lunedì 30 marzo 2009

Il tam tam dei Guerrieri

Nonostante tutti gli sforzi planetari della cupola per cercare di spegnere i focolai d'incendio che si alimentano oramai per autocombustione non é molto difficile credere che se solo iniziasse a soffiare un vento di ribellione non dico impetuoso ma semplicemente sostenuto divamperebbe in un attimo un fuoco demolitore dell'intero sistema costruito sulla base di un progetto alienante per la dignità dell'uomo come é quello del turbocapitalismo globalizzato.
Mentre l'implosione del sistema marxista-leninista "realizzato in un socialismo collettivista" -avvenuto per esplicita volontà di chi l'aveva mostruosamente elaborato e poi fatto estendere a quasi metà del pianeta - é stato in qualche modo assorbito moderatamente proprio perché chi lo elaborò tatticamente aveva deciso che non era più necessario, la catastrofe del "Dr. Frankestein" non ha paracadute e si riverserà totalmente sui Popoli, sui cittadini, su ognuno di noi assolutamente indifeso in quanto non più parte integrante di alcuna Comunità ma monade dispersa nella galassia della società dei consumi.
E' in procinto di abbattersi una tragedia superiore ad ogni più fosca previsione se non si corre immediatamente ai ripari costituendosi in gruppi ed in realtà territoriali coese e capaci di trovare un collante solidale ed umanistico nella prospettiva di una nuova alba crepuscolare dopo la notte che verrà.
Perché la notte deve ancora arrivare, ora siamo solo al tramonto.
Non ci piace essere Cassandre ma non si può continuare a mettere la testa sotto la sabbia come i troppi struzzi che ingombrano i giornali, le televisioni ed i salotti della politica succube del moloch economicista.
Continuano a provare ad imbonirci ed hanno una paura fottuta che il bluff sia scoperto ma é solo il tentativo disperato di chi continua a credere che il "Titanic" é................inaffondabile.
Lasciamo allora gli stolti della "prima classe" a continuare a ballare sul ponte al suono dell'orchestrina, mentre noi Popolo, noi gente comune, noi abituati a faticare ogni giorno e per nulla turbati di dover viaggiare in seconda se non in terza classe sotto il livello di galleggiamento abbiamo la forza ancora fisica, di carattere e mentale per prendere il destino tra le mani, andare a recuperare i salvagenti, saper far scendere le scialuppe in mare.
Sarà certo un mare gelido ma il calore di tanti uniti nella difficile sorte ha già dimostrato nel passato che può portare alla sopravvivenza prima ed alla risorgenza poi.
Fino a che il sistema lo consentirà con il mezzo tecnologico porteremo la chiamata ai dispersi ma - se servirà - sapremo anche tornare ad usare il tam tam tribale dell'antico uomo guerriero.
Non abbattiamoci, non disperdiamoci ma ritroviamo tutti insieme l'orgoglio del Legionario; combattente, costruttore, civilizzatore.
Ed ai pavidi ed ai servi solo il nostro disprezzo eterno.