lunedì 30 novembre 2009

2 - Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani fascisti la poesia maschia dell’avventura e del pericolo.



Continuiamo la nostra meditazione del decalogo della Scuola di Mistica fondata e diretta da Nicolò Giani e fortemente voluta dai Mussolini (Arnaldo che la appoggiò e Benito che ne comprese la virtù pedagogica e concesse il mitico “Covo” milanese del Popolo d’Italia quale sede della Scuola).
Il punto 2 é più difficile da interpretare non nel suo significato letterale ma nell’approfondimento interiore ma occorre sempre considerare anche il periodo contestuale in cui la Scuola operò e cioè nel periodo pre-bellico ed immediatamente bellico, tanto che la maggior parte dei docenti e degli stessi studenti - sposando fino in fondo la filosofia dottrinaria - partirono volontari e immolarono le loro giovani vite nell’alto onore di rendere grande la Nazione ed il Fascismo riportando la romanità nelle lande d’Europa mediterranea e continentale.

Innanzitutto cosa significa accettare “tutte le responsabilità” ? Rapportandoci all’inadeguatezza dell’oggi diventa evidente come la mancanza di responsabilità dai vertici della cosiddetta “classe dirigente” scende a cascata fino all’ultimo cittadino e dalle persone che dovrebbero avere ormai una “maturità”, a cascata fino alle generazioni adolescenziali ancora in formazione ed in questo circuito VIZIOSO in cui nessuno risulta perciò capace di accettare le responsabilità la decadenza di un popolo e del suo convivere civile porta al corto circuito, porta all’eutanasia di comunità, al dissolversi di una etica condivisa. Bisogna ricominciare ognuno nel suo piccolo a saper accettare le proprie responsabilità innanzitutto; da genitore, da figlio, da lavoratore, da cittadino risalendo piano piano nella scala gerarchica che dovrebbe formarsi per evidente meritocrazia dell’Etica e non nel mercimonio del “voto elettorale”.

Comprendere quindi gli “eroismi”; in questa fase di dissesto in cui viviamo ognuno di noi può essere eroico anche – come insegnavano ai balilla – facendo la guardia al bidone di benzina, cioè sapendo portare con sacrificio il proprio peso del quotidiano nella cura educativa verso i più giovani, nella capacità dei giovani a rinunciare al troppo edonismo mantenendosi corretti e – soprattutto – incorrotti dall’alcool, dalle droghe e da ogni “dipendenza” costrittiva della propria personalità e perniciosa per la comunità di cui si fa parte; insomma comprendere e FARE i piccoli eroismi quotidiani come palestra all’abitudine della “rinuncia” del dare piacere ai propri egoismi, pronti per essere veramente eroici e coraggiosi come insegnano le grandi Civiltà dell’Uomo.

Ed ecco che l’enfasi finale diventa comprensibile nella sua infinita profondità di sentimento e di ardimento; quella “poesia” verso le vette dell’avventura e del pericolo a cui si deve far fronte nell’avventura non è uno sciocco elogio agli sport estremi oggi tanto in voga perché si cercano “dopanti adrenalinici” ad una vita vuota ma è l’espressione più elevata della capacità dell’Uomo ad essere libero non a parole ma nei fatti e nella vita di tutti i giorni.

Non dunque servi sciocchi o – peggio – abbrutiti schiavi del sistema economicista; ma Volontà senza catene disposte ad affrontare quotidianamente l’avventura di ribellarsi e affrontare il pericolo dell’indifferenza, dello scherno, dell’incomprensione, dell’isolamento o di una eventuale repressione con la grandezza della propria Fede nell’Idea di una concezione “identitariamente etica” che porta all’elevazione dell’individuo attraverso una socialità organica ed attraverso essa alla consapevolezza di appartenenza ad una Comunità di Popolo.

giovedì 26 novembre 2009

Le analisi del Centro Studi - Il Decalogo della Scuola di Mistica Fascista: 1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.


Partiamo con questo post innanzitutto ad analizzare per quanto possibile, vista la chiarezza delle voci e degli intendimenti proposti dall’autorevolezza dello stesso Capo del movimento, tutti i punti del Decalogo della Scuola di Mistica Fascista perché intendiamo prima ancora che fare un sunto storico di controinformazione sulla nascita del “socialismo nazionale” nel 1914 come pensiero e le successive tappe che portarono alla nascita dei Fasci di Combattimento e gli aspetti ad essa consequenziale, impostare da ora in avanti – svincolati da mere necessità di bottega elettorale vicine e lontane – un modulo di conoscenza per formare uomini nuovi capaci di essere promotori di una Liberazione Nazionale attraverso innanzitutto una disciplina etica necessaria ed indispensabile.

1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.

