Nella disamina di questo ottavo punto del Decalogo non possiamo non rilevare l'enorme afflato umanistico che pervadeva quegli Uomini di antica tempra che pure avvezzi allo scontro della trincea riponevano nella guaina il gladio al momento dovuto per la loro opera missionaria di "accostarsi agli ultimi con intelletto d'amore", nella costante ricerca di riuscire ad "elevarli ad una sempre più alta visione Morale della Vita".
Che differenza abissale con certi manutengoli di questo oggi senza alba ! Tutti protesi alla superbia del loro Nulla, tutti piegati a 90° alle esigenze del potente richiamo edonista di avere più che di Essere, dispoti per questo anche a fingere di Essere pur di avere !
Che importa a loro degli umili, dei non garantiti, dei non rappresentati quando il fine ultimo rimane solo ed esclusivamente l'appartenenza ad un "club" spocchioso ed arrogante quale é oggi la classe politica del rinnovato arco costituzionale anti-nazionale !?
Ed ecco che comprendiamo ancora meglio il senso conclusivo del punto in questione: "per ottenere (l'elevazione morale) occorre dare l'esempio di integrità morale, di onestà, di rettitudine (la Probità)."
Dunque se vogliamo mostrarci orgogliosamente alternativi ed abbiamo a cuore - come crediamo fortemente - il Bene della nostra Comunità dobbiamo innanzitutto, a partire da noi militanti del Socialismo Nazionale, iniziare ad essere vero esempio, vero modello di riferimento di probità.
Chi ci vorrà seguire deve avere certezza di avere trovato una nuova realtà umana, deve avere consapevolezza che per essere parte di questa comunione di intenti anch'egli non potrà e non dovrà scendere a patti con la farisaica ipocrisia che pervade il circo della politica tutta dove la probità é considerata una terribile minaccia allo statu quo vigente in questa democratica repubblica antifascista, colonya italya della Plutocrazia; colonia dove pullulano i pusillanimi, i meschini, gli sciocchi e gli ominicchi.
Chi non ci ama non sarà da noi amato; chi ci odia sarà da noi odiato (di qualunque colore e fazione appartengano).