lunedì 15 marzo 2010

Il partito di maggioranza assoluta in Francia........


Con il 53,6% in Francia ha debuttato a queste elezioni amministrative (regionali) il partito di maggioranza assoluta del.............NESSUN VOTO ! Un risultato che non si era mai visto se non nelle elezioni europee che notoriamente sono le meno sentite in assoluto in tutti i paesi europei (il che la dice comunque lunga anche sulla distanza dalla tecnocrazia dell'unione europea del cittadino medio); un risultato che non é semplicemente uno schiaffo al presidente Sarkozy ed alla sua fazione liberal-gollista ma all'intera casta partitocratica se nel contempo il Fronte Nazionale (da cui ci divide comunque una mare di cose) risorge andando a superare in molte aree del nord, dell'est e del sud la quota minima del 10% per tornare a cercare consensi al ballottaggio del 2° turno.
Spira un'aria di ribellione sempre più crescente che per ora si incanala nel rifiuto ad accettare gli stanchi riti della democrazia assembleare e rifugiandosi in un certo sciovinismo o xenofobia (vedi Olanda) laddove si é ancora ancorati a considerare il voto un dovere civico quando in realtà esso é un diritto e come tale può e deve anche comprendere l'opzione della disobbedienza civile a chi non merita più alcuna fiducia.
Ora tra due settimane anche 13 regioni su 20 in Italia devono rinnovare il carrozzone amministrativo della lottizzazione ed occupazione di potere e sottopotere pomposamente definiti "consigli regionali" con l'elezione del "governatore" ed é auspicabile che dopo la Francia anche dall'altro lato delle alpi ci sia l'avanzata prorompente del grande partito del NESSUN VOTO, considerando anche che in Italia per molteplici ragioni non esiste nemmeno un agglomerato simile al fronte nazionale (al di là di differenze peculiari di storia e tradizione) che possa essere almeno preso a simbolo di rivolta.
Noi del Centro Studi già in tempi non sospetti abbiamo lanciato senza mezzi termini questa grido di ribellione mandando anche con sincera e determinata franchezza a quel paese tutti coloro che - oltre gli schieramenti "democratici" e "liberalpopolari" - intendevano promuovere l'ennesima sarabanda di "unioni di area" dell'area che non c'é convinti come siamo che in questa fase precisa non ci serve certamente il ripetuto "sputtanamento" incapacitante, e tantopiù con la confusione interpretativa della "continuità ideale" che fanno  i rivoluzionari ed i futuristi d'accatto a livello mediatico per poi finire ad essere i soliti portatori d'acqua (più amara ancora di quella di Fiuggi......!!!) a qualche manutengolo della politica targata PDL (vedi CPI nel Lazio e Fiamma in Veneto) con la scusa che in questo modo le "idee" vanno avanti (mentre la coerenza ed i principi si nascondono dalla vergogna).
Ora inizia veramente una lunga marcia che deve portare a una unione di Volontà tali da indicare agli Italiani con i fatti e gli  esempi che NESSUN VOTO oggi può essere il punto vero di partenza per trovare di nuovo fiducia e partecipazione che domani recuperi quello spirito comunitario e quell'etica di risorgenza che serve per formulare la vera alternativa di una Repubblica Sociale e Nazionale in cui lo Stato Nazionale del Lavoro é la risposta di democrazia partecipativa oltre ogni casta e fazione partitica.