Questa espressione che sembrerebbe a prima vista quasi banale e scontata non lo è soprattutto quando fatica e dovere comportano una tensione prolungata di mantenimento di una umiltà di fondo e di una capacità di ascolto ai bisogni dell’altro. Inoltre comporta la capacità di essere di esempio nel lavoro, nella militanza, nella lotta dimostrando che ciò avviene per naturale coerente partecipazione all’Idea senza secondi fini di lucro, di potere, di comando, di prevaricazione.
Significa soprattutto non cedere alle lusinghe ed alle sirene del facile entusiasmo, della facile corresponsione con un altro che può apparire superficialmente simile per alcuni punti di vista ma profondamente diverso nelle profondità ataviche delle radici da cui traiamo linfa nello Spirito di appartenenza ad una Stirpe millenaria di civilizzatori, se questi non è capace di fornire un’autocritica tale da non porsi su un ipotetico gradino intellettuale che gli proviene soltanto da una propaganda ed una “mitizzazione” del vincitore sul vinto.
Questo avviene in questa fase attuale della politica italiana in cui tutti indistintamente si sono omologati allo statu quo imperante dell’ ANTIFASCISMO perché è stato ribadito da oltre sessanta anni a questa parte che il FASCISMO è la rappresentazione plastica del “male assoluto” in quanto correlato alla “belva assetata di sangue del nazionalsocialismo germanico”.
In questa manipolazione intellettuale ci sono caduti e ci cascano non solo i pescecani della politicrazia partitica – il che sarebbe pure un bene considerato che ormai rappresentano autoreferenzialmente solo la loro Casta di potere – ma anche in buona fede molti di coloro che intendono dichiararsi “antagonisti” al sistema che, se non accecati da vetero antifascismo di maniera, quantomeno si fanno irretire dal “fascismo spezzatino” dove ognuno pesca quello che gli aggrada per rigettare ciò che considera meno “politicamente corretto” nella visione di abbracciare a tutti i costi ogni disperato della terra.
Ma proseguendo con gli altri 9 punti siamo sicuri che troveremo modo di esplicitare compiutamente perché il “fascismo spezzatino” non può esistere nella logica di una Gerarchia della Mistica.

lunedì 23 novembre 2009

Ortodossia dottrinaria non significa arroccamento ma.......acculturamento.


Non riusciamo a farci capire e probabilmente può essere un nostro limite comunicativo e dunque riprendiamo con pazienza a tessere il nostro filo nella consapevolezza che questo é il compito che ci siamo prefissati come Centro Studi volendo evitare accuratamente ogni bega di tipo partitico in cui si deve giocare oltre che sul piano culturale anche su quello pragmatico che a nostro avviso comunque non deve mai perdere di vista l'origine dei principi costitutivi su cui si poggia l'iniziativa pratica se non si vuole cadere nell'errore della de-ideologizzazione con cui questo sistema sta campando ignominiosamente.
La fine degli "ismi" come la definì pomposamente colui che ora siede alla terza carica di questo stato indecoroso infatti é stato l'ultimo utile grimaldello atto a rendere omologata tutta la politica italiana ed oggi ne vediamo le conseguenze nefaste.
Quando parliamo di volontà di mantenimento saldo della ortodossia dottrinaria non lo facciamo per semplicistico calcolo di comodo - o peggio di fazione - di "arroccamento nella torre di avorio" ma al contrario per dare ampio respiro ad un progetto che deve ritornare politico oltre la metapolitica nella sua funzione di unico rimedio concepibile alla deriva disastrosa provocata dalla globalizzazione usurocratica.
Va recuperato per intero e nella sua completezza il fenomeno politico del Fascismo italiano (che fu origine di ogni altro fascismo in altre nazioni secondo peculiarità e specifiche proprie) che non può essere ridotto "a spezzatino" secondo convenienze e simpatie od antipatie tanto da farlo diventare comunque altra cosa se visto da "sinistra" o da "destra" (più facilmente da questa parte geografica.....!) dimenticandosi in principio che il Fascismo rappresenta la formula più pragmatica possibile delle fondamenta del principio generale metapolitico del "socialismo nazionale".
Se viene fatto a spezzatino da "sinistra" si scivola facilmente su un anarchismo individualista in cui la socializzazione viene vista più come una panacea del proprio disordine sulla base di una falsa idea collettivista in cui tutti prendono qualcosa al di là del merito che provoca necessariamente una sovversione a catena per cui ogni presunta "classe sociale" si sente obbligata ad abbattare una "classe sociale"............concorrente.
Se viene fatto a spezzatino da "destra" si diventa immediatamente preda della sindrome reazionaria borghese con cui si intende difendere privilegi corporativi in funzione strettamente anti-comunitaristica (per la quale si scivola direttamente in un anticomunismo senza progettualità alternativa oltre le parole d'ordine "Dio, Famiglia e Patria" in cui però ognuno é pronto a difendere solo il proprio Dio, la propria Famiglia e la propria......."bottega".)
La Dottrina del Fascismo intende rimuovere dalle fondamenta ognuna di queste debolezze provocando nell'individuo prima una consapevolezza della propria grandezza spirituale oltre la materia per la QUALE CONSAPEVOLEZZA é in grado di recepire in sé e portare ad altri un'etica di pensiero che tramutata in azione nella collaborazione con altri individui siffatti forma il nucleo fondante di una Comunità che ha un unico fine, che ha una unica perseveranza diretta al fine strategico di creazione di un Uomo Nuovo, che nella linea di lotta combatte per un ordine nuovo cosciente certo dei propri limiti temporali ma convinto sino al sacrificio supremo dell'infinita immensità trascendente della Stirpe di appartenenza che lo rende identitario per i secoli.
Iniziamo da questo preambolo una serie di appuntamenti di approfondimento culturale che vorranno e dovranno portarci fuori dalla palude della politica politicante in funzione di motivare nel nostro piccolo delle energie disperse che devono ritrovare il nucleo di fusione con cui far implodere il vecchio mondo scemo e essere promotrici di una nuova Rivolta Ideale.

