venerdì 28 maggio 2010
Ribellione.
E' arrivato il momento della ribellione ai manutengoli della partitocrazia i quali sono i corresponsabili - attraverso la loro ignavia ed il loro servilismo agli interessi della cupola usurocratica apolide - della situazione di devastazione sociale in atto e che diverrà vero e proprio annientamento di popolo se non si porrà in atto in fretta un nuovo Patto Nazionale comunitario alternativo ed antagonista al sistema implodente dell' "ideologia economicista".
Non siamo noi oggi in grado di definire il "tipo" di ribellione ma é evidente che saremo dalla parte dei Ribelli.
Oggi ciò che é deprimente é constatare come una serie di sigle "identitarie" - a destra come a sinistra - sono in realtà dei "trompe d'oeuil" (dei mascheramenti per dirla più volgarmente) di facciata in cui si manifesta immaginariamente una volontà rivoluzionaria che appare in panoramica mentre stringendo poi il primo piano mostra tutta la realtà opposta.
Siamo al 150mo anno della "unità d'Italia", stiamo andando verso l'inizio, a partire dal prossimo 2 giugno addirittura del 65mo (ora 64mo) genetliaco della "repubblica puttana" ma mai come oggi più di ieri il nostro popolo é sotto schiaffo di forze anti nazionali che usufruiscono per assoggettarci oltre all'apatia generale, di una schiera di camerieri, lacché e cortigiani che nemmeno un Re Sole poteva permettersi nel periodo di massimo splendore del suo regno, e di quella leva che solleva il mondo che é la prerogativa di "battere moneta con usura".
Dobbiamo dire basta; é un concetto di pura sopravvivenza per non soccombere.
Attendiamo altri Ribelli; noi ci siamo.