa re" dal momento che in più occasioni e circostanze lo Stato Città del Vaticano non ha rispettato il principio della neutralità comportandosi - non volgio srrivare a sostenere come "stato nemico", - ma sicuramente come entità statuale collusa con i nemici dell'Italia e complice con il nemico. Basti pensare che nel territorio vaticano é data - anche attualmente - ospitalità agli uffici del B'nai B'rith, influente organismo della giudeo massoneria internazionale notoriamente nemico dell'Italia e dell'Europa e che già negli anni 1930 aveva teorizzato la nascita di quella "Nuova Santa Alleanza" che avrebbe rappresentato: ".....La fiamma di una nuova coscienza universale (1)". Per non citare i numerosi casi di concreti comportamenti contrari all'Italia ed agli interessi del popolo italiano. Cominciamo intanto con il rivedere tutti gli appalti pubblici e le concessioni affidate a società aventi sede nello Stato Città del Vaticano, appalti concessi anche in violazione degli accordi sottoscritti con l'unione europea. Rimettiamo in discussione i privilegi fiscali estesi alle attività commerciali e turistico alberghiere dello stato Città del Vaticano e delle sedi che godono di extra-territorialità. Spezziamo il meccanismo perverso degli affari sull'immigrazione nei quali é coinvolto anche lo Stato Città del Vaticano. Rivendichiamo la funzione piena di Roma capitale d'Italia, la Roma dei Cesari ovviamente e non quella papalina o veltroniana o alemanniana, anche perché non abbiamo dimenticato che "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini".
Stelvio Dal Piaz
(1) Emil Ludwig (in realtà Emil Choen) "La Nuova Santa Alleanza" Edizioni Gallimard, Parigi 1938.