sabato 21 novembre 2009

Dall'associazione Giustizia Giusta.


COMUNICATO STAMPA

LIBERTà DI FUCILARE.

Sono trascorsi due anni da quando il ventiseienne Gabriele Sandri, in viaggio verso Torino per assistere ad una partita di calcio, venne fucilato dall’agente della Polizia stradale Luigi Spaccarotella. A novembre, dopo una paradossale lunga istruttoria, il Tribunale di Arezzo condannò l’agente (il quale , tra l’altro, si è sempre rifiutato di sottoporsi ad interrogatorio durante il processo) per omicidio colposo a sei anni di carcere. Non farà un giorno di galera e non sarà espulso dalla polizia. Dopo il rito ambrosiano e quello bolognese siamo al rito aretino. Un rito che consentì a Spaccarotella di esultare di gioia ignorando vergognosamente il dolore della famiglia Sandri e la rabbia degli amici di Gabriele. Noi come Associazione ci ribellammo ad una sentenza che, stravolgendo il senso del diritto, ha equiparato un omicida che spara - rischiando oltretutto di compiere una strage - ad un automobilista che accidentalmente investe un passante. Nella nuova logica della “sicurezza” uccidere un tifoso non è un reato, una logica che ci ricorda i costruiti anni di piombo in cui uccidere un “antagonista” non era reato. Non sono bastate cinque testimonianze e la ricostruzione puntigliosa della pubblica accusa ad impedire ad un pugno di giudici moralmente illuminati di manipolare la legge “graziando” una guardia considerata nell’esercizio delle sue funzioni di killer.
Da allora sappiamo che chi in divisa impugna a due mani una Beretta, la punta
contro dei giovani e fa fuoco uccidendone uno male che gli vada verrà condannato per omicidio colposo e non farà un giorno di galera.
Ancora una volta esprimiamo, insieme allo sdegno verso una giustizia ingiusta, la nostra solidarietà alla famiglia Sandri.

Con la loro “sicurezza”
siamo ormai sicuri da morire!

mercoledì 18 novembre 2009

La fregatura

Come ti frego il cittadino.....che - come Costituzione recita - (Articolo 49: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale),vorrebbe avere la possibilità uguale per tutti di partecipare attivamente alla "res publica"......ma i legislatori della Casta guarda un pò cosa ti inventano all'interno della legge finanziaria nel 2007 !
Onde per cui non solo esiste la ghigliottina delle difficoltà di presentazione delle liste attraverso meccanismi perversi e numericamente fuori portata (se non si ha forza economica e mediatica) per la presentazione delle liste; non solo ci sono leggi elettorali capestro fatte di sbarramenti e impedimento della rappresentatività proporzionale, per cui chi NON VUOLE tenersi fuori da "alleanze" per rimanere coerentemente portatore di un Progetto e pensiero politico ALTERNATIVO é ghettizzato prima ancora di partecipare; con questa legge sulla "registrazione" dei simboli - di fatto -impediscono già la nascita di nuove formazioni...............
Mala tempora currunt !

18.0.1 (testo 2) Proposta di modifica n. 18.0.1 al DDL n. 1817

RIPAMONTI, DEL PENNINO

APPROVATO

Dopo l'articolo 18, aggiungere il seguente:

«Art 18-bis.

(Norme per la riduzione delle consultazione politiche ed istituzione del Registro Speciale dei simboli di partito e relativo contributo annuale)

1. Al fine di razionalizzare gli adempimenti amministrativi e ridurre gli oneri a carico dello Stato per lo svolgimento delle consultazioni elettorali è istituito presso il Ministero dell'Interno un Registro Speciale per la tutela dei simboli/contrassegni di partito.

2.In ogni elezione amministrativa, politica o europea, oltre alle norme già previste sull'uso dei simboli non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili con quelli iscritti nel «Registro Speciale per la tutela dei simbolilcolltrossegni di partito» senza l'autorizzazione del legale rappresentante pro-tempore del partito o movimento politico che lo ha registrato. Non é altresi ammessa la presentazione di contrassegni comprendenti simboli, disegni. loghi, denominazioni presenti o confondibili con quelli usati dai partiti che abbiano registrato il proprio simbolo nel Registro Speciale di simboli/contrassegni presso il Ministero dell'Interno.

