lunedì 23 novembre 2009

Ortodossia dottrinaria non significa arroccamento ma.......acculturamento.


Non riusciamo a farci capire e probabilmente può essere un nostro limite comunicativo e dunque riprendiamo con pazienza a tessere il nostro filo nella consapevolezza che questo é il compito che ci siamo prefissati come Centro Studi volendo evitare accuratamente ogni bega di tipo partitico in cui si deve giocare oltre che sul piano culturale anche su quello pragmatico che a nostro avviso comunque non deve mai perdere di vista l'origine dei principi costitutivi su cui si poggia l'iniziativa pratica se non si vuole cadere nell'errore della de-ideologizzazione con cui questo sistema sta campando ignominiosamente.
La fine degli "ismi" come la definì pomposamente colui che ora siede alla terza carica di questo stato indecoroso infatti é stato l'ultimo utile grimaldello atto a rendere omologata tutta la politica italiana ed oggi ne vediamo le conseguenze nefaste.
Quando parliamo di volontà di mantenimento saldo della ortodossia dottrinaria non lo facciamo per semplicistico calcolo di comodo - o peggio di fazione - di "arroccamento nella torre di avorio" ma al contrario per dare ampio respiro ad un progetto che deve ritornare politico oltre la metapolitica nella sua funzione di unico rimedio concepibile alla deriva disastrosa provocata dalla globalizzazione usurocratica.
Va recuperato per intero e nella sua completezza il fenomeno politico del Fascismo italiano (che fu origine di ogni altro fascismo in altre nazioni secondo peculiarità e specifiche proprie) che non può essere ridotto "a spezzatino" secondo convenienze e simpatie od antipatie tanto da farlo diventare comunque altra cosa se visto da "sinistra" o da "destra" (più facilmente da questa parte geografica.....!) dimenticandosi in principio che il Fascismo rappresenta la formula più pragmatica possibile delle fondamenta del principio generale metapolitico del "socialismo nazionale".
Se viene fatto a spezzatino da "sinistra" si scivola facilmente su un anarchismo individualista in cui la socializzazione viene vista più come una panacea del proprio disordine sulla base di una falsa idea collettivista in cui tutti prendono qualcosa al di là del merito che provoca necessariamente una sovversione a catena per cui ogni presunta "classe sociale" si sente obbligata ad abbattare una "classe sociale"............concorrente.
Se viene fatto a spezzatino da "destra" si diventa immediatamente preda della sindrome reazionaria borghese con cui si intende difendere privilegi corporativi in funzione strettamente anti-comunitaristica (per la quale si scivola direttamente in un anticomunismo senza progettualità alternativa oltre le parole d'ordine "Dio, Famiglia e Patria" in cui però ognuno é pronto a difendere solo il proprio Dio, la propria Famiglia e la propria......."bottega".)
La Dottrina del Fascismo intende rimuovere dalle fondamenta ognuna di queste debolezze provocando nell'individuo prima una consapevolezza della propria grandezza spirituale oltre la materia per la QUALE CONSAPEVOLEZZA é in grado di recepire in sé e portare ad altri un'etica di pensiero che tramutata in azione nella collaborazione con altri individui siffatti forma il nucleo fondante di una Comunità che ha un unico fine, che ha una unica perseveranza diretta al fine strategico di creazione di un Uomo Nuovo, che nella linea di lotta combatte per un ordine nuovo cosciente certo dei propri limiti temporali ma convinto sino al sacrificio supremo dell'infinita immensità trascendente della Stirpe di appartenenza che lo rende identitario per i secoli.
Iniziamo da questo preambolo una serie di appuntamenti di approfondimento culturale che vorranno e dovranno portarci fuori dalla palude della politica politicante in funzione di motivare nel nostro piccolo delle energie disperse che devono ritrovare il nucleo di fusione con cui far implodere il vecchio mondo scemo e essere promotrici di una nuova Rivolta Ideale.