sabato 16 gennaio 2010

9. Agire su sé stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere ed i fatti sono più eloquenti dei discorsi.

Il penultimo punto del Decalogo che, seppur non all’altezza, abbiamo cercato di comprendere ci pone di fronte ad una realtà assoluta che è necessario fare propria in un contesto come quello attuale che oltretutto rispetto al tempo in cui la Scuola di Mistica operò è degradato ogni oltre limite di immaginazione.
Constatiamo, leggendo le cronache giornalistiche, navigando in rete, osservando dibattiti televisivi, ascoltando programmi radio, quanti sono i “professori”, i  “professionisti dell’informazione”, i “sociologhi”, gli   coerenti modi d’essere e che unicamente possono dare la misura dell’Uomo in quanto tale.
Non se ne parla poi per quanto concerne ciò che dovrebbe essere la “statura” dell’Uomo appassionato di politica e dunque innamorato della “Polis” (della Comunità).
In questo campo oggi tanti sono i predicatori quanti sono i voltagabbana ed i venduti della politica intesa come l’arte di arrangiarsi per trovare un posto a tavola fregando i gonzi che ti adulano o ti credono.
Certamente non staremo qui a fare elenchi di sciagurati e cronache delle loro sciagure che sembra non abbiano mai fine nella “democrazia assembleare-partitica”, ma una osservazione attente sull’ennesima pandemia di elettoralite acuta trasversale ci diventa utile e necessaria perché “agire su sé stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri” - se fosse praticato con fermezza - porterebbe in alto le difese immunitarie  ormai perdute da molti “soggetti politici”.
Anzi, se appena appena qualcuno ancora sano si pone e pone il confine di chi ancora crede con purezza al senso ideologico di fare Politica (o almeno tentare di fare meta politica) delimitandosi rispetto al mercato affaristicopartitico delle quote di potere, ecco che i predicatori iniziano un sermone tanto più infervorato quanto più alto è il loro tasso – oltre che alcolemico – anche di incoerenza.
Va da sé che la dimostrazione reale che “le Opere ed i Fatti sono più eloquenti dei discorsi” è legata anche a situazioni contingenti anche estreme per cui la maggior parte dei docenti e degli Allievi della Scuola di Mistica Fascista, a partire dal suo Direttore Niccolò Giani, ebbero il viatico del destino eroico di poter confermare sul campo di battaglia, con il sangue, ciò che insegnavano ed apprendevano ma sappiamo anche che ogni contesto ha un suo corso.
In quello attuale assai misero la condizione di rimanere fieramente distinti e distanti da ogni accondiscendenza verso le “sirene” del pdl, del feltrinismo, del leghismo, dell’occidentalizzazione, dell’americanismo, del sionismo del politicamente corretto, del dipietrismo, del centrismo, del finianesimo, del berlusconismo, del patriottardismo, del sinistrismo, del giacobinismo, del globalismo ecc.ra, ecc.ra (che sono poi un “UNICUM”a dispetto di chi vuol far credere - e dice- il contrario !), è già una dimostrazione concreta e fattiva di essere MISTICAMENTE capaci di non scendere sotto il livello di guardia che delimita la scelta di appartenenza alla elite dei  Soldati politici piuttosto che l’appecoronamento alla sotto cultura dei sub-umani “quaraquàquà”.