3. La registrazione del simbolo deve avvenire mediante dichiarazione del legale rappresentante del partito. Possono essere registrati esclusivamente i simboli di Partito di Movimenti Politici rappresentati in almeno uno dei due rami del Parlamento da un Groppo Parlamentare, anche se risultante da due o più componenti politiche presentatesi accorpate alle ultime elezioni, porché si evincano dalla denominazione del gruppo, con atto di riconoscimento deliberato almeno 90 giorni prima dell'approvazione della presente legge. Ai partiti o movimento politici ammessi, alla registrazione, è consentiro altresi , entro 30 giorni dalla pubblicazione del Regolamento di cui al comma 5, la registrazione di altri simboli utilizzati nella precedente legislatura.

4. Ogni partito o movimento politico che avrà effettuato la registrazione ai sensi del precedente comma 3 dovrà versare, in un fondo appositamente costituito dal Ministero dell'Economia, entro il 15 febbraio di ogni anno euro 5.000, quale quota doppia delle spese per la tenuta del Registro Speciale per la tutela dei simboli/contrassegni di partito, la cui maggiore entrata è destinata al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. L'omesso versamento comporta la cancellazione della registrazione.

5. Il Ministro dell'Interno, con proprio decreto di concerto con il Ministro dell'Economia, stabilisce entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge, un regolamento per il funzionamento del Registro Speciale per la tutela dei simboli/contrassegni di partito.

6. In sede di prima applicazione il versamento di 5.000 euro dovrà essere effettuato entro 15 giorni dall'avvenuta registrazione.

7. Una volta avvenuta la registrazione da parte dei partiti del proprio simbolo, gli stessi sono gli unici autorizzati ad utilizzare, nelle successive competizioni elettorali un contrassegno che riproduca quel simbolo».

lunedì 16 novembre 2009

Lo sputtanamento c'é già stato.


Rilevo che qualcuno é disposto a fare un bagno di umiltà; vivaddio ! Poi leggendo in profondità un fondo su un sito di informazioni di partito scopro una arroganza mimetizzata di chi si ritiene inattaccabile per via di "pistolettate, coltellate, bastonate" rischiate in passato per cui ogni sua scelta di oggi, anche incoerente (alla faccia della citazione di Ezra Pound !), non può essere criticata e dileggiata.
Si manifesta poi malcelata insofferenza verso coloro che intendono mantenere una ortodossia di comportamento (vogliamo dire......stile di vita !) mettendoli all'indice come dei poveri pazzi (forse qui la citazione su Ezra Pound sarebbe stata più pertinente) se non addirittura - in fondo in fine - anche dei vigliacchetti che celandosi dietro allo schermo e ad una tastiera osano provare a gettare granelli di sabbia nell'ingranaggio oliato del sistema del tritacarne elettorale rifiutandosi di accettare supinamente di portare acqua al mulino dei liberalcapitalismo identificabile nel PDL attraverso cotanti "sherpa" (per non essere offensivi).
Lasciando da parte l'orgoglio per cui ci potrebbe anche venire in mente di verificare una volta per tutte chi é ....Lupo e chi pecora.....preferiamo continuare a mantenerci nel solco del confronto più che dello scontro (che se sarà necessario, in ultima istanza, non temeremo certo di affrontare.............cameratescamente parlando).
Questi campioni di capacità politica pragmatica perciò vorrebbero guardare nei nostri occhi la pagliuzza mentre non riescono a vedere il trave che hanno nei loro occhi e - con farisaica ipocrisia - dicono di temere solo lo "sputtanamento" dietro l'angolo. Mi spiace ma li devo avvertire che lo sputtanamento per loro......E' GIA' ARRIVATO.. !, e lo sarà ancora di più non in caso di sconfitta ma proprio nel momento in cui diventeranno eletti in qualche regione come peones e servi sciocchi dell'apparato pidiellino a servizio permanente dell'usurocrazia (e siamo sempre alla citazione di Ezra Pound.......).
Sì, a noi piace continuare a tenerci lo zaino in spalla ad affrontare il percorso più impervio perché così fanno i "soldati politici" e lasciamo volentieri ai "levantini" i tavoli di "armistizio" di badogliana memoria con cui ci si illude di......"lottare per vincere, per far crescere, in un mondo liberista ed americanizzato, l’idea sociale, nazionale ed europea". (SIC !!!)
Che tristezza !
M.C.

lunedì 9 novembre 2009

Microfoni aperti.


Visto e considerato che i vari storace, buontempo, romagnoli non hanno più dato l'opportunità di scrivere il proprio assenso o dissenso sulle linee politiche della loro gestione nei movimenti che presiedono lasciamo questo nostro "microfono aperto" a disposizione di tutti coloro che hanno domande e si pongono interrogativi.
Chi vuole può parlare a ruota libera, senza nessun filtro con la sola avvertenza di non superare la soglia dell'insulto personale che non serve a nessuno e tantomeno a chi - come Fascista - conosce l'Etica.
Eja

venerdì 6 novembre 2009

Comunicazione di registrazione atto costitutivo.


