Partiamo con questo post innanzitutto ad analizzare per quanto possibile, vista la chiarezza delle voci e degli intendimenti proposti dall’autorevolezza dello stesso Capo del movimento, tutti i punti del Decalogo della Scuola di Mistica Fascista perché intendiamo prima ancora che fare un sunto storico di controinformazione sulla nascita del “socialismo nazionale” nel 1914 come pensiero e le successive tappe che portarono alla nascita dei Fasci di Combattimento e gli aspetti ad essa consequenziale, impostare da ora in avanti – svincolati da mere necessità di bottega elettorale vicine e lontane – un modulo di conoscenza per formare uomini nuovi capaci di essere promotori di una Liberazione Nazionale attraverso innanzitutto una disciplina etica necessaria ed indispensabile.
1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
Questa espressione che sembrerebbe a prima vista quasi banale e scontata non lo è soprattutto quando fatica e dovere comportano una tensione prolungata di mantenimento di una umiltà di fondo e di una capacità di ascolto ai bisogni dell’altro. Inoltre comporta la capacità di essere di esempio nel lavoro, nella militanza, nella lotta dimostrando che ciò avviene per naturale coerente partecipazione all’Idea senza secondi fini di lucro, di potere, di comando, di prevaricazione.
Significa soprattutto non cedere alle lusinghe ed alle sirene del facile entusiasmo, della facile corresponsione con un altro che può apparire superficialmente simile per alcuni punti di vista ma profondamente diverso nelle profondità ataviche delle radici da cui traiamo linfa nello Spirito di appartenenza ad una Stirpe millenaria di civilizzatori, se questi non è capace di fornire un’autocritica tale da non porsi su un ipotetico gradino intellettuale che gli proviene soltanto da una propaganda ed una “mitizzazione” del vincitore sul vinto.
Questo avviene in questa fase attuale della politica italiana in cui tutti indistintamente si sono omologati allo statu quo imperante dell’ ANTIFASCISMO perché è stato ribadito da oltre sessanta anni a questa parte che il FASCISMO è la rappresentazione plastica del “male assoluto” in quanto correlato alla “belva assetata di sangue del nazionalsocialismo germanico”.
In questa manipolazione intellettuale ci sono caduti e ci cascano non solo i pescecani della politicrazia partitica – il che sarebbe pure un bene considerato che ormai rappresentano autoreferenzialmente solo la loro Casta di potere – ma anche in buona fede molti di coloro che intendono dichiararsi “antagonisti” al sistema che, se non accecati da vetero antifascismo di maniera, quantomeno si fanno irretire dal “fascismo spezzatino” dove ognuno pesca quello che gli aggrada per rigettare ciò che considera meno “politicamente corretto” nella visione di abbracciare a tutti i costi ogni disperato della terra.
Ma proseguendo con gli altri 9 punti siamo sicuri che troveremo modo di esplicitare compiutamente perché il “fascismo spezzatino” non può esistere nella logica di una Gerarchia della Mistica.