La colonia “italya” è diventata il paese del cordoglio, dell’ipocrisia e della più sfacciata vergogna, il tutto condito da una falsa retorica istituzionale. Altri quattro nostri ragazzi sono morti in un paese lontano coinvolti in una guerra aggressiva che non ci appartiene e che non ci fa onore. Occorre uscire da questa palude, da questa gabbia di menzogne; come socialisti nazionali non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questo stillicidio di morti, d’altra parte non possiamo unirci al coro impotente dei “pacifinti” di tutte le varie parrocchie. Noi non siamo pacifisti, anche perché siamo convinti che nei rapporti internazionali occorre essere forti e determinati, pronti anche alla guerra come ultimissima “ratio”, pur di non subire le prepotenze altrui. Purtroppo pesa ancora sulla coscienza degli italiani il tradimento dell’8 settembre 1943 e finché il popolo italiano non farà i conti con la sua Storia, non si ribellerà al Diktat del 1947, non dimostrerà coerentemente di voler lottare per riconquistare la propria sovranità, i nostri giovani continueranno a morire (molti di loro inconsapevolmente !) per gli interessi della cupola plutocratica giudaico-massonica. Nel mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle famiglie colpite da così grande dolore, dobbiamo lanciare una sfida al sistema: dobbiamo farci promotori di una raccolta di firme, anche per via telematica, per chiedere l’uscita dalla NATO e contestualmente la denuncia unilaterale dell’umiliante trattato di pace firmato nel 1947.
Stelvio Dal Piaz.