Comunico che in data odierna 6 novembre 2009 é stata registrata presso l'Agenzia delle Entrate competente di SANSEPOLCRO, l'Associazione CENTRO STUDI SOCIALISMO NAZIONALE - Raggruppamento Sociale Italiano, costituita ufficialmente in data 28 OTTOBRE 2009 (in essere "de facto" da luglio 2005).
Presidente con funzioni di portavoce nazionale: Maurizio Carlo Canosci
Vice presidente; Fernando Volpi.

M.C.

mercoledì 4 novembre 2009

Stralcio del discorso di Benito Mussolini nella VII ricorrenza del 4 novembre (1925)

Quali le ragioni, quali gli elementi che spingevano all'intervento dell'Italia nella guerra mondiale? Vi era una corrente che sosteneva la guerra in nome degli ideali di libertà e di una idea umanitaria e di giustizia; un'altra per la conquista dei confini della Patria, e infine una terza corrente che voleva la guerra non per obbiettivi lontani e nemmeno per obbiettivi territoriali, ma semplicemente per togliere la Nazione da uno stato di inferiorità morale. Certamente voi ricordate quei mesi che si conclusero nel maggio radioso quando Genova fu scossa dalla voce formidabile del Poeta e Milano e Roma erano dominate dall'estremismo popolare che travolse le ultime barriere. Fu allora che per la prima volta il popolo si impose al Parlamento; fu allora che per la prima volta 300 deputati furono travolti dal popolo che voleva essere arbitro dei suoi destini.

Non si può spiegare l'intervento della moltitudine italiana senza ricordare l'opera di Gabriele d'Annunzio, il quale, quando molti esitavano ancora, scosse nel maggio il popolo italiano in maniera decisiva e indistruttibile. E fummo alla guerra. Il popolo andò alla guerra con entusiasmo.

Vi furono duecentomila volontari: questo dimostra che la guerra era popolare, ma anche la massa mobilitata si recò alla frontiera con alto senso del proprio dovere; ma, o signori, la guerra non è un affare di ordinaria amministrazione, come la sostituzione di un Commissario Regio o la destituzione di un Prefetto.

La guerra che mette in giuoco l'esistenza, l'avvenire, il destino di tutto un popolo è l'atto più solenne che questo popolo compie nella sua storia; e allora è necessario di educare gli uomini alla grandezza degli eventi.

lunedì 2 novembre 2009

STATUTO dell’Associazione culturale senza scopo di lucro, non riconosciuta, denominata Centro Studi Socialismo Nazionale – RSI

STATUTO dell’Associazione culturale senza scopo di lucro, non riconosciuta, denominata Centro Studi Socialismo Nazionale – Raggruppamento Sociale Italiano
Art. 1 DENOMINAZIONE
A norma dell’art 36 del codice Civile e seguenti, è costituita un'associazione culturale denominata
“Centro Studi Socialismo Nazionale – Raggruppamento Sociale Italiano” (C.S. SOCIALISMO NAZIONALE – RSI),
Art. 2 SEDE
L'associazione ha sede legale in Sansepolcro (AR) Via Giordano Bruno 20, non ha scopo di lucro e non è riconosciuta, la sua durata è illimitata. Gli eventuali utili non possono essere ripartiti
anche indirettamente. Il trasferimento della sede sociale non comporta modifica statutaria.
Art. 3 SCOPI DELL'ASSOCIAZIONE
L'Associazione ha lo scopo di promuovere attività di carattere culturale, sociale e politico ai fini
di sollecitare la partecipazione popolare, l'impegno civile e sociale dei cittadini.
I soci potranno anche fruire di attività ricreative e di servizi organizzati sia all’interno che
all'esterno della sede sociale per favorire la maggiore conoscenza e integrazione sociale.
L'Associazione si propone inoltre come struttura di servizi per associazioni, categorie e incontri e seminari che perseguono finalità che coincidano, anche parzialmente, con gli scopi del centro studi.
A titolo esemplificativo e non tassativo l'Associazione svolgerà le seguenti attività:
- ATTIVITA' CULTURALI:
Convegni, conferenze, congressi, dibattiti, mostre, mostre scientifiche, inchieste,seminari
istituzioni di biblioteche, proiezioni di film e documentari culturali o comunque di interesse per i
soci.
- INIZIATIVE RICREATIVE:
Teatro e intrattenimenti musicali, sia da parte di soci che di compagnie e complessi esterni
intrattenimenti per anziani, bambini, ricreativi in genere, pranzi sociali, proiezioni di film e
documentari, viaggi ed escursioni.
- ATTIVITA' ASSOCIATIVA:
Incontri, manifestazioni tra soci in occasione di festività, ricorrenze od altro.
- ATTIVITA' EDITORIALI:
Pubblicazione di giornali, periodici, libri, fascicoli divulgativi, documentari, servizi fotografici - anche attraverso la comunicazione in rete digitale e informatica - e, più in generale, di quanto ritenuto utile per il raggiungimento degli scopi sociali enunciati al punto 3.
L'Associazione potrà inoltre svolgere qualsiasi attività culturale e ricreativa compatibile con gli
scopi del sodalizio.
Tutte le attività non conformi agli scopi sociali sono espressamente vietate.
Le attività dell'associazione e le sue finalità sono ispirate a principi di pari opportunità tra
uomini e donne e rispettose dei diritti inviolabili della persona, del pensiero religioso e di ogni appartenenza etnica.
Art. 4 I SOCI
Sono ammessi a far parte dell'Associazione tutti gli uomini e le donne che accettano gli articoli
dello Statuto e dell'eventuale regolamento interno, che condividano gli scopi dell'associazione
si impegnino a dedicare una parte del loro tempo per il loro raggiungimento.
L'organo competente a deliberare sulle domande di ammissione degli aspiranti soci è la Dieta del Ruolo d’Onore (d’ora in avanti Dieta)
L'ammissione all'Associazione è deliberata dalla Dieta su domanda scritta del
richiedente nella quale dovrà specificare le proprie complete generalità. In base alle
disposizioni di legge 675/96 tutti i dati personali raccolti saranno soggetti alla riservatezza ed
impiegati per le sole finalità dell'Associazione previo assenso scritto del socio. Il diniego va
motivato.
All'atto dell'ammissione il socio si impegna al versamento della quota di autofinanziamento
annuale nella misura fissata dalla Dieta ed approvata in sede di bilancio dall'Adunanza ordinaria, al rispetto dello Statuto e dei regolamenti emanati.
Non è ammessa la figura del socio temporaneo. La quota associativa è intrasmissibile.
Ci sono tre categorie di soci:
- Soci fondatori (Ruolo d’Onore): coloro che sono intervenuti alla costituzione dell'associazione, hanno diritto di voto, sono eleggibili alle cariche sociali, la loro qualità di soci ha carattere di perpetuità, non è soggetta ad iscrizione annuale, ma solo al pagamento della quota sociale, fanno parte di diritto della Dieta del Ruolo d’Onore.
- Soci militanti (attivista o sostenitore): coloro che hanno chiesto e ottenuto la qualifica di socio dalla Dieta.
Hanno diritto di voto e sono eleggibili alle cariche sociali. La loro qualità di soci effettivi è
subordinata all'iscrizione e al pagamento della quota sociale secondo una delle due prerogative designate. Possono essere cooptati nella Dieta e divenire soci del Ruolo d’Onore su proposta del Presidente e portavoce se accettati all’unanimità dagli altri componenti la Dieta, in un numero massimo non superiore a 8.
Il numero dei soci effettivi è illimitato.
- Associati culturali: persone o enti che aderiscono volontariamente all'Associazione o che vi gravitano intorno con diritto di parola e di proposta ma non hanno diritto di voto e non sono eleggibili alle cariche sociali. Tale titolo dà diritto a frequentare l’Associazione e a partecipare alle sue attività istituzionali.
I soci sono tenuti al pagamento della quota sociale entro 10 giorni dall'iscrizione nel libro soci.
L'ammontare della quota annuale è stabilito dall'assemblea in sede di approvazione del
bilancio.
Le attività svolte dai soci a favore dell'associazione e per il raggiungimento dei fini sociali
svolte prevalentemente a titolo di volontariato e totalmente gratuite. L'associazione può in
caso di particolare necessità, assumere lavoratori dipendenti o awalersi di prestazioni di Iavoro autonomo, anche ricorrendo ai propri associati.
Art. 5 DIRITTI DEI SOCI
I soci del Ruolo d’Onore e i soci militanti all'associazione hanno diritto di eleggere gli organi sociali e di essere eletti negli stessi ad esclusione della Dieta del Ruolo d’Onore a cui si accede per sola cooptazione come all’art. 4 del presente Statuto. Tutti i soci hanno i diritti di informazione e di controllo stabiliti dalle leggi e dal presente.
Statuto: il socio volontario non potrà in alcun modo essere retribuito, ma avrà diritto al solo
rimborso delle spese effettivamente sostenute per l'attività prestata. L'associazione si awale in
modo prevalente di attività prestata in forma volontaria e gratuita dei propri associati. Tutti i
soci hanno diritto di accesso ai documenti, delibere, bilanci, rendiconti e registri dell'associazione. Tutti i soci maggiorenni hanno diritto di voto.
Art. 6 DOVERI DEI SOCI
Gli aderenti svolgeranno la propria attività nell'associazione in modo personale, volontario e
gratuito senza fini di lucro, in ragione delle esigenze e disponibilità personali dichiarate.
Il comportamento del socio verso gli altri aderenti ed all'esterno dell'associazione deve essere
animato da spirito di solidarietà ed attuato con correttezza, buona fede, onestà, probità e
rigore morale, nel rispetto del presente Statuto e delle linee programmatiche emanate.
Art. 7 RECESSO ED ESCLUSIONE DEL SOCIO
Il socio può recedere dall'associazione mediante comunicazione scritta da inviare al
coordinatore del Comitato direttivo di sezione. Il recesso ha effetto dalla data di chiusura
dell'esercizio sociale nel corso del quale è stato esercitato.
Il socio può essere escluso dall'associazione in caso di inadempienza dei doveri previsti dall'art.
6 o per altri gravi motivi che abbiano arrecato danno morale e/o materiale all'associazione
stessa.
L'esclusione del socio è deliberata dal solo Presidente e portavoce. Deve essere comunicata a
mezzo lettera al medesimo, assieme alle motivazioni che hanno dato luogo all'esclusione e
ratificata dalla Dieta del Ruolo d’Onore nella prima riunione utile.
Soci receduti e/o esclusi che abbiano cessato di appartenere all'associazione, non possono
richiedere la restituzione dei contributi versati, né hanno diritto alcuno sul patrimonio
dell'associazione.
Art. 8 GLI ORGANI SOCIALI:
Gli organi dell'associazione sono:
- L'adunata dei soci; - la Dieta del Ruolo d’Onore; - Il Presidente che è anche portavoce
Tutte le cariche sociali sono assunte e assolte a totale titolo gratuito.
Art. 9 L'ADUNATA
L'adunata è organo comunitario dell'associazione. L'adunata dei soci è costituita dai soci fondatori (ruolo d’onore) e militanti (attivista e sostenitore), è convocata almeno una volta l’anno da Presidente e portavoce o da chi ne fa le veci, mediante:
- Awiso scritto da inviare con lettera semplice agli associati, almeno 10 giorni prima di quello fissato per l’adunanza
- Avviso affisso nei locali della sede almeno 20 giorni prima.
- Avviso consultabile sulla pagina web in internet dell’Associazione almeno 3 giorni prima.
L'Adunata dei soci è convocata dal Presidente e portavoce almeno una volta all'anno ed è presieduta dal Presidente e portavoce stesso o da un suo delegato nominato tra i membri del Dieta.
Deve inoltre essere convocata
A - quando la Dieta lo ritenga necessario;
B - quando la richiede almeno il 20 per cento dei soci militanti con richiesta scritta e firmata dai singoli soci militanti.
Gli avvisi di convocazione devono contenere l'ordine del giorno dei lavori e la sede ove si
la riunione.
L'adunata può essere ordinaria e straordinaria. E' straordinaria l'adunata convocata per
modifica dello Statuto o deliberare il trasferimento della sede legale o lo scioglimento
dell'associazione. E' ordinaria in tutti gli altri casi.
L'adunata ordinaria è valida in prima convocazione se é presente la maggioranza degli iscritti
aventi diritto di voto; in seconda convocazione, da tenersi anche nello stesso giorno
qualunque sia il numero dei presenti.
L'adunata ordinaria
A propone iniziative indicandone modalità e supporti organizzativi;
B approva il bilancio consuntivo e preventivo annuale ed il rendiconto predisposti dalla Dieta;
C fissa annualmente l'importo della quota sociale di adesione;
D approva il programma annuale dell'associazione.
Le deliberazioni dell'adunata ordinaria vengono prese a maggioranza dei presenti e dei
rappresentati per delega; sono espresse con voto palese, tranne quelle su problemi riguardanti
le persone e la qualità delle persone o quando I'adunata lo ritenga opportuno. Ogni socio ha
diritto di esprimere un solo voto e può presentare una sola delega in sostituzione di un socio
non amministratore.
Le discussioni e le deliberazioni dell'adunata ordinaria e straordinaria sono riassunte in un
verbale che viene redatto dal segretario o da un componente dell'adunata appositamente
nominato. Il verbale viene sottoscritto dal Presidente e dall'estensore, è trascritto su apposito
registro, conservato a cura del Presidente nella sede dell'associazione.
Ogni socio ha diritto di consultare i verbali delle sedute e chiederne, a proprie spese, una
copia.
L'adunata straordinaria
A - approva eventuali modifiche allo Statuto con la presenza di 2/3 dei soci e con decisione
deliberata a maggioranza dei presenti;
B - scioglie l'associazione e ne devolve il patrimonio col voto favorevole di 3/4 dei soci.
Hanno diritto di partecipare alle assemblee, di votare e di essere eletti, tutti i soci iscritti nel Ruolo d’Onore e militanti purché in regola con il pagamento della quota.
Art. 10 LA DIETA DEL RUOLO D’ONORE
L'associazione è amministrata da una Dieta del Ruolo D’Onore composta dai soci fondatori a cui possono essere cooptati eventuali altri soci militanti come da art. 4 e non può essere composta da meno di 3 soci fondatori e/o cooptati fino ad un massimo di 11 membri.
La convocazione della Dieta è promossa dal Presidente e portavoce o richiesta e automaticamente convocata almeno da tre membri della Dieta stessa.
Le delibere devono avere il voto della maggioranza assoluta dei presenti, a parità di voti
prevale il voto del Presidente.
La Dieta del Ruolo d’Onore:
1. compie tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione
2. redige e presenta all'assemblea il rapporto annuale sulle attività dell'associazione
3. redige e presenta all'assemblea il bilancio consuntivo e quello preventivo ed il rendiconto
economico.
4. ammette i nuovi soci
5. ratifica le cooptazioni fino ad un massimo di n. 11 nella Dieta su indicazione del Presidente e portavoce.
5. esclude i soci salva successiva ratifica dell'assemblea ai sensi dell'art.7 del presente statuto
Le riunioni della Dieta sono legalmente costituite quando è presente la maggioranza
dei suoi componenti.
Nell'ambito della Dieta sono previste almeno le seguenti figure: il Presidente (nominato solo dai membri della Dieta del Ruolo d’Onore) che è automaticamente anche portavoce dell’Associazione, il Vice Presidente, il Tesoriere (eletti nell'ambito della Dieta stessa).
Art. 11 IL PRESIDENTE
Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'Associazione, presiede la Dieta e
l'adunata a e rappresenta I'associazione di fronte alle autorità e ne è a tutti gli effetti l’unico portavoce ufficiale.
E nominato per un biennio dalla Dieta tra i suoi membri e dallo stesso eventualmente revocato con sostituzione per inadempienza.
Convoca l'adunata dei soci e la Dieta sia in caso di convocazioni ordinarie che
straordinarie.
Dispone dei fondi sociali con prowedimenti controfirmati dal tesoriere. Ha inoltre la
responsabilità generale della conduzione e del buon andamento degli affari sociali; gli spetta la
firma degli atti sociali che impegnano l'Associazione sia nei riguardi dei soci che di terzi;
sovraintende in particolare all'attuazione delle deliberazioni dell'assemblea e del comitato
direttivo; può delegare ad uno o più consiglieri parte dei suoi compiti esclusivamente in via
transitoria e dandone precisa motivazione.
Art. 12 I MEZZI FINANZIARI
I mezzi finanziari per il funzionamento dell'associazione provengono:
- dalle quote versate dai soci nella misura decisa annualmente dalla Dieta del Ruolo d’Onore e
ratificata dall'assemblea;
- dai contributi, donazioni, lasciti in denaro o in natura provenienti da persone e/o enti le cui
finalità non siano in contrasto con gli scopi sociali.
La Dieta potrà rifiutare qualsiasi donazione che sia tesa a condizionare in qualsivoglia modo I'associazione.
- da iniziative promozionali
I fondi dell'associazione non potranno essere investiti in forme che prevedano la
corresponsione di un interesse. Ogni mezzo che non sia in contrasto con il Regolamento interno e con le leggi dello Stato Italiano potrà essere utilizzato per appoggiare e sostenere i finanziamenti all'associazione e arricchire il suo patrimonio.
Art. 13 BILANCIO
I bilanci sono predisposti dalla Dieta e approvati dall'adunata.
Il bilancio consuntivo è approvato dall'adunata generale ordinaria con voto palese o con le
maggioranze previste dallo Statuto.
L’ adunata di approvazione del bilancio consuntivo deve tenersi entro la data del 30 aprile
dell'anno successivo alla chiusura dell'esercizio sociale.
Il bilancio consuntivo è depositato presso la sede dell'associazione, e nelle vane sezioni laddove esistenti almeno 20 giorni prima dell'adunata e può essere consultato da ogni associato.
Il bilancio preventivo è approvato dall'adunata generale ordinaria con voto palese o con le
maggioranze previste dallo Statuto.
Il bilancio preventivo è depositato presso la sede dell'associazione, almeno 20 giorni prima
dell'adunata e può essere consultato da ogni associato.
Art. 14 MODIFICHE STATUTARIE
Questo statuto é modificabile con la presenza dei due terzi dei soli soci fondatori (ruolo d’onore) e con voto favorevole della maggioranza dei presenti. Ogni modifica o aggiunta non potrà essere in contrasto con gli scopi sociali, con la Dottrina (Manifesto e Tavola dei Valori) e il Regolamento interno e con la Legge italiana.
Art. 15 SCIOGLIMENTO DELL'ASSOCIAZIONE
Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorre il voto
favorevole di almeno i tre quarti degli associati convocati in adunata straordinaria.
L'adunata che delibera lo scioglimento dell'associazione nomina uno o più liquidatori e
delibera sulla destinazione del patrimonio che residua dalla liquidazione stessa.
La devoluzione del patrimonio sarà effettuata con finalità di pubblica utilità a favore di
associazioni di promozione sociale di finalità similari.
Art. 16: DISPOSIZIONI FINALI
Per tutto ciò che non è espressamente previsto si applicano le disposizioni contenute nel codice
civile e nelle leggi vigenti in materia.